Libero, 16 dicembre 2019
Babbo Natale guadagna 1.800 euro netti in sei giorni
Clemente si sistema i baffi davanti allo specchio. A differenza di quelli di altri, i suoi non sono finti. Non nasconde di andarne fiero. «Così quando i bambini mi chiedono di accarezzarli, è tutto più magico e reale. Pensano che io sia il vero Babbo Natale». Sono cinque anni consecutivi ormai che in queste settimane di dicembre lavora al centro commerciale di Asti come sosia di Babbo Natale. «Da quando sono andato in pensione ho iniziato a farlo. Mi hanno sempre detto che assomiglio fisicamente a Santa Claus. Così un giorno ho visto l’annuncio di un’agenzia che cercava comparse, ho chiamato e sono riuscito senza fatica a passare la selezione. Su 300 candidati, hanno scelto me». In questo periodo dell’anno di annunci di chi ricerca sosia di Babbo Natale è pieno il web. In tutta Italia è una rincorsa a trovare uomini di stazza importante, col bel sorriso e la voglia di intrattenere i bambini. Le caratteristiche richieste, più o meno, sono sempre le stesse: età over 50/60 anni, corporatura robusta e predisposizione, naturale, a lavorare con il pubblico e i bambini. Ed è un business. Si lavora per pochi giorni, una settimana o due, con una media di 1800 euro netti per sei giorni. A Milano, per esempio, in cambio di un compenso di 2mila euro per 10 giorni di lavoro, si cercano sosia per i centri commerciali. A Lamezia un annuncio offre un posto da Babbo Natale per otto giorni con uno stipendio di 1600 euro. Gli stipendi lievitano per chi si impegna a lavorare proprio il giorno di Natale. In questi casi il compenso può arrivare a 200 euro al giorno. In centri commerciali, strade cittadini, eventi, mercatini e pure ospedali. I CASTING Per accaparrarsi il ruolo di Babbo Natale per queste settimane, si scatenano persino casting e file di aspiranti Santa Claus. Basti pensare che Luigi Vigiu Secco, che nel 2017 è diventato il primo Babbo Natale di Mondojuve, a Torino, ha dovuto passare una dura selezione, avendo la meglio su 1700 candidati per portarsi a casa uno stipendio di 1800 euro netti per dieci giorni lavorativi. «La parte più bella sono le lettere dei bambini», racconta Clemente. «Li fai sedere sulle gambe e iniziano a leggere i loro desideri ad alta voce. Vedi passare bimbi di tutti i tipi, ognuno ti dà un’emozione diversa. C’è il più timido che per riuscire a capire cosa sta dicendo devi avvicinare l’orecchio a un millimetro dalla sua bocca. C’è lo spavaldo con una lista lunghissima di regali», continua. E ci sono le storie tristi. «Un bambino di otto anni l’anno scorso mi lesse la sua lettera e per poco non riuscii a trattenere le lacrime: “Per questo Natale vorrei che mia mamma scendesse giù dal cielo”». Bisogna essere pronti per sostenere il lavoro. Essere capaci di rispondere a tutte le domande dei bambini. Molte agenzie, infatti, richiedono Babbi Natale con esperienze pregresse proprio per questo motivo o viene imposto ai prescelti un breve corso di formazione per non essere impreparati. «I bimbi sono capaci delle domande più assurde. Semplici e banali in apparenza, ma difficili da affrontare. Per fortuna, da nonno di sei nipotini sono sempre stato capace di destreggiarmi bene», spiega Clemente. Tra i candidati Santa Claus spiccano sicuramente i pensionati. Hanno tempo a disposizione, lo spiegano sempre negli annunci, pazienza con i bambini e l’esigenza di arrotondare con qualche extra la pensione. Per eventi particolari, vengono arruolati invece attori, amatoriali o professionisti, che sappiano immedesimarsi a pieno titolo nella parte. Ma non mancano pure gli studenti, fuori dai tradizionali target richiesti per peso ed età, che vengono assoldati solo per girare per le strade tra mercatini e banchetti di Natale per propinare, con la scusa del costume che attira i bambini annoiati, offerte più o meno vantaggiose per le famiglie. E poi c’è chi il mestiere lo fa quasi per davvero. Non solo promette e accarezza i bambini, ma il giorno della vigilia di Natale, in un orario prefissato, porta il regalo scelto a casa. E seppur non riescono a calarsi dal camino come la tradizione e la favola imporrebbe, possiamo immaginare quanto sia stupefacente trovarselo di punto in bianco alla porta di casa. L’omone dei sogni, vestito di rosso, con un sacco pieno di regali. Li lascia scivolare sul pavimento. Il classico “Ohohoh”, qualche parola gentile e gli occhi incantati dei bambini che con le mani stanno già scartando i pacchi. E certo, dicevamo che per i signori Babbi è pure un business. Per le consegne a domicilio, a Pisa, sono 60 euro. A Roma il prezzo varia a seconda della fascia di orario. Cento euro per chi vuole che Babbo Natale bussi la porta di casa dopo le 23, 80 euro per chi opta per un orario più comodo come le 5 del pomeriggio. C’è Francesco ad esempio. Settantaquattro anni e una carica da far invidia. «Il giorno della vigilia lavoro fino a notte e qualche consegna la faccio pure il giorno di Natale. Sì non posso dire che i soldi non mi facciano comodo, ma pure gli occhi sgranati dei bambini... sono un regalo per me».