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 2019  dicembre 16 Lunedì calendario

Cannabis, la norma sulla liberalizzazione della vendita potrebbe essere dichiarata inammissibile

Il ritorno della cannabis light rischia di creare una nuova frattura all’interno della maggioranza proprio a ridosso dell’ultimo pezzo di strada della legge di Bilancio che comincia oggi con il voto in Senato e la fiducia posta dal governo. Anche se inserita nel maxiemendamento dell’esecutivo, la norma sulla liberalizzazione della vendita della canapa industriale voluta dai Cinque Stelle oggi potrebbe essere dichiarata inammissibile in quanto estranea alla materia. Nessuna scelta di campo da parte della presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati, ma solo un intervento «tecnico» spiegano da Palazzo Madama: «Il presidente del Senato, così come la terzietà connaturata al suo ruolo impone, per l’ammissibilità degli emendamenti non entra mai nel merito dei provvedimenti ma si limita a valutarne esclusivamente gli aspetti tecnici». E dubbi sull’ammissibilità dell’emendamento Cinque Stelle serpeggiano nelle stanze del Mef. Perché l’aver inserito in manovra la vendita della canapa industriale (purché il contenuto di Thc non superi lo 0,5%) è una scelta che fa discutere. E le opposizioni non si fanno attendere. Con Fratelli d’Italia che promette battaglia e la Lega che parla di «Stato spacciatore di droga».
Ma oggi, dopo l’ok della presidente Casellati, l’Aula di Palazzo Madama potrà passare alla votazione finale della manovra economica. Il governo metterà la fiducia sul maxi emendamento su cui il Mef ha lavorato fino a tardi e, dopo i rilievi della Ragioneria di Stato («interventi minimi, poche decine di milioni: le coperture ci sono», dice il viceministro dell’Economia Antonio Misiani), lo ha inviato al Senato.
Coperture
Smentito dal Mef il rischio coperture ma ci sono misure dell’ultima ora fino a 50 milioni
Un testo da 389 pagine con 960 commi, con norme che vanno dal taglio del cuneo fiscale per i lavoratori alle contestatissime tasse su plastica e bibite zuccherate, che nonostante le critiche restano, anche se ridimensionate: «plastic» a 45 centesimi di euro al chilo, incluso il tetrapak da luglio; «sugar» che slitta all’ottobre 2020. E poi sgravi contributivi al 100% per tre anni per i giovani apprendisti, ritocchi alle accise sui carburanti dal 2021, decreto su Alitalia, Robin Tax (+ 3,5% dell’Ires) per tre anni alle società concessionarie di servizi pubblici, tassa sulla fortuna (20% per vincite sopra i 500 euro da marzo 2020). E poi la cedolare secca per gli immobili che scende al 10%, ma salta quella per i negozi (e Confedilizia sale sulle barricate). Ecco il miliardo per le aree coinvolte dai Giochi invernali del 2026,i fondi per la metropolitana di Torino e quella di Milano, fino ai 50 milioni di euro per la Golf Ryder Cup del 2022. Ci sono poi le quote rosa nei Cda delle società quotate che salgono dal 30 al 40%. E più soldi per i disabili con un fondo da 1 miliardo e 365 milioni per tre anni. Scendono gli sconti in fattura sulle ristrutturazioni con eco e sisma-bonus, validi solo oltre 200 mila euro di spesa. Salta la stretta in base al reddito sulle detrazioni delle spese sanitarie.
Il testo
Il governo metterà la fiducia sul maxi emendamento, un testo da 389 commi
Ma il rischio coperture, anche se smentito dal ministero dell’Economia, preoccupa, soprattutto a vedere tutte le micromisure inserite di corsa all’ultimo minuto e che valgono fino a 50 milioni di euro. Ecco quindi ad esempio, i 3 milioni di euro per i carnevali storici, o i 300 mila euro per la nascita del Museo della Diga del Gleno e altri 300mila per il restauro di Villa Alari Visconti di Saliceto a Cernusco sul Naviglio. E poi i 500 mila euro per il Pistoia Blues Festival e altrettanti per il 150° anniversario di Roma Capitale. Una sorta di assalto alla diligenza causato dai due soli passaggi parlamentari della legge di Bilancio, con la Camera, dopo l’ok del Senato, che dovrà limitarsi a convalidare le scelte dei senatori senza modificare nulla. Il 31 dicembre si avvicina, i tempi sono troppo stretti, l’esercizio provvisorio va evitato a tutti i costi: la manovra deve diventare legge.