La Stampa, 16 dicembre 2019
Nel sacco di Babbo Natale ci sono bambole no gender, barbie disabili, peluche da abbracciare
È zeppa di giocattoli la sacca di Babbo Natale. Tradizionalmente questo è il momento in cui in Italia se ne regalano di più. Lo confermano le ricerche e le fiere, come quella sterminata di Norimberga o la milanese «G! come giocare»: lì si scoprono novità, mode e tendenze. Quest’anno alcune prevalgono su tutte: il giocattolo si fa «neutro», ovvero va bene per bambine e bambini e diventa sempre più «d’affetto»; i genitori cercano giochi da condividere con i figli, unendo l’utile al dilettevole con l’esplosione dei giochi scientifici; l’onda lunga di Leonardo500 ha colpito anche qui.
Il genere è neutro
È un trend in forte crescita: sono sempre più richiesti giocattoli gender neutral, non legati cioè agli stereotipi maschio/femmina. Un’esigenza che arriva proprio dalle famiglie, sempre più restie a imporre giochi che condizionino il futuro dei bambini in base al gioco. Meglio lasciare libero sfogo alla loro fantasia, senza preconfezionarne le scelte. In autunno aveva fatto molto parlare il lancio di «Creatable» da parte di Mattel: bambola priva di un sesso definito che non fosse quello che ogni bambino avrebbe deciso vestendola. In vendita per ora solo su Amazon, sta andando molto bene. Forse anche perché così dichiaratamente «neutral» c’è solo lei. Ma è categoria piena di giocattoli quella del «gender neutral»: gli immortali peluche e le innovative bambole empatiche, innanzitutto. Di stoffa e morbidose, hanno tratti poco realistici, sono perfette per essere abbracciate e aiutano a esprimere l’affettività. Sono così tenere e trasversali che vengono usate persino con i malati di Alzheimer. Dicono inoltre che siano perfette quando c’è un nuovo bimbo in arrivo in famiglia. Le più famose sono le svedesi Rubens Barn. A questa categoria appartengono le benefiche Pigotte dell’Unicef (che però non vanno in lavatrice).
Coccole, please
Della famiglia dei giocattoli che generano tenerezza e affetto fanno parte i peluche. Ora però ce ne sono di ancora più coccolosi: soffici fuori e soprattutto dentro, costruiti senza parti rigide. Sono perfetti per la cosiddetta hugs therapy, la terapia dell’abbraccio (e per questo consigliati anche per adulti in momenti di «fragilità» e ansia). A Milano il negozio «Biancolatte Hugs» li propone in decine di varianti. Ma ormai non è difficile trovarli nei toy store. Dal classico orso al coniglio, cani, gatti, scimmiette: qualunque animale si presta. Fisher Price per esempio propone un lama e un’adorabile lontra. Altri marchi raccomandati per qualità: l’olandese Happy Horse e l’inglese Jellycat. Anche Trudi, che di peluche tradizionali ne ha più di ogni altro marchio, ne propone qualcuno: il suo coniglio «Virgilio» ha una versione maxi, da 140 cm, dove è lui che ti abbraccia. Altri marchi ne hanno anche di più grandi, sui 2 metri e oltre: avvolgono più che abbracciare.
Giochiamo insieme
L’altra tendenza forte di questo Natale vuole che genitori e figli abbandonino tablet, smartphone e quant’altro per tornare a «fare» insieme. L’hanno chiamata Ready, Steady, Play. I giochi più gettonati sono le costruzioni dove la presenza di un adulto è in genere più che utile: si lavora in coppia. Il solido, vecchio, tradizionale Meccano resiste. Lego propone il montaggio di play set come il «Lunar Lander Apollo 11», a 50 anni dall’allunaggio, e «La Casa sull’Albero», primo gioco che usa parti in plastica di origine vegetale. In crescita esponenziale sono i giochi Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics). Appena usciti sono «Coding Robot» di Owi e alcuni «RobotMaker» di Clementoni, i «Mechanics» di Geomag, «Gravitrax» di Ravensburger: tutti da assemblare e con una forte componente scientifica: i robot si costruiscono e programmano, le costruzioni insegnano regole della fisica. Vanno bene anche puzzle, in mille versioni, fra tradizionali e 3D. Ravensburger è il marchio di punta. CreativaMente propone «scarabeo-puzzle» per bimbi, come «Parolandia»: per imparare italiano, francese, inglese e matematica di base con i pezzi in morbida plastica a prova di mani di bimbo piccolo. Ed è creativo il puzzle tridimensionale Binabobo: si fanno palle ma anche buffe creature.
Il puzzle 3D
Un po’ puzzle 3D, un po’ origami, è «Creagami» (CreativaMente): piccoli pezzi di carta fustellati si piegano e incastrano per realizzare animali, frutti, oggetti. Per sbrigliare la fantasia c’è il «Teatrino delle Ombre»: da quello di Ludattica con personaggi che non rimandano solo alle fiabe tradizionali a quello di Moulin Roty con sagome in tessuto; il libro delle Edizioni Corsare si apre e trasforma in piccolo palco; Papaton fornisce anche una app che dà accesso a colonne sonore e possibili trame alternative. In ogni caso ideare nuovi personaggi è alla portata di tutti: bastano, come si faceva una volta, forbici e cartoncino nero.
Leonardo per gioco
Nell’anno di Leonardo da Vinci non potevano mancare giochi ispirati alle sue invenzioni: Edu Science propone i modellini in plastica di alcune sue macchine come la «Farfalla Meccanica», «La Vite Aerea», «Il Sottomarino», «La Catapulta», «Il Deltaplano». Sono invece in legno quelli di Pathfinders (nei negozi «Don Chisciotte») mentre Atelier Leonardo con puzzle della Gioconda e kit riproduce i disegni (esiste anche in versione Picasso e Van Gogh). E tra i puzzle Ravensburger propone «L’Uomo Vitruviano» e «L’Ultima Cena».
Barbie oltre la Barbie
Crede nel superamento del dream gap Mattel e in una identificazione delle bambine che non è (solo) con la Barbie classica, bionda e glam. A Natale, dopo la vulcanologa Arianna Soldati, la stilista Alberta Ferretti e l’astronauta Samatha Cristoforetti, ha eletto Bebe Vio a modello di ispirazione femminile. E nella linea «Fashionistas», quella delle Barbie cicciottelle, piccolette e spilungone, ne ha inserita una in carrozzella e una con protesi alla gamba: un modo per combattere la disabiltà anche nel gioco.