La Stampa, 16 dicembre 2019
Nel 2019 sono state vendute all’estero 560 milioni di bottiglie di spumante. È record
Brexit e guerra dei dazi, per altro congelata sul fronte Usa-Cina, non fermano l’export delle bollicine italiane. Anzi, il dato di chiusura 2019 indica una crescita del 6% «con gli Stati Uniti a fare da traino a tutta la spumantistica nazionale», secondo il report diffuso dall’Unione Italiana Vini. Per Coldiretti «a fine anno sarà raggiunto per la prima volta il record storico annuale delle vendite all’estero per una quantità superiore a 560 milioni di bottiglie». La previsione è stata fatta sulla base dell’andamento delle spedizioni registrato dall’Istat nei primi nove mesi del 2019.
«Il vino italiano nel suo complesso sta per chiudere un anno positivo, pur sapendo che dovrà lavorare sodo per continuare a crescere ed aumentare la propria penetrazione nei mercati extra europei. Non a caso, internazionalizzazione e sostenibilità saranno i temi caldi su cui si concentrerà il comparto del vino italiano nel 2020», spiega Paolo Castelletti, segretario generale di Uiv. Sui mercati esteri qualche segnale di rallentamento arriva dal Regno Unito, limitato agli spumanti non Prosecco, mentre l’export verso il mercato tedesco dovrebbe chiudere l’anno in leggera contrazione. Buone notizie dal mercato russo e soprattutto da quello francese, divenuto quarta piazza a valore.
Secondo Coldiretti la contrazione sul mercato tedesco potrebbe essere legata al fatto che «stanno crescendo le imitazioni con la vendita di bottiglie di Kressecco o Meer-Secco prodotte in Germania che richiamano palesemente al nostrano Prosecco e che stanno invadendo molti paesi europei a partire proprio dalla Gran Bretagna dove viene venduto alla spina».
Si vedrà. Quel che è certo è che l’Uiv prevede una crescita delle vendite di tutte le principali denominazioni sia quelle a metodo classico, come Trento, Oltrepò Pavese e Franciacorta (+8% cumulato), che quelle a metodo italiano, come Asti e Prosecco (+7%) o provenienti da quei territori che in questi ultimi anni hanno visto un aumento significativo delle produzioni di bollicine, dall’Abruzzo alla Sicilia, passando per Toscana e Centro Italia.Per quanto riguarda l’Italia le stime dell’Uiv per il brindisi del periodo di Natale prevedono un consumo di oltre 78 milioni di bottiglie (6% in più sul 2018) di cui 74,7 milioni made in Italy (+8%) e il resto importate dall’estero (-25%).