la Repubblica, 16 dicembre 2019
I 120 anni del Milan
MILANO – I 120 anni del Milan sono una ricorrenza un po’ posticcia, a differenza del centenario, che nel 1999 venne assai più concretamente celebrato, con la conquista del sedicesimo scudetto. C’era la lira, all’epoca, e Zaccheroni in panchina già punzecchiato da Berlusconi, e in campo Maldini e Boban, che adesso, alla scrivania, si affannano nella ricostruzione della squadra, impantanata all’ottavo posto con Napoli e Torino e costretta a guardare la Champions come un cioccolatino proibito. Oggi che si ragiona in euro e che il pallone è dorato solo in superficie, perché i Palloni d’oro li hanno gli altri, gli economisti spiegano che il vero problema sta nel fatturato. Alla fine del secondo millennio il Barcellona era dietro il Milan, che ora invece fatica a superare i 200 milioni, mentre il Barça di Messi ha valicato il fatidico miliardo. Così la celebrazione del passato finisce per mettere soprattutto nostalgia. Ieri il luogo prescelto per la cena delle glorie – l’hotel Principe di Savoia in piazza della Repubblica – conteneva richiami storici lontani. Fu lì, nell’allora hotel du Nord et des Anglais, che il 13 dicembre 1899 Herbert Kilpin da Nottingham, tecnico tessile in trasferta italiana prima a Torino e poi appunto a Milano, fondò con altri connazionali il Milan Foot-Ball and Cricket Club. Però altri ricordi, più freschi e meno neutri, li evocavano le sale e le stanze del Principe: la celebre suite dei party di Ronaldinho all’ultimo piano o le finestre con vista su via Pisani, dove il ristorante Giannino ospitava il rito del dopopartita di Berlusconi e Galliani (ieri assenti), con l’allora presidente del Consiglio a mischiare calcio e politica nei comizi sull’uscio.