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 2019  dicembre 15 Domenica calendario

NON STATE SERENI: SIAMO SEDUTI SU 25 MILA BOMBE – DISINNESCATO L'ORDIGNO DI BRINDISI DOPO LA PIÙ GRANDE EVACUAZIONE DELLA STORIA: 54 MILA PERSONE AVEVANO DOVUTO LASCIARE LE LORO CASE - MA NON È UN CASO ISOLATO: IN TUTTA ITALIA L’ESERCITO FA BRILLARE OTTO BOMBE AL GIORNO E DI QUESTO PASSO CI VORRANNO DIECI ANNI PER METTERE IN SICUREZZA IL SOTTOSUOLO - LE REGIONI TRASFORMATE IN UNA GRANDE POLVERIERA SONO… - VIDEO -

A Brindisi, dall’alba di domenica mattina, decine di migliaia di persone hanno dovuto lasciare le loro case per permettere il disinnesco di una bomba del 1941, trovata per caso durante i lavori per l’ampliamento di un cinema. Si tratta dell’evacuazione più grande della storia, in Italia, in tempi di pace. Questa è la diretta delle operazioni.

Ore 11:15 A quanto si apprende da fonti dei vigili del fuoco, l’ordigno bellico a Brindisi è stato disinnescato. Resa innocua, la bomba sarà fatta brillare in una cava del brindisino domani.

Ore 9:55 Il sindaco di Brindisi Riccardo Rossi dalle 6.30 di questa mattina monitora la situazione dal centro coordinamento soccorsi nella sede della protezione civile, dove — in una sorta di «situation room» — si possono vedere le immagini riprese da 4 droni che sorvolano la zona rossa, dalle telecamere che stanno utilizzando gli artificieri e da quelle posizionate ai 41 varchi di ingresso alla città. «La situazione è sostanzialmente sotto controllo», ha detto.

Ore 9:50 Sono cominciate le operazioni di «despolettamento» dell’ordigno bellico. All’opera ci sono 15 militari, esperti artificieri dell’undicesimo reggimento genio guastatori di Brindisi, unità alle dipendenze della brigata Pinerolo. L’attività è stata avviata dopo che dal Centro di coordinamento soccorso presieduto dal prefetto Umberto Guidato, è giunta comunicazione dell’avvenuta evacuazione dell’intera zona rossa (un’area dal raggio di 1.617 metri dal luogo in cui trova l’ordigno bellico)

Ore 9:45 Secondo quanto comunicato dai vigili del fuoco di Brindisi, le operazioni di disinnesco dureranno circa 40 minuti. Si smonterà la spoletta per rendere innocua la bomba che poi domani sarà fatta brillare in una cava del brindisino.

Ore 9:30 Secondo una nota del Comune di Brindisi, «il traffico (in uscita dalla zona rossa) è regolare e le operazioni di disinnesco dovrebbero cominciare a breve». Dei 53.669 residenti nelle zone «rossa» e «gialla», però, solo 433 si sono recate nelle aree di accoglienza predisposte negli Istituti scolastici cittadini posti nei quartieri non interessati all’evacuazione.

Ore 8:55 Gli artificieri hanno spiegato di essere pronti a intervenire non appena ci sarà l’ok del prefetto.

Ore 8:45 I militari del Genio guastatori contano di terminare le operazioni entro le 13. Nel dettaglio, gli artificieri guideranno a distanza un braccio meccanico, già utilizzato in teatri di guerra, dall’Iraq all’Afghanistan, che dovrà disinnescare la bomba. Solo per l’ora di pranzo i 54 mila brindisini evacuati potranno far ritorno a casa. Per le ore della «città vuota», però, i centri commerciali periferici si sono attrezzati, anticipando l’apertura alle 8. E lo ZooSafari di Fasano ha previsto biglietti ridotti per i brindisini. Anche l’evacuazione, evidentemente, può diventare business.

Ore 8:25 Come scrivevamo qui, si tratta della più grande evacuazione mai effettuata in Italia in tempi di pace: 54 mila persone su un totale di 87 mila abitanti, più del 60% della popolazione. Il motivo della vastità dell’operazione è semplice: la bomba è stata danneggiata in uno dei due congegni di attivazione, e il rischio di esplosione è più alto rispetto ai ritrovamenti più «tradizionali».

E così oggi a Brindisi si ferma quasi tutto: aeroporto (dalle 9.30 fino al termine delle operazioni, perché la distanza di sicurezza iniziale sul piano verticale è pari a 1.244 metri) , ferrovie (dalle 7.30) e traffico stradale. Evacuati non solo le case che rientrano nella zona rossa, ma anche due cliniche (con i degenti trasportati all’ospedale Perrino) e il carcere. 

La città è deserta: nessuno può lasciare l’auto all’interno della zona rossa (per evitare che, in caso di scoppio dell’ordigno, possano essere danneggiate), tapparelle e persiane di tutte le case devono essere lasciate chiuse, e aperte le finestre. Nessuno può decidere di rimanere in casa, nemmeno a suo rischio e pericolo: chi violerà l’apposita ordinanza sindacale andrà incontro a una denuncia penale.

Le uniche eccezioni sono previste per chi ha patologie molto gravi — ed è già stato contattato dalla Asl che ha rilasciato la certificazione — oppure per chi è gravemente impossibilitato e in possesso di un certificato medico che sconsiglia lo spostamento. Ma occorre anche una liberatoria in cui la persona interessata o un suo familiare dichiara di assumersi la responsabilità di rimanere in casa.

 E per chi teme incursioni di ladri, le forze dell’ordine garantiscono il presidio di tutte le strade, anche con 5 droni che sorvoleranno la città, così come un Predator messo a disposizione dall’Aeronautica.

Ore 8:15 La bomba, di fabbricazione inglese, pesa 500 libbre, è lunga un metro e contiene 40 chili di tritolo. È stato sganciata, presumibilmente, nel 1941. La spoletta è stata danneggiata durante il ritrovamento.

Ore 7:45 Nei pressi del cinema Andromeda — dove è stato rinvenuto l’ordigno — è iniziato il primo briefing per il coordinamento dell’attività di messa in sicurezza della bomba: gli artificieri dell’undicesimo reggimento genio guastatori di Foggia potrebbero avviare le loro attività per la messa in sicurezza e poi lo spostamento dell’ordigno all’incirca alle 9.

Ore 7:30 Dall’alba di domenica è iniziata l’evacuazione di 54 mila persone dalla zona rossa all’interno della città di Brindisi per consentire il disinnesco di un ordigno bellico. La bomba è stata trovata il 2 novembre scorso all’interno del cantiere di ampliamento di un cinema multisala.

Dalle 5 del mattino i 41 varchi di accesso alla città sono chiusi. Più di 1000 gli operatori di forze dell’ordine impegnati nelle operazioni, circa 250 i volontari di protezione civile.

Claudia Osmetti per “Libero quotidiano”

Oggi Brindisi è una città fantasma. Dei suoi 88mila abitanti, ne restano a casa appena 34mila. Tutti gli altri, cioè la stragrande maggioranza, cioè ben 54mila persone, sono stati fatti evacuare.

Azzerato il traffico, bloccata pure la superstrada per Bari. Stop totale delle ferrovie, dell' aeroporto manco a parlarne. Sgomberati anche 217 detenuti e un numero imprecisato di pazienti in degenza in due cliniche diverse.

A Brindisi, dall' alba di questo 15 dicembre fino a che serve, gli unici uomini che circolano per le strade del centro sono gli artificieri del primo reggimento Genio guastatori di Foggia: e hanno le mani occupate su un ordigno bellico della seconda guerra mondiale. Devono mettere in sicurezza una bomba inesplosa, qualcosa tipo cento chili di esplosivo da disinnescare prima che venga giù mezzo Municipio.

Non è mica uno scherzo. Al contrario, è «un' operazione senza precedenti per garantire l' incolumità di tutti». Parola di Riccardo Rossi, il sindaco. È che a Brindisi è sbucata fuori una delle 25mila bombe che teniamo (senza saperlo) sotto il materasso, ed è sbucata fuori quasi per caso.

Come sempre. Succede che il cinema Andromeda, a due passi dalla questura, deve essere ampliato e succede che, mentre sta manovrando la sua pala meccanica, un operaio che esegue i lavori cozza con qualcosa di duro. Si affaccia e strabuzza gli occhi: non è un sasso, è un ordigno della Raf (l' aviazione britannica), sganciato in Italia nel 1941 e sepolto per 78 anni sotto le strade della Puglia.

Ci vogliono cinque settimane per organizzare il disinnesco: nel recuperarla, la bomba è danneggiata in uno dei due congegni di attivazione. Basta un piccolo errore per farla detonare. E allora la zona rossa, la zona a rischio, a Brindisi, è di quelle imponenti: ha un raggio di oltre un chilometro e mezzo (1.617 metri, per essere precisi), coinvolge il 60% delle abitazioni (e della popolazione) e l' ordine è tassativo, tocca chiudere anche il gas di casa. Non si sa mai.

TORINO E FIRENZE Un dispiegamento di misure cautelari mai visto (ma utilissimo) per un problema che (invece) si è visto fin troppo. Ché qui di ordigni bellici dormienti ne siamo pieni. Letteralmente. Il primo dicembre è toccato a Torino: «solita» bomba della Raf rinvenuta con gli scavi per il teleriscaldamento del centro, 10mila evacuati.

Poi è toccato a San Casciano, nell' area metropolitana di Firenze: venti bombe, 60 famiglie evacuate. Prima però c' è stato Bolzano, 4mila evacuati. A maggio è stata la volta di Adro (Brescia), 1.600 evacuati.

A gennaio di Ancona, 12mila evacuati. L' anno scorso lo stesso copione a Fano (23mila evacuati) e a Terni (9mila evacuati). E per il febbraio del 2020 gli artificieri hanno già un appuntamento in Trentino, a Romagnano: per ora si parla di 1.800 persone da spostare, ma il numero potrebbe salire.

L' agenda degli addetti ai lavori è fitta di impegni. Il fatto è che siamo seduti sopra un' immane Santa Barbara e non ci facciamo neanche caso. Lo insegnano alla Scuola nazionale dell' Amministrazione, quella che forma i prefetti dello Stivale: le dispense del corso «La bonifica da ordigni bellici» si trovano anche on-line.

E dicono che in Italia ci sono circa 25mila bombe inesplose, che l' esercito ne fa brillare otto ogni giorno. Vivaiddio ci sono loro. Di questo passo significa che ci vorranno ancora circa dieci anni per smaltirle tutte. Ammesso e non concesso che vengano recuperate, perché molte sono finite chissà dove.

La guerra al nazifascismo ha sganciato sul nostro Paese qualcosa come un milione di ordigni per un totale di oltre 378mila tonnellate di tritolo: non proprio una robetta. E però il 10% di questo arsenale (nel vero senso della parola) non è mai scoppiato. Vuoi a causa di qualche difetto di fabbricazione o per via di condizioni ambientali non favorevoli (al momento).

Lazio, Abruzzo, Molise, Friuli, Lombardia: è tutto una gran polveriera. Una bomba su quattro degli alleati è da recuperare. Senza contare le granate, quelle a mano e le mine che si rinvengono ogni giorno.

tante mine Nel 2014 l' associazione nazionale Vittime civili di guerra ha provato a tirare le somme e ha scoperto che ogni anno le nostre forze dell' ordine mettono in sicurezza circa 60mila ordigni di varia grandezza e potenza (non solo bombe dunque ma anche mine e le più pericolose, come quelle di Brindisi, non sono la maggioranza). Qualcuno si fa pure male.

L'ultimo bilancio disponibile è targato 2013: quell' anno ci sono stati undici feriti gravi, tra cui due ragazzini (sono spesso i bambini a farne le spese) che hanno perso la vista e un agricoltore che si è ritrovato la faccia ustionata dall' esplosione di un ordigno azionato mentre stava zappando la sua terra. Il rapporto bombe - popolazione è di uno a 2.400, lo Stivale non è proprio un campo minato ma non è nemmeno una prateria vergine. Siamo onesti.

Per cui ben vengano tutte le misure di prevenzione, a Brindisi fan bene. Che poi non si salvano nemmeno i mari: a giugno i palombari del gruppo operativo subacquei del comando Incursori della Marina militare hanno perlustrato palmo a palmo le acque lungo la costa di Siracusa. In undici giorni hanno neutralizzato 396 ordigni esplosivi e 4mila munizioni. Tra di loro c' era anche una mina inglese.