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 2019  dicembre 15 Domenica calendario

In tour con Fabio Volo

Alla fine dirà che chi ha capito tutto è Elena Ferrante: «Nessuno sa chi è, quindi non deve fare tour per promuovere i suoi libri». Ma Fabio Volo scherza: che sia fatto per stare in mezzo alla gente, alla sua gente, si capisce subito. Forse è questa carica inesauribile che lo sta sostenendo dall’uscita, a fine ottobre, del suo decimo romanzo – Una gran voglia di vivere, Mondadori, primo in classifica nella settimana di uscita e, da allora, rimasto ancorato alla top ten con 200 mila copie vendute ad oggi – impegnato com’è in un tour di circa quaranta date in tutta Italia (più due all’estero, Londra e Madrid). Con, dentro, un mini tour «viaggiante» di due giorni. Formula inedita: in treno, sei città per sei firmacopie più uno a bordo di un Frecciarossa in transito tra Firenze e Roma. E una presentazione a Modena, «fuori sacco». Una due giorni itinerante pensata perché Volo possa «raggiungere i lettori e incontrarli il più vicino possibile alle loro vite», direttamente alla stazione.
Sarà la carica inesauribile che lo tiene su o saranno le crêpe? L’appuntamento per l’avvio del mini tour è a Milano Centrale, sabato 7 dicembre. Frecciarossa 9504 delle 10 per Torino Porta Nuova. A bordo, Volo si toglie la giacca a vento e tira fuori la schiscetta dallo zaino: «Crêpe di avena, molto proteiche». Le ha fatte ieri sera con i suoi due bimbi, racconta: «Sono dolci se usi l’avena alla nocciola o alla vaniglia. Ma puoi farle anche salate e metterci dentro quello che vuoi». Magie proteiche, un po’ new age e un po’ ricordo della panetteria paterna, a Brescia, una vita fa. Ma Torino è vicina, il tempo di una crêpe (vuota) e al telefono dalla Feltrinelli di Porta Nuova avvertono che ci sono già un centinaio di persone in coda: alla fine saranno 130. Più di un’ora di firmacopie. Per ognuna Fabio ha in tasca un selfie, una dedica sul libro (scrittura grossa, in pennarello nero: «È per te? È un regalo di Natale?»), una battuta, un abbraccio. Il meccanismo è oliato: lo staff chiede i nomi e i libri per le dediche, prende in consegna cappotti e cellulari. Scattano loro le foto, così i lettori hanno le mani libere: autografo, posa e avanti un altro. Una catena di montaggio, ma divertente: nessun incontro è uguale all’altro.
È il popolo di Volo. Da Luisa, 61 anni, a Beatrice, due mesi, la fan più giovane nella fila torinese di stamattina. La mamma – Roberta, 31 anni – se l’è portata dietro perché la allatta. Ha un altro figlio, Edo: «Volo è uno di casa, la mattina lo ascolto alla radio mentre faccio le pulizie». I romanzi li ha letti tutt’e dieci, come quasi tutti qui. Come Roberta, 38 anni, e Marilena, che Fabio l’ha già incontrato una volta al Salone del libro, e Cristina, 49 anni, che vuole due firme, per lei e sua cognata. Debora, 38 anni, lo ha visto al Circolo dei lettori, qui a Torino, un mese fa: «Lui si dedica tanto ai fan e non devi impazzire per riuscire a incontrarlo di persona». Si viene in compagnia – «siamo amiche: possiamo fare la foto con un solo telefono?» – o da soli. I bambini e le donne incinte passano avanti. In tanti vogliono la dedica sulle copie che regaleranno ad altri, a Natale, ma la maggior parte è qui per incontrare il suo autore. Giorgia e Vincenzo hanno portato i figli di tre e un anno. La fan è lei, il marito accompagna: «Ci siamo innamorati grazie a Il giorno in più». Era il 2007, sei romanzi fa.
I fan lo amano e Volo li ripaga. Scherza con le forzate dei firmacopie: «Ho più foto con lei che con mia mamma». A qualcuno finge di scippare la borsa durante un abbraccio. Rossella, 30 anni, è in coda da un’ora: «E tra un’ora vado a lavorare. Se ho letto tutti i libri? Certo, e tutti comprati da me, questo è l’unico regalato». C’è la mamma con il figlio adolescente: lui non vuole farsi la foto – «ci tiene a far sapere che la fan sono solo io» – poi finirà col farla, trascinato dall’entusiasmo di Volo che travolge tutti: fidanzati, mariti, figli piccoli, padri, colleghe. Qualcuno si fa firmare il libro sulla pagina che ha amato di più, qualcuno rifà la fila «perché la foto è venuta male». Sara, 31 anni, e Anna, 55, sono madre e figlia, unite dalla passione per la lettura: sono qui dalle 9.30, partite da Asti con il treno delle 8. Giuliana, 45, viene da Rivarolo, è la seconda volta che prova a farsi la foto con Fabio: «Al primo tentativo sono arrivata tardi ma ci riprovo oggi, per lui questo e altro».
Altro treno, altra coda. Milano: da qui è partito il tour, il 22 ottobre, giorno di uscita di Una gran voglia di vivere. Allora era piazza Duomo, oggi è la Stazione Centrale, libreria Feltrinelli. Marinella, 55 anni, di Treviso, è partita ieri sera per essere qui da Fabio: «Una volta vorrei preparargli la colazione». Ma non basta leggere i libri? Serve vederlo di persona? «È tutta un’altra storia, solo così puoi capire davvero il suo mondo». Volo è uno di famiglia, gli lasciano lettere, canzoni, un regalo di Natale, tanti «buon viaggio», «sei dimagrito», «saluta Johanna» – la sua compagna – «e i bambini». Una ragazza gli lascia una copia di Una gran voglia di vivere: «Non è la prima volta che mi ridanno un mio libro con dentro appunti o pagine sottolineate, per alcuni i romanzi diventano una cosa personale, come un diario».
Si riparte, destinazione Bologna. In treno si scattano selfie: «Ma sei davvero tu? Sei più magro e più alto che in televisione». Alla stazione c’è il negozio del liquore Strega e parte il fuori programma: foto con romanzo e bottiglia a canna postata su Instagram, «voci di corridoio mi danno come prossimo vincitore del premio...». Il firmacopie questa volta si fa nel FrecciaLounge di Trenitalia, sala d’aspetto riservata. C’è un viaggiatore in attesa, spettatore involontario. Volo si scusa per il trambusto e fa due chiacchiere con lui: «Vado a Firenze a consegnare un premio di equitazione. Da giovane andavo bene a cavallo e li davano a me, adesso i giovani li premio io». È Mauro Checcoli, classe 1943, due ori ai Giochi olimpici di Tokyo del ’64. Il bello degli incontri alla stazione. Intanto i lettori sono in fila già da un’ora, per arrivare primi. Riparte la catena: firma, foto, saluti. Angela, 55 anni, è di Bologna: «Ho letto tutti i suoi libri, ogni volta che viene in città vengo a vederlo». Giulia arriva da Brescia, la città di Volo, è qui con il marito, è incinta: «Oggi sono 28 anni, volevo farmi un regalo di compleanno».
Per oggi il mini tour è finito ma la giornata di Volo e compagni (bodyguard, staff, fotografo) ancora no: alle 19 si parte per Modena, in auto. Prima che la due giorni itinerante prendesse forma era già in calendario un incontro all’auditorium del Forum Monzani. Capienza: mille persone. Un’ora di presentazione, due di firmacopie, poi si rientra a Bologna. E domani si riparte.
Volo, ci vuole un fisico bestiale? «La fatica più grande – assicura lui – è di testa, ogni persona che incontro mi racconta qualcosa, mi dice nomi, storie, devo tenere fissa l’attenzione». Palestra tre volte a settimana per il corpo, la mente si allena con l’interesse per lo sciamanesimo: «Ho incontrato sciamani in Messico e in Amazzonia». In libreria, nelle pause dei firmacopie, lo sguardo dello scrittore si ferma sugli scaffali che raccontano di antropologia e meditazione.
Domenica mattina, 8 dicembre, da Bologna Centrale a Firenze. Il firmacopie è alle 11.30, alla Feltrinelli di Santa Maria Novella. Sono in 150 in attesa. Il tempo non è molto: alle 12.43 parte il Frecciarossa 9419 per Roma Termini. Questa volta la formula è nuova: si firma direttamente a bordo treno, i libri se non li hai te li regalano Trenitalia e Mondadori. L’annuncio lo fa Volo stesso, dall’altoparlante: «Vi aspetto nella carrozza 4». Lui seduto davanti a una pila di copie, la gente in fila lungo i corridoi delle carrozze. C’è chi ha preso il treno perché sapeva che lo avrebbe incontrato, per gli altri è un fuori programma inatteso. Uno dei viaggiatori in coda è una ragazza australiana. Coincidenza doppia, visto che Volo ha fatto da non molto un lungo viaggio da quelle parti e un percorso molto simile è anche al centro di Una gran voglia di vivere. Viaggio reale e viaggio della mente: «Il mio libro racconta di una coppia in crisi – spiega l’autore – e credo che la crisi assomigli a un viaggio in una terra straniera, con altre regole e posti sconosciuti». E lui, Volo, per chi si sarebbe messo in viaggio? «Da fan, per i Rolling Stones. Ma non vuol dire che io mi senta Mick Jagger se la gente viene qui per incontrarmi». Le ragioni di tanto affetto se l’è mai spiegate? «Io faccio tante cose ma più che il cinema e la televisione credo che siano la radio e i libri a darti questo tipo di popolarità, a renderti così vicino alle persone: lì sei tu che racconti, che entri in macchina e nelle case della gente».
Intanto il treno arriva a Roma Termini. Il firmacopie è alle 15 nella libreria Borri Books, attaccata all’ingresso della stazione che guarda piazza dei Cinquecento. L’ultimo treno della giornata porta a Napoli Centrale, altro bagno di folla. Per il Fabio Volo romanziere è la prima volta a Napoli tra i suoi lettori e l’attesa non tradisce. Foto, firme, abbracci. «Fabio, fammi una dedica che mi porti fortuna». A fine serata Volo deve risalire sul treno per Roma: il giorno dopo, lunedì, c’è la radio e l’ospitata a Otto e mezzo, la trasmissione di Lilli Gruber su La7. Mercoledì c’è la presentazione del libro a Seregno, in Brianza, venerdì la tappa a Londra. Si cena con pizza nel cartone e birra nello scantinato della Feltrinelli di Napoli Centrale. Foto su Instagram e il mini tour si chiude.