il Giornale, 15 dicembre 2019
Stando alle previsioni, venerdì, in Australia le temperature dovrebbero toccare i 50,8 gradi
A Oodnadatta, minuscolo centro nei pressi del deserto di Simpson nel sud dell’Australia, c’è ancora qualcuno che ricorda quell’infernale 2 gennaio 1960. All’ombra dell’unico negozio di alimentari e delle 47 baracche degli allevatori si boccheggiava a 50,7 gradi. Quella era epoca di pacifisti e non di ambientalisti feroci. E così la giornataccia passò, diciamo, in cavalleria. Però il coprifuoco e decine di bovini morti furono l’istantanea di una giornata (per l’epoca) apocalittica. Come fossimo a Bagdad, dove in estate la gente è preparata al peggio. Anche a barricarsi in casa col condizionatore.
Ma siamo nell’emisfero australe, dove di solito di questi tempi fa caldo (all’Australian open c’è sempre qualche tennista che sviene dal caldo) quasi mai però si superano i 38 gradi. La prossima settimana – intorno a venerdì – potrebbe esserci il giorno più caldo della storia australiana con 50,8 gradi. Pare certo. Picchi di caldo abnormi che si sposteranno da ovest a est e che stanno costringendo i meteorologi a introdurre nuove tonalità nella scala cromatica delle temperature. Come il violetto, tinta che regna sovrana in medio oriente per cinque mesi l’anno. L’anno scorso di questi tempi c’erano 42 gradi di media (48 di picco) da nord a sud, e le agghiaccianti foto di 40 cavalli morti nei pressi di una pozza prosciugata facevano il giro del mondo. Ci risiamo. L’ondata di caldo avrà il suo apice venerdì e, pare certo anche qui, farà strage di cavalli e cammelli. I pipistrelli continueranno a cadere dagli alberi e la frutta si cuocerà prima che venga raccolta. Nel frattempo, la scorsa settimana 57 incendi hanno mandato in fumo milioni di ettari di vegetazione nel New South Wales e carbonizzato migliaia di canguri e koala. Spostandoci nei grandi centri a Sidney la colonnina di mercurio ha raggiunto i 46 gradi. Un valore che ha infranto il record del 1939, quando nella metropoli erano stati raggiunti 45,2 gradi.
Più in generale è un clima caldo e arido che per durata, estensione e gravità è senza precedenti. Il problema sono soprattutto i piccoli centri, quelli con meno risorse idriche. A Tarcoola, nel meridione, giovedì sono previsti almeno 47 gradi, a Port Augusta 46, a Cooder Pedy 45,5. E, in attesa del big-one di venerdì, già affiorano cumuli di pesci morti sulle rive dei fiumi Murray e Darling, il grande bacino fluviale del Paese. E già che per evitare una nuova moria, il governo del New South Wales aveva fatto installare apposite pompe d’ossigeno. Nel dettaglio il bollettino dice che la prossima settimana il caldo estremo proseguirà nell’Australia occidentale e interesserà anche gran parte di quella meridionale, dove Adelaide dovrebbe sperimentare massime sui 43-44 gradi il 17 e 19 dicembre, 42 gradi il 19 dicembre e 43 gradi il giorno successivo. A Melbourne, nello stato di Victoria, si prevede che la temperatura raggiunga i 42 gradi il 20 dicembre. Caldo anomalo che colpirà anche le aree del Nuovo Galles del Sud e le parti meridionali del Territorio del Nord. Avvisi antincendio sono stati emessi anche per parti dell’Australia occidentale e del Queensland. «Ci aspettiamo condizioni incredibilmente calde, ma nulla in confronto a quello che accadrà in molte aree del sud dell’Australia che nei prossimi sette giorni soffocheranno a oltre 48 gradi», ha annunciato la locale meteorologa Diana Eadie. Per la cronaca il Paese potrebbe vedere ritoccato persino il record di temperatura media più alta. In pratica quando tutte le temperature massime registrate in un dato giorno vengono combinate. Quel record è ancora di 40,3 gradi e risale al 7 gennaio 2013. Facile prevedere qualche interessante novità.