Libero, 15 dicembre 2019
Se la Brexit funziona la Ue è morta
La vittoria del conservatore Boris Johnson e il suo annuncio che il 31 gennaio prossimo Londra lascerà l’Unione Europea ci danno molta soddisfazione. Non perché siamo dei sovranisti, ma in quanto ci piace che l’opinione degli elettori venga ascoltata. Gli inglesi avevano detto tre anni e mezzo fa che si erano rotti le scatole della Ue. Tutti noi pensavamo che la democrazia più antica del mondo avrebbe realizzato di lì a poco la volontà del suo popolo, invece è partita una trattativa sfinente, con grotteschi tratti di comicità, in cui l’immagine britannica si è offuscata fino allo sputtanamento. A ridare dignità (...) segue dalla prima PIETRO SENALDI (...) al Regno Unito ci ha pensato un uomo che i nostri intellettuali e i nostri politici e giornali di sinistra hanno dipinto a lungo come un buffone, benché si sia laureato a Cambridge e abbia fatto il sindaco di Londra per due mandati, facendo decollare la seconda città al mondo. Per ridimensionare il suo trionfo ora i democratici ci dicono che il suo rivale, il laburista Corbyn, è un poveretto. Non lo sappiamo, certo questo veterocomunista è il meglio che la sinistra, la finanza e il mondo globalizzato che non voleva la Brexit, hanno trovato per farsi rappresentare, e quindi sono cavoli degli intelligentoni che l’hanno scelto e sponsorizzato se non era l’uomo adatto. I PROFETI DI SVENTURA Si affannano a spiegarci che i ricchi, i colti e i giovani hanno votato contro la Brexit e Johnson, primo ministro al quale ora pronosticano un futuro difficile. Coloro che sostengono questo sono gli stessi che nel 2016 ci dicevano che la sterlina sarebbe crollata, Londra sarebbe diventata come Nuova Delhi e l’Inghilterra sarebbe tornata quella degli anni Settanta, piena di disoccupati e sull’orlo del fallimento dopo la decarbonizzazione. Non è andata così, come non sarà un disastro la Brexit, che ci sarà e non ucciderà l’Inghilterra bensì l’Unione Europea, della quale Johnson non è il killer ma semplicemente il medico che constata il decesso. A differenza degli esponenti del Pd, noi siamo convinti che gli inglesi non siano degli stupidi e ci sono mille anni di storia almeno a dimostrarlo. Il voto, che è stato contro la Ue prima che a favore dei conservatori, ha spiegazioni molto semplici. I britannici sono mercanti. Quando l’Europa si chiamava Comunità Economica Europea ed era un’istituzione aperta, Londra ci è entrata e ha fatto affari, traendone ogni beneficio, senza mai, da Paese fiero, cinico e astuto, cadere nella trappola dell’euro. Allorché la Cee è diventata Unione Europea, e anziché offrire opportunità ha cominciato a dettare regole e togliere sovranità, alla Gran Bretagna è subito parsa la gabbia che è e la maggioranza dei sudditi di Sua Maestà ne ha sviluppato profonda allergia. Era impensabile che, dopo due guerre mondiali vinte contro i tedeschi, il popolo britannico accettasse di sottostare alle regole imposte da Berlino, per di più vantaggiose solo per i tedeschi e i Paesi satelliti del Quarto Reich. Il 31 gennaio 2020 sarà il 25 aprile dell’Europa. La Brexit è una liberazione e il trionfo della democrazia. È un segnale politico che sarà di monito all’Unione e di esempio per altri Stati. La Ue è un club, non una prigione, pertanto è giusto che chi non ne condivide più princìpi e regole possa andarsene. Bruxelles ora ha un’unica occasione di riscatto: agevolare l’uscita, dimostrandosi liberale, anziché ostacolarla, rivelando la propria natura dittatoriale. Se non lo farà, tanto vale che si sciolga o che Berlino annetta a uno a uno tutti gli altri membri. L’esempio inglese dimostra che, se tieni i cittadini per tre anni e mezzo nel limbo, ignorandone le intenzioni nella speranza che si dimentichino quello che hanno votato, anziché convincerli finisci per incattivirli, e quando arriva il giorno delle urne gli elettori non perdonano. DIVISI SI PERDE La Brexit è l’inizio della fine per un sistema di potere che si sta rivelando fallimentare ed è quello che in un certo senso sta avvenendo pure in Italia. La gente non ha mai dato la maggioranza alla sinistra e si è ritrovata prima Monti e poi per cinque anni il Pd. Per disperazione si è buttata su Grillo, pentendosi subito e dimostrandolo ogni volta che, in tutta la Penisola, è stata richiamata al voto. Ora ci ritroviamo con un governo che la gran parte degli elettori non vuole e retto da partiti in guerra tra loro. Più durerà questa situazione, più sarà clamoroso il successo del centrodestra, Salvini, Meloni e Berlusconi. Per spaventarci adesso dicono che la Brexit comporterà la fine del Regno Unito: la Scozia si staccherà dall’Inghilterra, l’Ulster se ne andrà per i fatti suoi e il Galles chi lo sa. Bene, così almeno riusciremo a capire perché la Gran Bretagna abbia cinque nazionali di calcio diverse.