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 2019  dicembre 15 Domenica calendario

Doppietta a St. Moritz, Goggia e Brignone prima e seconda nel SuperG. Non succedeva da 18 anni


Un centesimo, 27 centimetri, senza un bastoncino alla Bode Miller, e la smorfia mascalzona: vince così, imperfetta e sporca, alla Sofia Goggia. «Parlavano di crisi, invece io sapevo che c’era soltanto da mettere insieme i pezzi». O anche perderli, come a 8 porte dal traguardo, quando la bergamasca si piega dopo il salto quasi a toccare con l’orecchio la neve, pigia il guanto sinistro nella riga blu e ci pianta come un ramo secco la racchetta. Poi prosegue fino a valle, monca ma quasi intera in quella mancanza, finché la luce verde si accende sul tempo di 1’12"96: giù dal trono Federica Brignone. Che, per quel centesimo e quei 27 centimetri, un alito di vento e molta impeccabilità in più, scivola al 2° posto: «Brucia, non lo nego, ma Sofi è stata più brava, ha osato e chi vince ha sempre ragione». Doppietta delle sorelle d’Italia, talvolta acerrime rivali, nel superG di St. Moritz. La seconda della stagione, dopo quella nel gigante di Killington vinto da Marta Bassino sempre davanti a Brignone, il 30 novembre scorso, e l’undicesima per lo sci azzurro in rosa. Terza e quasi sempre scomoda in tale sequenza (in 1’13"09) Mikaela Shiffrin, 24enne fenomeno americano, vincitrice qui l’anno scorso. E che ci ha riprovato su un tracciato disegnato dall’allenatore della squadra delle velociste Usa, Chip White, che sulle 38 porte e 35 curve dell’Engadina ci ha voluto mettere, per poi essere un po’ emendato, molta speed.Ma il cielo svizzero non è neutrale, da terso si converte in un istante in crespo, premiando o punendo a caso. Federica prende il fresco col pettorale 9, scia in maniera egregia, quasi troppo, e si disegna la leadership: «Ci stavo credendo». Ma sotto la luce e col numero 16, ecco Sofia: al 1° intermedio è al comando con 11 centesimi, al 2° è in ritardo di 22, al 3° di nuovo in testa di 14 dopo essere atterrata lunghissima sul salto centrale. 101,33 km/h, 96,22 di media. Sul dosso, via il bastone. Un intralcio, anzi un soffio. Due italiane a braccetto qui, nel superG, non si vedevano da 18 anni, da Karen Putzer e Daniela Ceccarelli. Per Sofia e Federica, antagoniste non sempre amiche, è la prima volta insieme da sole. Abbracci, sorrisi, linguacce e selfie. Sono cresciute le ragazze terribili che a St. Moritz soltanto due anni fa ai Mondiali in cui Sofia prese l’unica medaglia della spedizione (bronzo in gigante, una specialità di Federica), si sopportavano a stento, sebbene in modi e dosi diversi. «Stiamo insieme in squadra per molta parte dell’anno, se riusciamo a divertirci, tutto di guadagnato» dice con filosofia Sofia, 27 anni, al suo 7° successo (il 3° nella specialità) e al 26° podio in Coppa. «Cosa ho combinato? Ho perso un bastoncino nell’atterraggio dopo un salto, ci ho messo così tanta forza per rimanere in piedi e restare in linea che ho perso il controllo delle mani. È un’altra bellissima doppietta. Il clima in squadra è molto positivo, con tanti risultati importanti tutto il team spinge verso la vittoria, si vive serenamente». E si fa alla Sofi: una valanga.Era nell’aria. Stagione senza Mondiali e Olimpiadi, forse troppo vuota per la bergamasca: fuori alla 1 ª manche nel gigante d’esordio a Soelden, 11 ª a Killington, 6 ª e 12ª nella discesa di cui è campionessa olimpica a Lake Louise, dove non ha concluso il superG. «Ma no autoflagellazione prima né esaltazione ora». Però con Mameli alza le mani e dà il tempo come un direttore d’orchestra, poi a occhi chiusi intona pò-pò-pò. Per Fede, 29 anni, bronzo olimpico in gigante a PyeongChang, figlia di Ninna Quario, ex Valanga Rosa negli anni 80, il 30° podio con un velo di broncio e il controcanto: «In cima ho beccato un po’ di vento, ma sono riuscita a fare i passaggi tattici in maniera giusta». 100,9 km/h la sua punta di velocità (96,20 la media). «Mi è dispiaciuto solo per il salto nella parte finale che mi ha costretto a correggere la linea: avrei potuto guadagnare ancora qualcosa. Ma ho sciato bene e sono molto contenta, anche della doppietta». Fast and Furious, sugli sci.