Corriere della Sera, 14 dicembre 2019
Scribit, il robot che scrive, disegna e cancella sulle pareti premiato dal Time
Chi fu il primo «startupper» italiano costretto a cercare all’estero i capitali per realizzare la sua grande idea? Cristoforo Colombo: per finanziarsi dovette chiedere a Isabella di Castiglia. Carlo Ratti ha fatto un ragionamento simile: ha cercato i capitali nel mondo, con una campagna di crowdfunding su KickStarter. È così che è nato Scribit, il robot che scrive, disegna e cancella sulle pareti (opportunamente coperte con una speciale vernice), che il settimanale americano Time ha segnalato tra le migliori invenzioni del 2019. «In realtà – racconta Ratti, direttore del Senseable City Lab dell’Mit di Boston, professore universitario e archistar con il suo studio di design e innovazione Carlo Ratti Associati – l’idea mi venne molti anni fa vedendo un documentario sulle Grotte preistoriche di Lascaux. Pensai che sarebbe stato interessante poter riprodurre sulle pareti di casa quei disegni». Come avviene talvolta nell’esistenza di chi vive di curiosità quel progetto era finito in un cassetto a discapito delle altre molte cose che Ratti ha fatto in questi anni, come progettare il supermercato del futuro all’Expo di Milano del 2015, lavorare allo Science and innovation Park di Milano sempre nell’ex area Expo o, più di recente, vincere la gara che lo porterà a firmare, con Italo Rota, il Padiglione Italia per l’Expo di Dubai del prossimo anno.
«Avevamo bisogno di capitali – ricorda – e così abbiamo deciso di puntare su una campagna su KickStarter dove però la maggior parte delle iniziative non raccoglie quasi nulla. Ci eravamo dati come obiettivo una raccolta minima di 100 mila dollari». Ma è andata molto meglio: con 2,4 milioni, una delle migliori campagne di sempre sulla piattaforma, il progetto ha costruito la fabbrica vicino a Torino. Il robot premiato dal Time si può dunque definire italiano a tutti gli effetti.
Per capire come può essere utilizzato basta usare la fantasia o, in subordine, andare sulla pagina dedicata a Scribit Design su Instagram dove chi lo ha acquistato posta le proprie pareti in continua evoluzione: pensate di voler vedere comparire Albert Einstein oggi nel vostro salotto e, domani, John Lennon. Scribit si mette all’opera ed esegue.
Una delle possibili applicazioni può essere la personalizzazione delle stanze d’albergo: mettete sul vostro profilo l’immagine con cui vorreste essere accolti e la troverete, al posto di quei fastidiosi «welcome» sul monitor della tv. Creatività italiana: è da millenni che ci salva.
Ancora: pensate di veder comparire nel vostro studio la vignetta di Giannelli che ogni giorno esce sulla prima pagina del vostro Corriere. Bella idea? Ci hanno già pensato: il vignettista del New Yorker Bob Mankoff ha presentato l’accordo pochi giorni fa. I proprietari di Scribit potranno usarlo per i suoi famosi cartoon al vetriolo.
È digitale, ma è anche fisico. In linea con l’evoluzione di conoscenza e arte che sempre di più stanno cercando punti di ricaduta tangibili per rinnovarsi dopo una troppo affrettata elaborazione del lutto causa Internet. D’altra parte è proprio la specialità di Ratti che al Mit ha intuito che le città sarebbero diventate smart – o senseable, come preferisce lui – già molti anni fa. Per inciso, accanto a Gutenberg, la stampa a caratteri mobili era stata studiata anche dal suo contemporaneo Panfilo Castaldi. Coerente, dunque, che il robot che scrive sia arrivato da un altro italiano.