la Repubblica, 14 dicembre 2019
Candidare la Segre per il Nobel per la Pace. Fico e Casellati dicono sì
C’è un’idea su cui i politici italiani sono d’accordo. È quella di candidare Liliana Segre al premio Nobel per la Pace. «La accolgo con convinzione e apprezzamento» dice subito la presidentessa del Senato Elisabetta Casellati. Gli fa eco dall’altro ramo del Parlamento Roberto Fico, presidente della Camera: «Lei rappresenta una figura di riferimento per tutta l’Italia».Ieri mattina il sindaco Pd di Pesaro ha formalizzato la sua proposta. Matteo Ricci, in diretta su Twitter e Facebook, ha firmato la lettera per i presidenti di Camera e Senato e per i capigruppo di tutti i partiti. Chiede che sostengano la candidatura della senatrice a vita Liliana Segre e inviino una richiesta ufficiale al Comitato del Nobel, che ha sede a Oslo.L’idea era stata lanciata dal sindaco di Pesaro in un’intervista apparsa ieri su Repubblica. Ricci, 45 anni, è anche vicepresidente dell’Anci, l’Associazione nazionale comuni italiani. Con il primo cittadino di Milano Beppe Sala ha ideato la manifestazione di solidarietà a Liliana Segre “L’odio non ha futuro”, che martedì ha raccolto 600 sindaci e migliaia di cittadini a Milano attorno alla senatrice 89enne che, dopo essere scampata ad Auschwitz, ancora oggi riceve minacce antisemite e per questo è stata messa sotto scorta.«Parliamo di una donna che porta avanti i valori più sani per una società: il dialogo e il confronto contro ogni forma d’odio» prosegue Fico. Per il segretario del Pd Nicola Zingaretti la proposta di Matteo Ricci è «bellissima» e rappresenta «la risposta più forte a una stagione in cui c’è chi prova a riaprire la porta a odio e intolleranza». La pensa come lui il compagno di partito Dario Franceschini, ministro dei Beni Culturali: «Difficile immaginare chi lo meriti di più».Il Nobel per la Pace viene assegnato a ottobre. Quest’anno è andato ad Abiy Ahmed, premier dell’Etiopia. Liliana Segre lo merita, secondo il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli (5 Stelle), perché «il suo messaggio è antitetico a qualsiasi forma di intolleranza. La sua storia e i valori che incarna sono un esempio a livello mondiale». E si allunga la lista dei Comuni che vogliono concedere a Liliana Segre la cittadinanza onoraria, dopo che il sindaco leghista di Biella, a fine novembre, la negò (salvo poi scusarsi). Città e paesi che hanno riconosciuto la senatrice come propria cittadina sono un migliaio. Ieri si sono aggiunti Modena, Livorno, Prato, Vinci.Il sindaco di Milano Beppe Sala conferma che «l’idea del Nobel è strepitosa». Anche se «dobbiamo capire se ci sono le condizioni. Sarebbe sbagliato esporre la senatrice a una corsa in cui non ha possibilità». Al Nobel 2020 manca ancora tempo. Nell’attesa Liliana Segre continuerà a giocare il suo ruolo: «Quello di una donna straordinaria – dice Casellati che rappresenta coloro che, nella parte più buia della nostra storia, si sono sacrificati per fare dell’Italia una nazione libera e democratica».