La storia del calcio in 50 ritrati, Centauria 2019, 13 dicembre 2019
Breve biografia di Bill Shankly
2 settembre 1913 (Glenbuck, Scozia) 29 settembre 1981 (Liverpool, Inghilterra)
Se ogni allenatore aspira a dotare la sua squadra di un’anima, i più grandi sono riusciti nel tempo a darla direttamente al club. Il Liverpool non sarebbe il Liverpool senza l’opera di Bill Shankly, il tecnico scozzese che nel 1959 lo raccoglie in seconda divisione e, quindici anni dopo, lo lascia un po’ a sorpresa quando è ai vertici del calcio britannico. Il suo bilancio parla di tre campionati, due coppe d’Inghilterra e una coppa Uefa, ma la semina deve ancora dare i frutti più copiosi, le quattro coppe dei Campioni vinte da Paisley e Fagan a cavallo degli anni 70 e 80: con tutto il rispetto per i tecnici che completano il lavoro, l’uomo che ha reso tutto possibile resta Shankly, e ancora oggi il primo volto che vedete su una bandiera quando una telecamera inquadra la Kop è il suo, come la statua davanti al museo di Anfield.
Se dal punto di vista tattico può a buon diritto essere considerato un precursore del calcio totale, col suo sistema di passaggi fitti, i continui triangoli “dai e vai” e le improvvise aperture sulle fasce ad allargare il gioco che compongono il football generoso mai più abbandonato dal Liverpool, Shankly è soprattutto un leader di uomini, che “scopre” da ragazzi e guida al successo forgiandone tecnica e personalità. Dal campione del mondo Roger Hunt al protagonista degli anni 70 Kevin Keegan, non si contano le stelle cresciute sulla Mersey da quest’uomo burbero e simpatico, molto legato alle sue origini working-class e creatore di numerose battute entrate nel Pantheon della cultura calcistica. A chi gli chiedeva il perché della sua maniacale cura per la preparazione atletica rispondeva “un giorno potrò dirmi il cadavere più in forma del cimitero”. A chi gli chiedeva della rivalità con l’Everton ribatteva “in città ci sono due squadre, il Liverpool e le riserve del Liverpool”. E a chi sollecitava il suo punto di vista sul football replicava serio “alcuni dicono che sia una questione di vita o di morte, ma è una visione riduttiva. È molto, molto di più”.