La storia del calcio in 50 ritrati, Centauria 2019, 13 dicembre 2019
Breve biografia di José Mourinho
26 gennaio 1963 (Setubal, Portogallo)
Prima di qualsiasi altra cosa, José Mourinho è un professionista. La prima mossa dopo la firma del contratto con l’Inter è chiedere alla nostra ambasciata a Lisbona il miglior insegnante di italiano su piazza, e per tre mesi studia con lui dal mattino alla sera. L’ultima lezione, il giorno prima della presentazione alla stampa, si chiude con una richiesta mirata: una parola che, usata nel giusto contesto, renda l’idea di che razza di personaggio sia arrivato in Italia. Il giorno dopo ad Appiano, a un giornalista che cerca di fargli confessare un interesse per Lampard, José ribatte il famoso “io non sono pirla”, e la Milano nerazzurra è conquistata prima che la squadra abbia messo piede in campo. Riletto adesso, tutto ciò che sarebbe venuto è la logica conseguenza di quella battuta.
Nessuno è stato capace di piegare i media ai propri disegni come Mourinho, muovendosi in un mondo che si ritiene molto intelligente, e che non ha mai capito fino a che punto lui lo manipolasse. Il primo a rendersene conto fu Guardiola, che con la celebre conferenza stampa del “puto amo” – prima del Clasico d’andata della semifinale Champions 2011 – gli concesse platealmente la coppa delle parole, rivendicando però per il suo Barça quella del campo. Mourinho perse la sfida, ma la stagione successiva si prese una succosa rivincita. Ha vinto con i club più diversi: il piccolo (a quei livelli) Porto, l’ambizioso Chelsea, la nobile decaduta Inter, il “ministero” Real Madrid, un Chelsea-bis molto più conservativo. Tatticamente, di tutte queste squadre verrà ricordato poco: ottime fasi difensive, pressing selettivo a centrocampo, campioni messi nelle migliori condizioni di esprimersi in attacco. Psicologicamente, invece, ciascuna di loro merita un posto nella hall of fame per l’unione dei suoi elementi, la determinazione a prevalere, l’implacabile abilità nello sfruttare i momenti giusti per colpire. José è il loro dominus, un generale da tempi di guerra amato dai suoi uomini e temuto dai rivali. Decisamente non un pirla.