Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  dicembre 13 Venerdì calendario

Breve biografia di Miroslav Klose

9 giugno 1978 (Opole, Polonia)
Il sospirato gol numero 16, quello che gli vale il primato solitario nella classifica all time dei cannonieri dei Mondiali, è storia al quadrato, nel senso che fissa un sorpasso storico (al Ronaldo brasiliano) all’interno di una partita destinata a entrare nel grande libro del calcio con il nome di Mineirazo. Del 7-1 col quale la Germania devasta il Brasile nella semifinale del 2014, Miro Klose iscrive a referto il gol del 2-0: quello decisivo perché la diga crolla lì, al minuto 23, tanto che già al 29’ il risultato recita un irreale 5-0. Sono a Belo Horizonte, quel giorno, e ricordo che le prime lacrime arrivano su quel gol, perché chi ha comprensione del gioco capisce che non ci sarà redenzione, siamo soltanto al principio della notte. Klose lo segna con la sua solita leggerezza rapace, ribadendo in rete con freddezza la prima respinta di Julio Cesar. È sempre stato un freddo, Miro, fin dalla nascita oltre cortina, in Polonia nel ’78: undici anni prima della caduta del Muro, che lo trova comunque già in Germania, piccolo bomber nelle squadrine della Renania.
Il senso di Klose per il gol è un talento innato. Segna sempre e ovunque, dall’Homburg al Kaiserslautern, dal Werder al Bayern fino alla Lazio, dove vive cinque stagioni di luminoso crepuscolo. Ma la vera impresa, quella che gli vale un posto nell’olimpo, è il record dei gol mondiali, realizzato nell’arco di quattro tornei – dal 2002 al 2014 – e valorizzato all’ultimo tentativo dalla conquista del titolo. Klose apre la sua collezione con una tripletta all’Arabia Saudita – tutti gol di testa – e l’esultanza con salto mortale diventa rapidamente un brand. In Asia segna altri due gol, a Irlanda e Camerun. Quattro anni dopo, in casa, Klose infligge due doppiette a Costarica ed Ecuador, e un gol all’Argentina che nel 2010 viene battuta altre due volte dopo le reti ad Australia e Inghilterra. Nel 2014, infine, i due gol che gli servono per scavalcare Ronaldo: il primo al Ghana, il secondo – e non poteva essere altrimenti – al Brasile.