La storia del calcio in 50 ritrati, Centauria 2019, 13 dicembre 2019
Breve biografia di Pep Guardiola
18 gennaio 1971 (Santpedor, Spagna)
Nell’anno sabbatico che si concede dopo il glorioso ciclo al Barcellona, Pep Guardiola sceglie di vivere a New York per disintossicarsi dal calcio e conoscere persone interessanti al di fuori del solito circuito. Il più assiduo dei nuovi amici è un genio: Garry Kasparov, ex campione del mondo di scacchi, quoziente d’intelligenza riconosciuto 194 (quello medio è 100, oltre 140 hai una gran bella testa). Guardiola cerca per mesi di carpire il segreto del suo ritiro: se è ancora il migliore – come tutti pensano – perché non sfidare il giovane successore? Proprio perché è giovane, gli fa capire Kasparov. Sulla singola partita vincerebbe ancora lui, probabilmente, ma sulla lunga distanza di una sfida mondiale non troverebbe l’energia necessaria per competere. Il tempo non si batte, ci sottrae freschezza e capacità innovativa.
Guardiola annota, discute, e a fine sabbatico torna in Europa deciso a dribblare anche quest’ultimo avversario. Va al Bayern e rinnova in profondità il vecchio tiki-taka catalano; poi si sposta al Manchester City e rielabora nuovamente il suo football. Dovunque lo porti il mestiere, Pep non si limita ad applicare i suoi principi di gioco “olandesi” ma li interpreta a seconda dei costumi locali: in Spagna palleggio, in Germania potenza, in Inghilterra corsa, se mai venisse in Italia certamente lavorerebbe sulla tattica. I trofei vinti si sprecano e l’alta spettacolarità del suo calcio offensivo fronteggia l’eterna critica che abbia sempre a disposizione i giocatori migliori (e più costosi). Un disfattismo inossidabile: quando una squadra gioca un calcio generoso si va sempre a guardare la qualità dei suoi giocatori, preoccupazione che non tocca mai chi pratica un calcio avaro.
Anche per questo Pep, dopo essere stato in campo il regista di Cruijff, meditò a lungo prima di intraprendere la carriera tecnica. Per lui l’inesauribile ricerca dell’eccellenza è l’unico modo dignitoso di vivere. Un alieno alle prese con un’ossessione: niente di strano se il suo Q.I. fosse 195.