La storia del calcio in 50 ritrati, Centauria 2019, 13 dicembre 2019
Breve biografia di Eusebio
25 gennaio 1942 (Lourenço Marques, Mozambico) 5 gennaio 2014 (Lisbona, Portogallo)
È probabile che nel calcio contemporaneo imprese del genere siano irrealizzabili: trovarsi sotto 3-0 dopo 25 minuti in un quarto di finale mondiale è una situazione che le pressioni renderebbero senza ritorno. Quello del 1966, però, era un calcio più spensierato, e così, alla terza rete della sorprendente Corea del Nord, non sfuggì a nessuno il fatto che Eusebio andasse personalmente a raccogliere il pallone per riportarlo al centro del campo. Era il suo modo di annunciare la riscossa. Lo stesso Portogallo aveva centrato un’impresa per vincere il gruppo e arrivare al quarto sulla carta più abbordabile: aveva battuto il Brasile, campione delle ultime due edizioni, approfittando di un Pelé acciaccato, di un Garrincha crepuscolare in panchina e di un Jairzinho acerbo. Ma quel Portogallo era l’emanazione del grande Benfica, due volte vincitore della coppa dei Campioni nel decennio, e altre tre finalista: uno squadrone che alla nazionale dava centrocampo e attacco. Eusebio, la “perla nera” venuta dal Mozambico, Pallone d’oro in carica, era leader con entrambe le maglie: se c’era un uomo in grado di riagguantare una partita così compromessa, era lui.
Minuto 27: il passaggio di José Augusto pare lungo, ma a Eusebio basta aumentare il passo per bruciare due difensori e battere a rete l’1-3. Minuto 43: assist di Eusebio per Torres, atterrato da dietro quando è solo davanti al portiere. Eusebio trasforma il 2-3. Minuto 56: triangolo lungo con Simoes che innesca la proiezione di Eusebio, gran diagonale nell’angolo opposto ed è il 3-3. Minuto 59: i coreani non lo tengono più, se non a prezzo di un evidente fallo da rigore. Eusebio piazza il 4-3 dal dischetto. Minuto 80: corner di Eusebio, José Augusto fissa il definitivo 5-3. La corsa del Portogallo si conclude in semifinale, contro l’Inghilterra: una delusione mitigata dalla conquista del terzo posto, e dalla certezza che Eusebio, quel giorno a Liverpool, abbia firmato una delle prestazioni individuali più grandi nella storia dei Mondiali.