La storia del calcio in 50 ritrati, Centauria 2019, 13 dicembre 2019
Breve biografia di Pierluigi Collina
13 febbraio 1960 (Bologna, Italia)
La consapevolezza che Pierluigi Collina avesse ormai oltrepassato lo status di grande arbitro per diventare qualcosa di più, qualcosa che non s’era mai visto prima, arriva una sera del giugno 2000 ad Amsterdam, prima giornata dell’Europeo. Collina dirige la gara fra l’Olanda e la Repubblica Ceca. Match duro, equilibrato, finché all’89’, quando lo 0-0 pare ormai per entrambe un danno accettabile, un ruzzolone in area ceca di Ronald de Boer viene sanzionato da Collina con un calcio di rigore. L’altro De Boer, Frank, trasforma l’1-0 olandese, e divampa la polemica perché nei primi tre replay non si vede alcun contatto. L’italiano è già un arbitro famoso: l’anno prima ha diretto la finale Champions che il Manchester United ha rovesciato nel recupero beffando il Bayern, è il favorito per la designazione della finale europea – a patto però che l’Italia esca prima, e la Nazionale di Zoff non lo aiuterà – in pochi dubitano che due anni dopo toccherà a lui la consacrazione della finale mondiale (come succederà). Questo fischio di Amsterdam rischia di macchiarne l’immacolato curriculum... Macché. In fondo alle moviole arriva un quarto replay, quello che da un’angolazione impossibile evidenzia la trattenuta della maglietta di De Boer da parte di Nemec. Una chiamata irreale, in tutto lo stadio lui solo è riuscito a scorgere il fallo. Ovazioni planetarie, e la conferma che per Collina arbitrare sia un gesto zen, qualcosa di metafisico. Mai nessuno come lui, nemmeno nell’interpretare il regolamento adattandolo al contesto: memorabile quando a Foggia fece ricambiare campo pochi minuti dopo il riposo per evitare che la squadra ospite – l’odiato Bari – venisse bersagliato dalla curva di casa. Carisma. I dirigenti ne hanno sempre approvato le scelte, ma raccomandando ai suoi colleghi di attenersi al regolamento. Di Collina ce n’è uno, gelido, infallibile, e con un ego extralarge. Guai a snocciolargli la banalità che l’arbitro migliore sia quello che non si nota. Non notare lui? Siete impazziti?