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 2019  dicembre 13 Venerdì calendario

Breve biografia di Jean-Marc Bosman

30 ottobre 1964 (Liegi, Belgio)
Il momento più duro fu allo stadio di Lille, quando si rese conto che dei molti campioni annunciati per l’amichevole in suo onore non sarebbe venuto nessuno. Jean-Marc Bosman finì allora di capire che anche se il suo nome sarebbe rimasto per sempre nella storia del calcio, non ne avrebbe tratto alcun giovamento economico. Anzi. Il pressing degli avvocati che reclamavano le loro spettanze l’aveva già ridotto sul lastrico. Si strinse allora nel cappotto un po’ liso, e andò incontro all’inverno: debiti, alcol, una denuncia per violenza domestica, qualche intervista a pagamento per racimolare i soldi con i quali tirare avanti. Lui, che aveva reso milionaria la figura del calciatore moderno. Storia semplice, e istruttiva. Centrocampista belga di non eccelse capacità, Jean-Marc Bosman va in scadenza di contratto con il Liegi nel 1990: vorrebbe trasferirsi in Francia, al Dunkerque, che però non è disposto a pagare l’intero indennizzo previsto dai regolamenti di allora. I club non si mettono d’accordo, Bosman resta a piedi e non ci sta: senza rendersi subito conto della portata della sua ribellione, fa causa al Liegi chiedendo l’intervento della Corte di Giustizia europea. Ci mette cinque anni ad andare a sentenza, perché la federazione belga e l’Uefa – consapevoli della posta in gioco – fanno di tutto per rinviare il pronunciamento. Ma il 15 dicembre 1995 la Corte stabilisce il diritto dei calciatori a essere considerati lavoratori come tutti gli altri. Ne deriva a cascata la libera circolazione, la scomparsa – a fine contratto – di ogni indennizzo e soprattutto la fine di ogni limitazione al numero di giocatori comunitari tesserabili. Di lì a poco quasi tutte le squadre diventano multinazionali, e l’esigenza di legare a sé i migliori con lunghi contratti moltiplica il loro valore. È un mondo nuovo, nel quale tutti i professionisti finiscono per guadagnare molto di più. Qualcuno – pochi – si ricorda che il merito originale è di quel centrocampista belga, come si chiama... Bosman, sì. Come la sentenza.