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 2019  dicembre 13 Venerdì calendario

Breve biografia di David Beckham

2 maggio 1975 (Londra, Inghilterra)
David Beckham è il calciatore più bello di sempre, o per lo meno il più bello fra quelli bravi. Basta questo per guadagnarsi un posto fra i 50 personaggi che hanno segnato la storia del gioco? Sì, e per almeno due motivi. Il primo è che David era bravo sul serio, ma in fondo nessuno se n’è mai accorto perché l’esagerata bellezza – e il conseguente successo con le donne – finiva per inficiare il giudizio tecnico. La verità è che ci stava troppo sull’anima per ammettere che era pure forte. Negli anni di Manchester, e tutto sommato anche in quelli di Madrid, la capacità di arcuare il piede destro per cavarne cross al bacio o – specie su punizione – traiettorie mortali, aveva qualcosa di artistico. Eppure è un’altra la “sua” opera esposta alla National Portrait Gallery di Londra: due ore abbondanti di video di lui che dorme, un autentico angioletto. Dicono che i primi tempi le code femminili davanti al ritratto fossero così imponenti da uscire su Trafalgar arrivando fino a Whitehall.
Beckham è uno che ha vinto: sei campionati inglesi, uno spagnolo, uno francese col Psg più la mitologica Champions del ’99, rimonta e sorpasso sul Bayern nei minuti di recupero. Niente male come palmares, ma da solo non varrebbe l’aura da rockstar, o meglio da icona pop, che lo avvolge – e siamo al secondo punto – fin dal matrimonio con Victoria, la più sexy delle Spice Girls, pietra angolare di una narrazione “belli, ricchi e famosi” che sbaraglia il campo su scala planetaria. Beckham segna la trasformazione del calciatore in idolo globale: non pubblicizza più – non soltanto – tute e scarpini, ma abiti delle griffe più esclusive, orologi costosissimi, macchine da sogno, gioielli, profumi, accessori di gran lusso. Los Angeles lo ingaggia per rilanciare il calcio negli Stati Uniti, Londra lo nomina padrino della sua Olimpiade, negli studios di Pinewood il suo nome continua a circolare come futuro interprete di James Bond. Crossava benissimo, David Beckham. Ma quello – credetemi – è sempre stato il meno.