ItaliaOggi, 13 dicembre 2019
I comunisti della Russia vogliono che Stalin diventi materia scolastica
Le celebrazioni per il 140° anniversario della nascita di Iosif Stalin si avvicinano: il 21 dicembre sono in programma in tutta la Russia, da Mosca a Vladivostok. Intanto, però, il presidente del Comitato centrale dei comunisti di Russia, Maxim Suraikin, ha esortato il ministero dell’istruzione affinché introduca nelle scuole della Federazione una nuova materia: «Vita e lavoro di Iosif Stalin».«Solleciteremo tutti gli scienziati e i patrioti a sostenere la nostra proposta», ha spiegato all’agenzia Ria Novosti l’attuale presidente dell’ala marxista-leninista dei comunisti russi, che lo scorso anno si era candidato alle presidenziali russe sfidando Vladimir Putin e raccogliendo un magro 0,7%, «I nostri giovani non conoscono abbastanza bene la vita del leader del popolo sovietico. Per fermare la diffusione di ogni tipo di fake news su Stalin e sull’Urss, e per aumentare il livello di conoscenza degli scolari, è necessario introdurre tale materia e considerare tutte le fasi della vita e del lavoro del grande statista: da quella pre-rivoluzionaria fino alla formazione dell’Urss, passando per la guerra e gli ultimi anni di governo».
Dittatore sanguinario o grande statista? La figura di Stalin è controversa anche in patria, tanto che i comunisti russi vorrebbero riscrivere la biografia del politico che ha guidato l’Urss dal 1924 al 1953. «È necessario coinvolgere i migliori ricercatori per preparare una biografia obiettiva di Stalin, in cui i meriti e i risultati della sua vita e del suo lavoro possano essere esposti in modo affidabile e diventare un manuale anche per i bambini», la sottolineatura di Suraikin.
I preparativi per celebrare i 140 anni della nascita del successore di Lenin hanno sollevato anche polemiche. Per esempio a Voronezh, una grande città non lontana dal confine con l’Ucraina che è stata tappezzata di manifesti che ricordano il compleanno di Iosif Vissarionovich; l’appuntamento nella Casa degli attori è stato criticato da diverse figure culturali, tra cui Boris Alekseev, direttore artistico del Teatro Nikitinsky che ha definito immorale «onorare una persona il cui lavoro ha portato così tanto dolore alla nostra gente». È partita una raccolta firme per chiedere la sospensione dell’evento del 21 dicembre che ha già raccolto oltre mille adesioni.