https://www.lettera43.it/ugo-grassi-m5s-lega/, 12 dicembre 2019
Grassi, Lucidi e Urraro passano dal M5s alla Lega
Il senatore Ugo Grassi ha lasciato il gruppo parlamentare del M5s per passare a quello della Lega. Il giurista napoletano, eletto nel 2018 nel collegio uninominale di Avellino, l’11 dicembre ha votato in dissenso sulla risoluzione con cui la maggioranza ha dato mandato al premier Giuseppe Conte di proseguire la trattativa sul Mes in sede europea.
SALVINI DÁ IL BENVENUTO A LUCIDI E URRARO
Altri due senatori pentastellati, Stefano Lucidi e Francesco Urraro, hanno votato in dissenso e sono passati al gruppo Misto, mentre Gianluigi Paragone ha votato contro ma non ha cambiato gruppo. Lucidi (che in Aula ha detto: «Voglio uscire dalla ruota del criceto») e Urraro hanno ufficialmente seguito le orme di Grassi. Matteo Salvini e tutto il gruppo della Lega al Senato danno il benvenuto ai senatori Francesco Urraro e Stefano Lucidi che hanno formalizzato in serata, dopo il senatore Ugo Grassi, il passaggio al gruppo della Lega. «L’impossibilità di intervenire sulle ragioni strutturali della giustizia e sulle necessarie e non più rinviabili riforme nel settore mi ha indotto ad iniziare questo percorso con la Lega – dice Urraro – con cui si era avviata una proficua interlocuzione sui temi». «Sono onorato di iniziare questo percorso politico – dice Lucidi – sia a livello nazionale che locale con i tanti colleghi umbri in regione e nei vari consigli comunali». «Noi non abbiamo un prezzo, la nostra dignità tradita – commenta infine Salvini – vale più di tutto».
QUANDO PARLAVA DI «LEALTÀ VERSO L’ELETTORE»
Eppure Grassi nel 2018 difendeva le multe per i “trasformisti”, come ha ricordato il sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia, ripescando un vecchio post sul Blog delle Stelle. Grassi, per l’esattezza, scriveva che il principio del divieto di mandato imperativo «ha un suo interno limite: quello della lealtà verso l’elettore».
La politica insegna a dare grande valore alle idee di tutti e a rispettare le proprie.È noto che il @Mov5Stelle abbia chiesto ai suoi candidati di sottoscrivere la clausola anti “floor crossing”.Chi decide di andar via deve rispettare gli elettori e pagare https://t.co/zYmOvNycMf
— Carlo Sibilia (@carlosibilia) December 12, 2019
SALVINI LO ACCOGLIE A BRACCIA APERTE
Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha accolto il “disertore” con entusiasmo: «Diamo il benvenuto al senatore Grassi. Porte aperte per chi, con coerenza, competenza e serietà ha idee positive per l’Italia e non è succube del Pd. Sulla riforma della giustizia e sul rilancio delle università italiane col senatore Grassi lavoreremo bene».
DI MAIO FURIOSO SU FACEBOOK
Opposto il commento del capo politico del M5s, Luigi Di Maio, affidato a una diretta video su Facebook: «Senatori come Grassi possono passare alla Lega, ma non raccontino balle. Dicano che il tema non è il Mes, ma che gli hanno proposto altre contropartite. Il mercato delle vacche a cui stiamo assistendo è la solita logica dei voltagabbana che noi abbiamo sempre combattuto. Ci dicano quanto costa un senatore al chilo».
Grassi, da parte sua, ha scritto una lettera per rendere pubblici i motivi che lo avrebbero spinto a cambiare gruppo: «Il mio dissenso non nasce da un mio cambiamento di opinioni, bensì dalla determinazione dei vertici del M5s di guidare il Paese con la granitica convinzione di essere i depositari del vero e di poter assumere ogni decisione in totale solitudine. Gli effetti di questo modo di procedere sono così gravi ed evidenti (a chi vuol vedere), da non dover neppure essere esposti. Basti l’esempio della gestione dell’ex Ilva per dar conto dell’assenza di una programmazione nella gestione delle crisi».
GRASSI: «LA LEGA MI OFFRE UNA SECONDA OPPORTUNITÀ»
Il senatore ha quindi rievocato l’esperienza del governo Conte I, quando avrebbe avuto modo di «comprendere che molti dei miei obiettivi politici erano condivisi dal partito partner di governo», ovvero dalla Lega. Lo stesso partito che oggi «mi offre una seconda opportunità per raggiungere quegli obiettivi, forte di una reciproca stima costruita nei mesi appena trascorsi e a fronte di un evidente fallimento della mia iniziale esperienza». Ma per Di Maio non basta: «Senatori come Grassi dicano semplicemente che vogliono cambiare casacca e tradire il mandato che i cittadini gli hanno dato. Non c’è nulla di male. Ma vadano a casa, altrimenti a quella lettera alleghino anche un listino prezzi sul mercato delle vacche aperto da Salvini in Senato, che ci ricorda lo stesso mercato delle vacche di Silvio Berlusconi ai tempi di Sergio De Gregorio».