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 2019  dicembre 12 Giovedì calendario

La riforma sulle pensione presentata dal premier francese Edouard Philippe non piacciono. Anche la Cfdt, il primo dei sindacati francesi è passato all’opposizione. Lo sciopero ad oltranza continua

Emmanuel Macron ha invano cercato di ammorbidire la sua riforma delle pensioni: la protesta non si ferma, continuano gli scioperi nei trasporti cominciati il 5 dicembre e per il 17 i sindacati organizzano una nuova giornata di manifestazioni. Come previsto, ieri il premier Edouard Philippe ha annunciato il contenuto della «madre di tutte le riforme» e ha confermato l’intenzione del governo di rendere il sistema pensionistico francese (tra i più vantaggiosi al mondo, come rivendicano con orgoglio i sindacati) «più semplice e più giusto». La riforma punta a fondere le 42 casse speciali e autonome esistenti e la gestione generale del settore privato in un unico sistema universale a punti. Ieri Philippe ha annunciato qualche correzione rispetto al progetto iniziale: rinvio dell’entrata in vigore della riforma che si applicherà per i nati dal ’75 (e non dal ’63) in poi, entrata in vigore ancora più progressiva per i dipendenti di ferrovie e trasporti pubblici parigini (tra i più acerrimi nemici della riforma), revisione della griglia salariale degli insegnanti. Ma alla fine il vero passo indietro di Macron non c’è stato: «È arrivato il tempo del sistema universale, quello dei regimi speciali è finito» ha detto Philippe.
LO SCONTRORisultato: anche il primo dei sindacati francesi, il più moderato Cfdt finora rimasto attendista, è passato al fronte degli oppositori. Per il segretario generale Laurent Berger il governo ha superato la linea rossa di una riforma che non è «soltanto di sistema, ma anche di parametri». Se il governo non intende modificare l’età pensionabile (che resta a 62 anni) ha però confermato di voler introdurre un’età detta «di equilibrio» (64 anni) per andare in pensione a tasso pieno. «È un’età ragionevole» ha detto, invano, Philippe. La protesta ormai si radicalizza. «Fino al ritiro della riforma», dicono i sindacati, dopo una settimana di trasporti semiparalizzati che rischiano di mettere in ginocchio il commercio e Il turismo a ridosso di Natale. Nonostante i disagi, la Ratp, l’ente dei trasporti di Parigi e Ile de France, invita ormai a non prendere nemmeno i pochi treni che circolano per l’eccessiva calca. Per Macron potrebbe essere l’inizio di un rischioso braccio di ferro. Per ora, il 68 per cento dei francesi dichiara di sostenere lo sciopero.