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 2019  dicembre 11 Mercoledì calendario

Il gruppo San Donato restituisce alla Lombardia 10 milioni di euro per la truffa sui farmaci

 Finanziare gli asili per i bambini di 5.000 famiglie, o comprare un treno-pendolari nuovo di zecca da 600 passeggeri: è quello che la Regione Lombardia potrà fare con l’inaspettata «eredità» giudiziaria lasciatale, con l’ultima indagine prima di andare in pensione, dal pm Ilda Boccassini. L’indagine per truffa aggravata alla Regione Lombardia nel 2013-2018 che non solo ieri ha indotto il gip Roberto Crepaldi a porre agli arresti domiciliari un capo uffici acquisti e un consulente del gruppo ospedaliero San Donato, e il pm Paolo Storari a indagare 8 case farmaceutiche; ma che il 3 dicembre in gran segreto ha anche spinto il gruppo San Donato a precipitarsi a restituire alla Regione (rappresentata dall’avvocato Antonella Forloni) ben 10 milioni di euro. Anche «per ricostituire un rapporto di correttezza con l’istituzione», motiva l’avvocato del gruppo, Marco Deluca.Con interrogatori, intercettazioni e sequestro di mail l’indagine sviluppata dal «Nucleo di polizia economico finanziaria» della GdF di Milano per il II dipartimento del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli svela quanto banale fosse lo stratagemma con il quale le case farmaceutiche vendevano a 9 ospedali lombardi del gruppo San Donato farmaci a un prezzo (peraltro più alto di quello di mercato) che poi il gruppo si faceva legittimamente rimborsare dalla Regione: salvo il piccolo dettaglio di tacere in seguito alla Regione che le case farmaceutiche avessero intanto emesso note di credito con cui a posteriori riconoscevano agli ospedali (come il San Raffaele o il Galeazzi) uno sconto sul prezzo (dal 2% al 20%) in funzione di precedenti taciti accordi sul raggiungimento di volumi di acquisti.
Unici danneggiati restavano così i contribuenti, visto che la Regione, «formalmente all’oscuro», pagava a prezzo pieno farmaci sui quali il gruppo San Donato lucrava invece il margine dello sconto postumo praticato dalle case farmaceutiche ora indagate (Mylan spa, Pfizer spa, Roche spa, Novartis spa, Abbvie srl, Biogen srl, Medac Pharma srl, ViiV Healthcare srl). Un modo, per gli ospedali, di «aggirare i tagli lineari operati sui rimborsi effettuati dalla Regione e renderli di fatto inoperativi, utilizzando una lacuna del sistema».
L’inchiesta
Sconti nascosti, l’ente
pagava il prezzo pieno
Indagate anche
8 case farmaceutiche
Ma se era così facile, possibile nessuno se ne accorgesse? «L’illiceità del meccanismo – elenca impietoso il gip – era francamente nota a tutti». Lo era ai due arrestati, Massimo Stefanato e Mario Giacomo Cavallazzi, capo ufficio acquisti e consulente del gruppo San Donato: i quali (difesi dai legali Giosuè Naso, Andrea Puccio e Rocco Gargano) ribadiscono la propria trasparenza, ma che per gli investigatori della truffa alla Regione avrebbero «tentato di nasconderne le tracce documentali anche nei confronti dei vertici del gruppo» (la famiglia Rotelli). Era nota ai dirigenti di questo gruppo indagato in base alla legge 231/2001 sulla responsabilità amministrativa dell’ente, i quali, «anche quando venuti certo a conoscenza del meccanismo illecito perché sollecitati dalla Regione, non l’hanno impedito e anzi ne hanno approfittato per rafforzarsi sul mercato». Era nota alle case farmaceutiche, «pur di accaparrarsi ingenti forniture di farmaci». Lo era persino a alcuni medici, perché parte dei soldi erano «utilizzati per finanziare assunzioni nei loro reparti». E lo sapeva la Regione Lombardia, spolpata per 10 milioni negli anni della presidenza leghista di Roberto Maroni? Qui la Medaglia, è il caso di dire giocando sul cognome dell’ex dirigente regionale che risulta avesse segnalato il tema ai superiori, ha due facce. I competenti uffici regionali, per il gip, «quantomeno da metà 2017 erano perfettamente consapevoli della prassi invalsa in alcuni gruppi ospedalieri. Ma, anziché segnalare il fatto alla Procura, si sono limitati ad avviare alcune interlocuzioni con le strutture ospedaliere», solo a fine 2018 modificando queste norme.