11 dicembre 2019
Tags : Fiona May
Biografia di Fiona May
Fiona May, nata a Slough, in Inghilterra, il 12 dicembre 1969 (50 anni). Campionessa di salto in lungo: due volte campionessa del mondo (1995, 2001, argento nel 2011, bronzo nel 1997), campionessa del mondo indoor (1997), medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo (2005), agli europei juniores (1987) e ai mondiali juniores (1998) • Alta 1 metro e 81, pesa 60 chili • Nata da genitori giamaicani, ha il passaporto italiano dal giugno 1994, in seguito al matrimonio con l’astista Gianni Iapichino (conosciuto agli Europei juniores del 1987) da cui si è separata nel 2011 • Ha gareggiato con il Regno Unito fino al 1994, poi con l’Italia • «Primato personale 7,23 m, ottenuto nel 1995 e non registrato a causa del vento; 7,11 nel 1998 in condizioni normali […] Ha inoltre corso i 100 m in 11´94/100 e ha un primato personale di 1,72 m nel salto in alto, nonché di 14,65 m (non registrato) nel salto triplo; in questa specialità ha vinto la Coppa Europa nel 1998. Nel 2005 ha abbandonato l’attività agonistica» (Treccani) • Dopo il ritiro: vincitrice, in coppia con il ballerino Raimondo Todaro, della terza edizione di Ballando con le stelle (Rai 1, 2006/2007); attrice nella fiction Rai Butta la luna (Vittorio Sindoni, 2006/2009); concorrente di Si può fare! (Rai 1, 2015) • È stata consigliere per l’integrazione e le politiche contro le discriminazioni razziali della Figc dal 2014 al 2017 • «È stata la più grande lunghista italiana di sempre, una delle poche donne al mondo ad aver superato i 7 metri con una certa regolarità, vincendo mondiali come un tempo capitava anche a noi azzurri, e sempre dando la sensazione di essersi trattenuta o di non essere riuscita a dare il massimo» (Enrico Sisti, la Repubblica 16/1/2018) • «È una delle prime nuove italiane. Donna, atleta, nera» (Stefania Parmeggiani, 13/8/2014) • «Con Fiona May l’Italia aveva per la prima volta un atleta di colore, uomo o donna che fosse, a guidarla: la storia di Fiona in questo senso è limpida, essendo diventata italiana per amore dell’astista Iapichino, e per questa nuova patria avendo gioito (per lo più) senza remore o rimpianti, portando il peso di eterna salvatrice dell’atletica italiana. È stata Fiona ad aprire la strada. Dopo di lei sono stati possibili la Martinez, Andrew Howe, il giovane Kaba Fantoni. Dopo di lei è venuto anche Carlton Myers come portabandiera olimpico a Sydney 2000, raccogliendo un simbolo che Fiona avrebbe meglio rappresentato» (Corrado Sannucci, la Repubblica, 29/6/2005) • «Una volta mi dissero, Fiona tu hai quattro difetti: sei donna, sei intelligente, sei bella e sei nera. Io ho ringraziato, me lo sono stampato in testa e ho detto: “Vai avanti”» (lei a La Stampa).
Titoli di testa «Se questa stanza non avesse pareti ma alberi, farebbe comunque fatica a contenere la personalità delle ragazze May. Dal basso in alto: la mini-May, Anastasia, 9 anni, l’argento vivo addosso e la lingua più veloce a est dell’Arno (“senti, dopo le fai anche a me le domande dell’intervista...?”); la media-May, Larissa, 16 anni appena compiuti, la gazzella che indoor e all’aperto ha realizzato i primati italiani nel salto in lungo (6,36 m e 6,38 m), balzando ben più in là di quanto la sua mamma non facesse alla sua età; e la grande-May, Fiona (“scrivi pure vecchia: è la verità, non mi offendo!”)» (Gaia Piccardi, Corriere della Sera, 9/8/2018).
Identità «I miei genitori sono giamaicani, sono nata in Inghilterra e poi sono diventata italiana, ma questo mix non mi definisce. Io sono io, punto».
Esordi Infanzia a Derby, nel Regno Unito, allora circa 200 mila abitanti. Stando al censimento del 2011 i neri lì sono il 3% della popolazione (nella città metropolitana di Londra sono il 13,3%) • «Lei è mai stata vittima di razzismo? “Sì, più di una volta. Soprattutto quando ero giovane, in Inghilterra. Ero l’unica ragazza di colore nella scuola media che frequentavo e ammetto che non è stato facile. C’è stato anche un professore che ha fatto di tutto per mettermi i bastoni tra le ruote, ma sono riuscita a non abbattermi e a superare il momento grazie al sostegno dei miei genitori. Sia chiaro, io sono stata fortunata”» (Dario Pelizzari, 13/9/2014) • «Ho iniziato a saltare a 12 anni» • «L’insegnate di educazione fisica chiama mia mamma già alle elementari: “Sua figlia deve fare atletica”. Papà mi porta subito al campo di allenamento, ma mi dicono che sono troppo piccola. Io ci resto malissimo, perché capisco immediatamente che quello è il mio mondo. Mio padre promette di riportarmi l’anno dopo, e mi prendono subito: salto in alto e in lungo, poi i 100, gli ostacoli. A 14 anni sono in nazionale Under 20, a 17 vinco l’oro europeo» (Serena Gentile, Sportweek, 3/8/2019) • «In 1988, la May è l’unica britannica a vincere il Campionato del mondo giovanile in Canada. Quella stessa estate è anche nella squadra olimpica britannica e arriva sesta alla finale di salto in lungo. Ha solo 18 anni» (Simon Turnball, The Independent, 4/3/2012).
Studi Università di Leeds, Trinity and All Saints College, laurea in Economia e management.
Fiori d’arancio «Ai Mondiali juniores di Sudbury nel 1988 ha conquistato il titolo e, durante il soggiorno in Canada, ha iniziato anche la sua love-story con l’astista azzurro Gianni Iapichino» (dal sito della Fidal) • «È stato un colpo di fulmine, anche se ci siamo messi insieme l’anno dopo. Per un po’ è stato un amore a distanza poi nel 1992, dopo un’Olimpiade disastrosa a Barcellona, i miei genitori mi hanno regalato un biglietto aereo per l’Italia. Doveva essere una vacanza: non sono più tornata» (dal mensile della Coop di Firenze 9/2009) • «I due si sono sposati nel ’93 e Fiona è diventata cittadina italiana, ottenendo il passaporto nel maggio del ’94, e si è tesserata con la Snam» (dal sito della Fidal).
Azzurra «Ovunque vada, nel mondo, tutti gli Italiani mi riconoscono e mi considerano italiana. Sanno benissimo che ero inglese, e che ho gareggiato per la Gran Bretagna, ma per loro sono italiana» (a Turnball).
Nera «L’apparizione di Fiona May […] ebbe un duplice effetto: restituì all’Italia un’atleta leader che mancava dai tempi di Sara Simeoni e d’improvviso sprovincializzò l’atletica italiana e, per certi versi, anche l’intero sport italiano. […] La tematica dell’immigrazione e dell’integrazione diventava così palese e risolta felicemente (nello sport), in un paese che l’aveva affrontata in ritardo, decenni dopo la Francia e la Gran Bretagna […] La sua naturalizzazione e l’ingresso nella nazionale azzurra era un altro riflesso delle nuove dinamiche dello sport internazionale, che vede gli atleti spostarsi e non più essere inchiodati alle proprie nazionalità» (Sannucci).
Vittorie «Con la maglia della Nazionale ha messo in fila una serie incredibile di successi: ai Giochi olimpici due secondi posti, nel 1996 ad Atlanta (7.02) e nel 2000 a Sydney (6.92); ai campionati Mondiali due vittorie, nel 1995 a Göteborg (6.98 ventoso) e nel 2001 a Edmonton (7.02 ventoso), un argento nel 1999 a Siviglia (6.94) ed un bronzo nel 1997 ad Atene (6.91); ai campionati Europei, anche un secondo posto nel 1998 a Budapest (7.11)» (Fidal)
Grinta «Ripeto spesso che il 95 per cento dipende dalla testa, da quanto si riesce ad essere “presenti” e concentrati, e solo il restante 5 per cento dalla condizione fisica, dal corpo. Gli impulsi che arrivano ai muscoli partono dalla testa. Oltre ad allenarsi duramente, è questione di meditazione, concentrazione, di strategia e di saper visualizzare le opportunità».
Figlie Larissa (n. 2002) e Anastasia Iapichino (n. 2009). Entrambe nere. Entrambe con un forte accento toscano • «Facciamo subito fuori la questione dei nomi. Fiona: “Larissa è un omaggio a una mia rivale ucraina del passato, che era una bellissima ragazza mora. Con Gianni, da fidanzati, ce l’eravamo promesso: se avremo una figlia, si chiamerà Larissa. Anastasia invece è il risultato di una lunga discussione. Gianni spingeva per Asia, io volevo un nome importante”. Ancora una volta ha vinto lei, nostra signora del lungo. Naturalmente» (Piccardi).
Pensione «Non credo di rimanere nel mondo dell’ atletica, voglio cambiare completamente vita» • «L’impatto di Fiona sugli italiani è stato tale che lei stessa ha immaginato che il suo personaggio potesse funzionare anche altrove, disegnando per la prima volta una carriera per un’atleta al di fuori della sua disciplina. Le sue armi erano la bellezza, la naturale eleganza, le gambe lanciate in aria come un trampoliere. Fiona annunciò che avrebbe fatto l’indossatrice (e lo fece anche in qualche sfilata), una volta confessò che le sarebbe piaciuto presentare il festival di Sanremo. Considerando certe comprimarie su quel palco, non avrebbe certo sfigurato. E poi tanta pubblicità, quanta altri non hanno mai fatto […] Il suo finale è stato in calando, anche con la sottovalutazione dei riflessi della maternità sul suo fisico» (Sannucci).
Ballando con le stelle «La danza è il mio primo amore, una passione che ho coltivato fin da bambina, ma che poi avevo abbandonato per l’atletica».
Colazione «Larissa cresce e ha bisogno di nutrimento e semplicità, proprio come me. Una bella colazione con del buon latte, un frutto e Kinder fetta al latte ha il nutrimento e la freschezza che servono!» (la pubblicità per la Kinder, 2010).
Attrice In Butta la luna interpreta il ruolo di Alyssa, una giovane nigeriana emigrata a Roma perché rimasta incinta di un italiano • «Vittorio Sindoni, il regista […] stava cercando da tempo qualcuno che potesse dare un volto e un’anima al personaggio […]. Senza successo. Finché una sera, facendo zapping alla tv, è inciampato su quella pubblicità... “Mi ha cercato, era entusiasta […] Io invece avevo dei dubbi: non parlo troppo bene l’italiano e non so cosa vuol dire stare davanti ad una telecamera, gli ho detto. Al provino però mi sono sentita subito a mio agio, recitare mi piace» (dal mensile della coop) • «Per allenarmi ho cominciato a leggere a voce alta, ho preso lezioni di dizione, ho visto molte fiction e tanti film» • Gianni Iapichino ha visto la prima puntata della fiction a casa con la figlia: «Larissa ha quattro anni, temevo che vedendo la mamma tenere in braccio un’altra bimba si ingelosisse. Invece s’è divertita. Merito, forse, anche delle pubblicità girate proprio insieme a Fiona che le hanno fatto conoscere le cineprese» (a Andrea Buongiovanni, La Gazzetta dello Sport, 7/12/2006).
Divorzio Nel 2011 • «Papà e mamma me l’hanno comunicato un pomeriggio tornata da scuola, io mi sono seduta per non cascare a terra» (Larissa) • «È stata una di quelle che si definiscono separazioni difficili. Litigi, urla, gelosie folli. Un equilibrio io e Fiona l’abbiamo trovato non troppo tempo fa» (Gianni) • Ora Larissa vive con il padre a Firenze e Anastasia con la madre in un vecchio fienile ristrutturato a Croci di Calenzano, a venti minuti di auto da Prato.
Politica In Inghilterra votava per John Major. Nel 2008 si parlò di una sua possibile candidatura con il Pdl. Nel 2014 si candidò al consiglio comunale di Firenze in una lista civica in sostegno del renziano Dario Nardella, ma non fu eletta • «In questo momento la paura è al massimo. E chi è al potere, in posizioni importanti, influisce sulla gente per non far passare questa paura. Noi dovremmo prendere coraggio e dire “basta, non è così”» (lei il 14/1/2019).
Razzismo «L’Italia non è razzista. Ci vivo da oltre vent’anni e posso dirlo. Ma in giro ci sono molta ignoranza e cattiva informazione. Gli altri Paesi europei hanno metabolizzato l’immigrazione, l’Italia no» (nel 2018).
Calcio Dice di capirci poco • «I tifosi italiani non li ho mai considerati razzisti. Pure se urlano, fischiano e deridono i calciatori neri. Sono incivili, d’accordo. Ma per loro l’avversario è un nemico. Da disprezzare sempre, mai da onorare» (a Emanuela Audisio, la Repubblica, 23/8/2005) • «Un campo di calcio è un luogo di lavoro. Immaginate di andare al lavoro e di essere un bersaglio per via del colore dei capelli? Lukaku e gli altri sono molto più professionali di me. Io diventerei matta» • Lasciò il ruolo di responsabile anti-discriminazioni della Figc polemizzando: «Combattere il razzismo non era la loro priorità. Quella in Figc stata un’esperienza deludente».
Larissa Nel 2019 Larissa Iapichino, studentessa al liceo scientifico da Vinci di Firenze, ha vinto la medaglia d’oro nei campionati Europei under 20. Non è allenata né dal padre né dalla madre, ma da Gianni Cecconi per il lungo e da Ilaria Ceccarelli per gli ostacoli • «Vederla saltare in pedana, però, mi dà ansia. Provo a farle da scudo, ma non sempre ci riesco. E vado alle gare il meno possibile. Solo oggi capisco cosa provava mia madre quando veniva a vedermi allo stadio» (Fiona) • «Trova analogie fra il suo salto e quello di mamma? “Lei era bellissima, io più potente. Lei saltava con quelle sue gambe infinite, io sono più composta in volo. No, non ci sono molte analogie, salvo che siamo madre e figlia e ci esprimiamo nella stessa lingua sportiva...”» (Larissa a Enrico Sisti, la Repubblica 22/7/2019) • «Di ragazzi, sentimenti, sesso, parlo con mamma. Babbo è troppo geloso! Quanto a mamma, ha il cuore grande, ma è severa. Con se stessa e con gli altri» (Larissa) • «A forza di Kinder fetta al latte è venuta su proprio forte!» (il commento di un internauta).
Curiosità Cinofila, ha avuto due alaskan malmute di nome Tula e Sasha e un pastore tedesco di nome Buian. Ora ha un pastore tedesco, Shadow. L’ex marito diceva: «In questa casa anche i cani sono femmine...» (Gianni Iapichino) • Lui la riteneva molto permalosa • «Non è raro trovarti al supermercato a fare la spesa: come te la cavi in cucina? “Abbastanza bene: faccio un ottimo roast-beef e anche il pollo al curry mi viene bene, amo molto i sapori speziati della cucina indiana. Ma sono brava soprattutto a preparare dolci, chi viene a casa mia sa che può trovare sempre un cheese-cake o una torta di carote”» (dal mensile della coop) • Suo cugino Marcel Garvey, nato a Gloucester, in Inghilterra, gioca a rugby nella prima divisione francese • Anastasia May gioca a tennis • Recita in teatro, è testimonial delle missioni salesiane in Africa: «È vero, sono sempre in giro, in questo periodo lavoro anche nei weekend, sono stanca ma non mi lamento, mi piace così e se sono a casa cerco di vivere momenti di qualità. Forse sono un po’ pazza, la più piccola mi dice “è una tua mania, mamma, voler sempre fare qualcosa”» • Quando ha partecipato a Si può fare, su Rai 1, ha detto: «Finalmente Carlo Conti ha trovato qualcuno con la pelle più scura della sua!».