ItaliaOggi, 11 dicembre 2019
Una Venere di 23 mila anni fa rinvenuta ad Amiens in Francia
Avere 23 mila anni e non mostrarli. È un ritrovamento eccezionale quello della Venere di Renancourt, una sculturina alta soltanto 4 centimetri, tutta corpo e niente testa, che è stata rinvenuta a luglio durante gli scavi archeoligici nel sito di Amiens, in Francia. A presentarla per la prima volta è stato l’Istituto nazionale di ricerche archeologiche preventive (Inrap). È stata rinvenuta dagli archeologi in uno stato di conservazione eccellente. In passato, nel 2014, nello stesso sito, erano state trovate altre statuine simili, risalenti, come questa, all’età paleolitica, ma purtroppo erano ridotte a frammenti, secondo quanto ha riportato Le Monde.Il corpo della Venere di Renancourt è ridondante, con i seni imponenti e cascanti sul petto; le cosce sono larghe, le natiche prominenti, il ventre straripante. Il viso è assente, braccia e gambe appena accennate.
L’immagine di questa Venere è pressoché ridotta al tronco ad eccezione di un copricapo appena stilizzato sotto forma di una retina sottilmente incisa in cima a quello che sembra l’embrione di un cranio. La sculturina risponde ai canoni dello stile gravettiano, cultura del paleolitico superiore che si stava sviluppando allora in Europa, dai Pirenei alla Siberia, tra 28 mila e 22 mila anni fa, secondo quanto ha riportato Le Monde.
La rappresentazione della donna, riassunta da ampi attributi sessuali, è caratteristica dell’età paleolitica. È al centro di numerose ipotesi e speculazioni degli studiosi di quel periodo preistorico. Alcuni vi hanno visto il segno di società matriarcali, altri una rappresentazione della fecondità. Unico esemplare conosciuto con questi canoni stilistici è la celebre Dama di Brassempouy, frammento di statuina in avorio scoperta nel 1894 a Breassempouy (Landes) nella quale non si distingue il viso e il copricapo appena accennato come quello della Venere di Renancourt. Quest’ultima non è scolpita nell’avorio, ma in un blocco di gesso. Il risultato delle analisi del materiale ha rivelato, secondo i ricercatori, che il gesso è stato prelevato in loco. E questo suggerisce, hanno aggiunto i ricercatori, che la piccola Venere è stata realizzata sul posto come pure gli altri oggetti, dei quali sono stati ritrovati i frammenti nei 100 metri quadrati del sito archeologico dove è stata ritrovata la preziosa sculturina di 23 mila anni.
L’analisi minuziosa delle tracce degli strumenti utilizzati per realizzare la sculturina permetteranno, secondo gli archeologi, di precisare le tecniche usate dagli uomini del paleolitico superiore per scolpirla.
Il sito archeologico di Renancourt è di importanza cruciale per gli studiosi della preistoria. La sua collocazione geografica nel Nord della Francia, ne fa uno dei rari siti di questo periodo caratteristico dell’espansione dell’uomo moderno in Europa. Il sito è interpretato anche come un campo di caccia gravettiano, che deve essere stato occupato per parecchie settimane, in autunno. Queste osservazioni sono suggerite dalla natura delle ossa ritrovate. Una dozzina di cavalli sono stati uccisi e anche mangiati sul posto.
Altre tre piccole statuette simili sono state ritrovate all’inizio del Novecento. Nel 1908 a Willendorf (Austria) una statua che rappresenta una donna, alta 11 centimetri, scolpita nel calcare. Nel 1911, a Laussel (Francia) è stato ritrovato un bassorilievo scolpito in un blocco di calcare dove vi è rappresentata una donna nuda che tiene un corno nella mano destra. Infine, nel 1922 a Lespugne (Francia) è stata rinvenuta una statuetta di 15 centimetri in avorio ricavato dalle zanne di mammouth. Ma la Venere di Renancourt è sicuramente la più bella.