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 2019  dicembre 10 Martedì calendario

LA GRETA VIA È LASTRICATA DI SOLDI – PER DARE RETTA ALL’ECO-PISCHELLA THUNBERG SERVIREBBE QUALCOSA COME 2300 MILIARDI DI DOLLARI (PIÙ DELL’INTERO PIL ITALIANO) - L’ANALISI È DEL “PRI”, IL NETWORK DI INVESTITORI SUPPORTATI DALL’ONU, NON DI QUALCHE PERICOLOSO INQUINATORE - NEL FRATTEMPO LA PUBBLICITÀ FA BENE ALLA FAMIGLIA THUNBERG: LA SORELLA BEATA HA APPENA INCISO UN NUOVO DISCO E COME OBIETTIVO HA LA LOTTA FEMMINISTA… – VIDEO -

Carlo Nicolato per “Libero quotidiano” Contro il marketing della catastrofe inaugurato dai savonarola del riscaldamento globale di genere antropica c' è ben poco da fare. Hai voglia a dire che forse sarebbe il caso di approfondire, di capire meglio (non lo chiediamo noi ma fior di scienziati) quando dall' altra parte sostengono che mentre ne parliamo, se non interveniamo, ci giochiamo il pianeta.

A Madrid si sono riuniti proprio per quello, leader mondiali e cervelloni del calientamento, che tra un summit e una cena, una conferenza con Greta e un aperitivo ci diranno come salveranno il mondo e di che morte dovremo morire.

UN PO' DI REALISMO Nel frattempo un gruppo di investitori che fanno capo all' Onu, un po' allarmati dai target fantascientifici che si stanno palesando a Madrid, hanno fatto sapere un po' timidamente che le normative più restrittive sul clima potrebbero far perdere alle aziende che si occupano di combustibili fossili, agricoltura e automobili, qualcosa come 2,3 trilioni di dollari entro il 2025, che nel mondo anglosassone equivalgono a 2300 miliardi di dollari.

In pratica si avvisa che le aziende in questione sono riuscite a mettersi a malapena in riga secondo gli accordi di Parigi del 2015, ma qualsiasi altra sterzata per una riduzione ancora più drastica delle emissioni significa mettere in ginocchio interi settori con tutto ciò che ne consegue. L' allarme arriva dal "Principles for Responsible Investment" (Pri), network di investitori supportati dall' Onu che si preoccupano di «integrare problematiche ambientali, sociali e di governo nelle pratiche di investimento in tutte le classi di attività» e che rappresentano investimenti in oltre 50 Paesi per 86 trilioni di dollari.

Secondo il Pri dunque man mano che la finestra in cui agire si restringerà e che le fonti di energia alternativa diventeranno più economiche i governi agiranno di conseguenza provocando enormi e ineluttabili cambiamenti per tutto il sistema attuale. I combustibili fossili rappresentano circa i due terzi delle emissioni globali di gas serra e i produttori di tali combustibili saranno ovviamente i primi a subire le conseguenze delle politiche dei governi, con una perdita di circa un terzo del loro valore attuale.

Le imprese che si occupano di carbone potrebbero perdere fino al 44% del loro valore, mentre le principali compagnie petrolifere e del gas rischiano di perdere fino al 31% della loro attuale quota di mercato. L' analisi del Pri è una roba per addetti ai lavori, ipotizza che i fondi di settore come l' iShares MSCI ACWI ETF, potrebbero appunto perdere fino a 2,3 trilioni di valore totale, se non oltre.

DISASTRO SOCIALE Numeri e sigle ai più incomprensibili, ai quali però corrisponde il lavoro di quanti sono impegnati nei settori interessati. Perdite economiche corrispondono a licenziamenti, scioperi, cassa integrazioni, migrazioni. Scossoni sociali capaci di cambiare non solo le sorti di singoli individui e famiglie, ma anche di intere nazioni. Ne abbiamo avuto un piccolo assaggio recentemente in Francia con la rivolta dei Gilet Gialli che è stata innescata dall' aumento del prezzo del carburante giustificato da questioni ambientali. Alle proteste sul carburante si sono poi aggiunte altre rivendicazioni, comprese quelle degli agricoltori che è una delle categorie più colpite dalle politiche ambientaliste e per le quali gli investitori di cui sopra hanno lanciato l' allarme. Le proteste degli agricoltori si sono fatte sentire anche in Germania e soprattutto in Olanda dove qualche settimana fa migliaia di trattori hanno provocato il più grande congestionamento di traffico che si ricordi nel Paese.

Agricoltori, lavoratori che usano l' automobile per spostarsi giornalmente, solo per fare due esempi, sono solo l' ultima ruota del carro e come tali sono quelli che rischiano di pagare il prezzo più alto della follia del clima. Ma immaginatevi che cosa potrà succedere in quei Paesi che traggono gran parte delle loro ricchezze dal petrolio, dal gas e dal carbon fossile, come la Russia. E cosa potrà succedere di conseguenza a noi.

2 – DOPO GRETA ARRIVA BEATA: LA LOTTA DIVENTA FEMMINISTA Alessia Grossi per “il Fatto Quotidiano”

Se a tutte le ragazze venisse insegnato come amarsi ferocemente invece di competere tra loro e odiare i propri corpi, in quale mondo diverso e bello vivremmo. ("If all girls were taught how to love each other fiercely instead of how to compete with each other and hate their own bodies, what a different and beautiful world we would live in"). Firmato Nikita Gill.

Non ci sarebbe bisogno di altre presentazioni che questi pochi versi della poetessa femminista britannica che divulga le sue elegie su Instagram per rappresentare lei, che i versi li fa suoi sul suo personale account. Eppure Bea Ernman per gli amici, all' anagrafe Beata Mona Lisa Thunberg, che posta foto di "serate a ridere con le amiche", concerti con lei protagonista sul palcoscenico, è nota per ben altre ragioni.

Sorella dell' attivista svedese per il clima che ieri ha strigliato di nuovo i "grandi" presentando i suoi coetanei del Sud del mondo al Vertice per il clima di Madrid, 13 anni, trucco e capelli da rockstar, Beata finora è stata sempre la seconda della foto, con il volto coperto da pixel sulla copertina de La nostra casa è in fiamme, il libro di famiglia in cui sua madre, l' ex cantante lirica Malena Ernman che ha abbandonato la carriera dopo una breve e fallace interpretazione pop a Eurovision, ha scritto per raccontare come è "nata" Greta.

Se non fosse che anche lei, Beata, da cantante agli esordi ai concerti materni di strada ne sta facendo già molta, anche se lontana dalla sorella, e non soltanto per via del livello di CO² che consumerebbe seguendo le orme della primogenita in giro per il mondo. Ma, a proposito di seguaci, su Instagram di follower ne ha già più di 14 mila e ha da poco inciso un nuovo disco, dal titolo emblematico Bar du vill "Basta volerlo".

Ma la sua cifra non starebbe né dietro alla visibilità della sorella, né dietro ai tour di sua madre: il suo obiettivo è la lotta femminista. Affetta anche lei da sindrome di Asperger sommata a quella del deficit d' attenzione e iperattività, Beata Mona Lisa nel perseguire il suo scopo è del tutto simile a sua sorella Greta, anche se pare che la sua situazione sia più grave. "La sua patologia è più disordinata - scrive sua madre, di cui lei porta il cognome nel libro - difficile da inquadrare e da gestire".

"Le patologie psichiche in ragazze e ragazzi tra i 10 e i 17 anni sono aumentate del 100% in 10 anni", racconta Malena, aggiungendo che "l' oppressione delle donne e delle persone con disabilità derivano dal cambiamento climatico e da una vita insostenibile. Se fossi cresciuta in questi anni, anche io come le mie figlie mi sentirei persa", conclude Malena, teorizzando un legame tra crisi globale e crisi familiare.

Fatto sta che, anche per la sua patologia, si diceva, come già accaduto a sua sorella maggiore, anche la piccola della famiglia Thunberg si è data uno scopo che tutto pervade: rendere il mondo migliore. "Non capisce perché le cose siano differenti per una donna rispetto a un uomo", afferma ancora la madre. E a breve potrebbe intraprendere il cammino dell' attivismo come sua sorella, ma nel femminismo. A questo la starebbero "preparando" i genitori.

Tanto papà Svante quanto mamma Malena, infatti, da quando Greta ha iniziato la sua battaglia scioperando per il clima ogni venerdì fuori da scuola, hanno abbandonato le rispettive carriere di cantante e insegnante alla Reale accademia svedese di Musica e di attore e si sono dedicati esclusivamente alla causa della propria figlia. A organizzare la logistica di Greta, infatti, è suo padre, così come a gestire testi e incontri e partecipazioni sarebbe sua madre, i quali ora raddoppierebbero l' impegno seguendo anche la secondogenita.

"Nessuna speculazione personale", specifica il padre a ogni piè sospinto, sottolineando - tra l' altro - che per evitare chiacchiericci su un probabile tornaconto familiare dalla causa del clima di Greta, ogni dono o provento proveniente dalla causa, alla causa i Thunberg lo devolvono. Tornando a Beata, ciò che appare chiaro seguendo le sue gesta sui social è che ha intenzione di intraprendere la strada opposta a quella di sua sorella Greta: fatta di luci e riflettori, seppure non facili da gestire.

Usando la voce per farsi sentire, laddove la maggiore delle Thunberg ha appena sottolineato che non è la sua di voce quella che conta, ma quella di tutti i giovani che lottano contro il cambiamento climatico. Parafrasando la canzone di Bea: "Decidi tu chi sei".