Estratto dell’articolo di Bruno Quaranta per “la Stampa”, 10 dicembre 2019
CHE PAPAGNO AL PAPA! - LO SCRITTORE CATTOLICO VITTORIO MESSORI ASSESTA UN GANCIO A BERGOGLIO: “IL SUO PAPATO SCONCERTA. IL SUCCESSORE DI PIETRO DEVE INNANZITUTTO TUTELARE LA FEDE. LA CHIESA E IL SUO INSEGNAMENTO APPARTENGONO SOLO AL CRISTO. IL PONTEFICE NON È CHE UN CUSTODE. PER FARE UN ESEMPIO: HA CAMBIATO MOTU PROPRIO IL CATECHISMO IN TEMA DI PENA DI MORTE, DICHIARANDOLA INAMMISSIBILE PER I CRISTIANI. ORA: SI PUÒ CONSIDERARE INOPPORTUNA QUELLA PENA MA L'INSEGNAMENTO CRISTIANO NON L'HA MAI ESCLUSA…” -
[…] Che cosa la sconcerta nell'attuale papato «Preciso di aver scritto spesso elogi dei gesuiti . La loro chiave di lettura del mondo è l' et-et, sia questo, sia quello. Sono inclusivi. E per questo li ammiro».
E dunque? «È il papato del gesuita Bergoglio, talvolta, a sconcertare. Il successore di Pietro deve innanzitutto tutelare il depositum fidei, Scrittura e Tradizione: la Chiesa e il suo insegnamento appartengono solo al Cristo. Il pontefice non è che un custode».
E invece questo papa? «Per fare un esempio: ha cambiato motu proprio il catechismo in tema di pena di morte, dichiarandola inammissibile per i cristiani. Ora: si può considerare inopportuna quella pena (è il mio caso), ma non dimenticando che l'insegnamento cristiano non l'ha mai esclusa».
E ancora: la possibilità per i divorziati risposati di comunicarsi... «La morale cattolica richiede eroismo. Non le si addicono le scorciatoie».
I migranti, il popolo dei barconi: fra i cavalli di battaglia di Salvini. Ruini invita a dialogare con il segretario della Lega. È d'accordo? «Un cardinale può rifiutare di incontrare chiunque lo chieda per almeno ascoltare le sue ragioni?».
Due Papi, Ratzinger e Bergoglio. Come «legge» la loro compresenza? «È un unicum. Un enigma. Papa emerito si è definito Benedetto XVI, disorientando: la qualifica è inedita per il diritto canonico. Ero convinto che si sarebbe ritirato in un monastero, e invece ha scelto di restare in Vaticano. Ma è uomo di fede, di preghiera, di riflessione, avrà di certo le sue ragioni religiose»..
Nell'attuale situazione, avverte il richiamo dei lefebvriani? «Don Bernard Fellay, quando era Superiore di quei dissidenti, mi volle conoscere. Mi propose di arruolarmi fra i suoi. Io senza esitazioni, lo delusi: sto e starò sempre con la Chiesa, non con chi se ne è separato. Sto con i papi, i cardinali, i vescovi, i parroci anche quando mi sembrano discutibili certe loro azioni e dichiarazioni: mugugno, magari mi rattristo ma non dimentico che la Chiesa è il corpo stesso di quel Cristo che sempre, in duemila anni, ha sistemato al meglio cose ben peggiori. Succederà anche stavolta. Come diceva Eduardo De Filippo: "A' da passà a nuttata"».