ItaliaOggi, 10 dicembre 2019
In Russia lotta all’alcolismo
Le drastiche misure adottate dal governo di Mosca contro l’alcolismo, all’inizio del 2000, accelerate dal 2009, hanno dato buoni frutti, a leggere i risultati pubblicati dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), ripresi da Le Monde. E sono sorprendentemente positivi tenendo conto della tradizionale consuetudine storica della popolazione russa a bere alcolici, vodka soprattutto.In 13 anni, dal 2003 al 2016, il consumo individuale è precipitato del 43%, grazie specialmente alla diminuzione ancora più marcata della consumazione di superalcolici (-67%) a vantaggio di birra e vino. Inoltre, nel 2017, è risultato che ogni russo di più di 15 anni ha ridotto il ricorso all’alcol consumandone in media 11,1 litri. Una quantità inferiore rispetto a quella consumata dai francesi, ma, resta, tuttavia, maggiore rispetto alla media europea che è pari a 9,8 litri, secondo quanto ha riportato Le Monde.
Il crollo del consumo di alcolici ha anche contribuito ad aumentare l’aspettativa di vita che, nel 2018, ha raggiunto il livello record, per la Russia, di 78 anni per le donne (era di 71 anni nel 1990) e di 68 anni per gli uomini, cresciuta rispetto ai 57 anni degli anni Novanta. Nel decennio 1990-2000 alcune ricerche epidemiologiche avevano attribuito all’uso di alcol la morte prematura di un uomo su due in età lavorativa oltre a condotte rischiose indotte dagli alcolici come gli incidenti domestici, i morti sulle strade e le violenze. Tra il 2003 e il 2017 i morti causati dalle malattie cardiovascolari sono risultati quasi dimezzati, secondo quanto ha riportato Le Monde.
A diminuire è stato anche il numero degli alcolisti che nel 2018 erano 1.305.000, poco più della metà rispetto ai 2.466.000 alla fine degli anni Novanta.
Di fatto la Russia di Vladimir Putin ha preso di petto la lotta all’alcolismo riducendo drasticamente il consumo di alcolici dopo i catastrofici anni Novanta adottando una serie di misure restrittive. È stato introdotto un prezzo minimo di vendita, stabilito a 250 rubli (3,5 euro) per 50 cl di vodka; è stata vietata la vendita di superalcolici di notte, a partire dalle 23; è aumentato il numero dei luoghi pubblici dove è vietato bere. La pubblicità è stata bandita ed è stato applicato in maniera severa il divieto di vendere alcolici a minori, fino a 21 anni. Inoltre, la birra è stata riconosciuta nel 2011 come bevanda alcolica e dunque sottoposta a queste misure restrittive.
Inoltre, sono migliorate le cure per gli alcolisti riducendo il numero di recidive. Ancora: Mosca, dall’inizio del 2000, ha ripreso il controllo sul mercato illegale degli alcolici arrivando a ottenere il dimezzamento della produzione.
Nel 2010, il 57% dei russi aveva indicato l’alcolismo e la tossicodipendenza come i problemi numero uno del Paese. A Mosca, nel 2009, è stata installata una bottiglia gigante piena di carcasse di auto con il messaggio che suona così: non guidate se prima avete bevuto rischiando così di ridurre in pezzi la vostra auto.
Non è la prima volta che Mosca adotta misure restrittive per ridurre il consumo di bevande alcoliche e per diminuire il numero dei grandi bevitori. Tuttavia, queste campagne contro l’alcool non sono riuscite a modificare in maniera duratura abitudini e mentalità. Il presidente Putin è riuscito, a partire dal 2012, a imporsi come il cantore di una rivoluzione culturale in materia, e che rifiuta di includere il consumo di alcolici, e il suo folclore, tra i valori tradizionali della federazione Russa.