La Stampa, 10 dicembre 2019
Se l’Inter vince, oltre alla gloria si porta a casa 15 milioni
Tredici mesi fa, reduce da un infortunio al gomito, almeno Leo Messi a Milano un salto lo fece. Viaggiò con il suo Barcellona e poi si accomodò in tribuna a vedere l’1-1 di S. Siro contro l’Inter. Ieri, invece, è rimasto a casa. Eppure sta benissimo, il fresco sestuplo Pallone d’oro. Ma, dopo la tripletta di sabato al Maiorca e prima della doppia sfida ravvicinata e cruciale di Liga contro Real Sociedad e Real Madrid, ha deciso di saltare l’inutile incrocio con i nerazzurri di stasera per rifiatare un po’. Vero: l’Inter è una delle rare avversarie che non ha ancora bucato in Champions (in 360’ giocati), ma con il gol rifilato al Borussia nel turno precedente la Pulce è già a 34 vittime diverse, una in più di Raul e soprattutto di CR7, il rivale di sempre superato in un’altra classifica.
Catalani imbottiti di giovani
Messi non c’è, dunque. E qualcuno, tra chi ha speso tra i 185 e i 475 euro per assicurarsi con largo anticipo i biglietti migliori per poterlo vedere dal vivo, ieri si è lamentato via social. Il vero tifoso interista, invece, ora è più sereno. Perché il Barça. già certo del primato del girone, che arriva da cinque vittorie di fila e che in questa stagione non aveva mai giocato così bene come nelle ultime settimane, stasera a S. Siro si presenterà anche senza gli altri «risparmiati» Piqué e Sergi Roberto più gli infortunati Jordi Alba, Semedo, Arthur e Dembelé. Nella lista dei 20 convocati da Valverde, figurano quattro classe 1998, quattro 1999 e il 2002 Ansu Fati, appena recuperato. Dei big, in campo dal 1’ probabilmente solo Rakitic, Vidal e Griezmann. Non una novità per i blaugrana, abituati a qualificarsi con anticipo per gli ottavi e a fare massiccio turnover nell’ultimo match della poule. Un anno fa, ad esempio, contro il Tottenham in casa giocarono solo tre titolari: gli inglesi pareggiarono 1-1 nel finale ma l’Inter di Spalletti, che avrebbe dovuto battere il già spacciato Psv, non ne approfittò e retrocesse in Europa League.
Conte e Lukaku per la rivincita
Conte, adesso, ha un’occasionissima simile. Deve approfittare del Barça B per regalare all’Inter un ottavo di Champions dopo 7 anni. Se lo batte, è fatta: «Noi non dobbiamo pensare a loro, anche se hanno una rosa di 20 giocatori tutti molti forti. Concentriamoci su di noi, per non avere recriminazioni a fine partita. E intanto, ripensando alla difficoltà di questo girone, sentiamoci orgogliosi di essere arrivati all’ultima giornata potendo giocarci in casa il pass contro una grandissima squadra». Sarà ancora emergenza vera, per l’Inter. Oltre ai lungodegenti, fuori Asamoah e in serio dubbio Candreva. Centrocampo con una sola alternativa vera (Biraghi o Lazaro a sinistra) e un bel po’ di rimpianti pensando a quanto bella era stata la squadra che nel 1° tempo dominò a Barcellona con Sensi e Barella nel motore a pieni giri. Due mesi fa, però, al Camp Nou non c’era Lukaku che, con il Manchester United, uscì nei quarti della scorsa Champions proprio per mano dei catalani. Anche Conte ha voglia di rivincita: alla guida del Chelsea, nel 2018 fu il Barça a eliminarlo negli ottavi con un 3-0. Può bastare molto meno, stasera, per entrare nell’élite europea. Inutile girarci attorno: è la partita che può indirizzare la stagione. Vale almeno 15 milioni e il via libera per un mercato più corposo. Intanto, frutta oltre 7,8 milioni di incasso, nuovo record italiano. Andasse avanti, l’Inter potrebbe addirittura pensare di batterlo presto. —