La Stampa, 10 dicembre 2019
Fico, i processi e gli innocenti in galera
Signor presidente della Camera, onorevole Roberto Fico, lei ieri si è augurato che il Parlamento abolisca al più presto la prescrizione poiché ne beneficiano i ricchi, i quali possono permettersi avvocati in gamba, padroni di ogni cavillo buono a trascinare il processo all’estinzione. Una sciocchezza del genere è indegna della sua carica, signor presidente, siccome di 129 mila processi prescritti nel 2017 (ultimo dato disponibile, anche a lei, fornito dal ministero della Giustizia guidato dal suo sodale Alfonso Bonafede) quasi centomila si sono prescritti prima ancora di arrivare in tribunale; quindi erano fascicoli rimasti lì a far polvere. Oltretutto è bizzarra questa protesta contro avvocati abili nel maneggiare leggi che non provengono da oscuri testi massonici, ma approvate dall’Assemblea legislativa da lei presieduta, onorevole Fico. Non mi metterò ora a ripeterle lo scandalo di uno Stato arrogante al punto di abusare del potere di imprigionare e processare i cittadini, un potere che dai cittadini deriva, e fino all’estremo di attribuirsi la forza di sequestrarli in eterno. Ma se è tanto sconcertato dalla capacità di piegare i codici a proprio vantaggio, signor presidente, ed è tanto preoccupato della sorte dei poveri cristi, mi premuro di fornirle i numeri degli innocenti finiti in carcere (solo quelli intanto risarciti dallo Stato, ma sono molti di più): dal 1992 al 2018, oltre 27 mila. Più di mille all’anno. Tre al giorno. Uno ogni otto ore. Ogni otto ore uno di noi va in galera anche se non ha fatto nulla. C’è chi trascina i processi, e chi trascina gli innocenti al gabbio. Veda lei.