Corriere della Sera, 10 dicembre 2019
Casadei, il re del liscio, non vuole cambiare governatore. con buona pace del suo amico Salvini
«Guardi che io sono sempre amico di Matteo Salvini, è anche venuto a casa mia. Nel suo lavoro è bravo, è uno che si dà da fare, sa convincere la gente. Ma se tutto in Emilia-Romagna funziona meglio che nel resto delle altre regioni italiane, perché dovremmo cambiare governatore?». Se gli oltre 3,4 milioni di elettori che il 26 gennaio saranno chiamati al voto in Emilia-Romagna fossero tutti Raoul Casadei, Stefano Bonaccini potrebbe già dormire sonni tranquilli. E il governatore del Pd, che in queste settimane sta facendo di tutto per non essere percepito come un candidato del Pd, avrebbe già la vittoria in tasca. Ma è presto per dire se il Re del liscio romagnolo, passato dall’endorsement pro Lega del 2014 al tifo per Bonaccini di oggi, stia suonando lo spartito che uscirà dalle urne di fine gennaio.
Maestro Casadei, sabato a Bologna c’era anche lei in piazza Maggiore alla manifestazione per il governatore uscente. Perché ha scelto Bonaccini?
«La regione funziona bene, è una delle prime in Italia, anche il turismo va alla grande. E poi è una regione che vede con positività le proprie tradizioni, incluso me (ride, ndr)».
Meglio non rischiare, dunque?
«Bonaccini è una brava persona e lavora bene. Io non voglio criticare l’uno o l’altro, ma se le cose vanno bene, perché dovremmo cambiarle?».
In molti, immagino anche nella Lega, sono rimasti stupiti. Cinque anni fa lei cantò «Romagna mia» con Salvini e l’allora candidato alle Regionali Alan Fabbri, che perse proprio contro Bonaccini. Ha votato Lega e se ne è pentito?
«Ma no... con Fabbri e Salvini abbiamo cantato insieme, ma a me stanno simpatici tutti. E poi non mi sono mai sentito uno con una bandiera cucita addosso. Nella mia vita ho votato sia Enrico Berlinguer sia Silvio Berlusconi. Mi è piaciuto molto Matteo Renzi negli ultimi anni: cerca una strada nuova, moderna, qui in Italia abbiamo bisogno di rinnovarci e Renzi mi sembra il personaggio giusto, anche se è stato un po’ “castrato” dai suoi quando era nel Pd. Per me resta comunque uno dei leader migliori nel Paese, come Carlo Calenda. E anche Bonaccini, come loro, mi sembra uno proiettato avanti».
Le scelte
«Nella mia vita ho votato sia Berlinguer sia Berlusconi. E mi è piaciuto molto Renzi»
La stima è ricambiata. Quest’estate il governatore è venuto al «white party» in Romagna per festeggiare i suoi 82 anni, ha addirittura cantato «Romagna capitale» insieme a lei e a suo figlio Mirko. Magari non era intonatissimo, ma ha detto che l’Orchestra Casadei è «un’eccellenza del territorio», come il Parmigiano reggiano o la piadina. È contento del riconoscimento?
«Eh, se c’è qualcuno che rappresenta la tradizione della Romagna sono io con la mia famiglia, da mio zio Secondo a mio figlio Mirko, che ora sta portando nelle scuole d’Italia la bellezza del liscio e della canzone dialettale. Bonaccini, tra l’altro, è uno che mi ascolta e ha sempre la porta aperta, non è poco».
E la candidata leghista Lucia Borgonzoni? Perché non dà una chance anche a lei?
«Non la conosco bene e non mi sono posto il problema. Lo ripeto, se le cose funzionano, io non penso si debbano cambiare».
Magari con la Lega tornerebbe in pista l’idea di una Regione Romagna, caldeggiata in passato dal Carroccio. Non sogna anche lei l’indipendenza? L’inno, volendo, ci sarebbe già: Romagna mia.
«Ma no, per carità, emiliani e romagnoli sono fratelli. Siamo bravi noi, e sono bravi anche loro. E poi questa è la regione più bella del mondo, va benissimo così com’è».