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 2019  dicembre 10 Martedì calendario

Il proporzionale anti frammentazione non funziona. Parola di Jorge de Esteban, padre della legge elettorale alla spagnola


Maggioritario? Proporzionale? L’Italia pende oggi per un proporzionale «anti frammentazione», «alla spagnola». Funzionerà? «Nessun sistema elettorale garantisce la governabilità perché, come diceva Molotov, il problema delle elezioni libere è che non si sa mai come vanno a finire. Guardate cosa succede proprio a noi spagnoli: pur con il proporzionale corretto che l’Italia vuole imitare, siamo alla quarta elezione in 4 anni e ancora nessun esecutivo».
Jorge de Esteban, proprio lei che è uno dei padri della democrazia spagnola, professore di Diritto costituzionale, ambasciatore a Roma per 5 anni, non consiglia il modello spagnolo all’Italia?
«No, non serve alla governabilità e comporta parecchi rischi. Questo sistema da noi ha fallito profondamente. Premia il voto concentrato per aree geografiche. Così mentre il partito comunista dei primi Anni 80 è stato mortificato, i partiti regionalisti catalani e baschi sono stati sovrarappresentati. I comunisti invece dei 60 deputati che avrebbero guadagnato con un proporzionale puro su base nazionale, ne ottennero solo 20. In compenso, i partiti localisti grazie alla concentrazione del loro elettorato sono sempre risultati determinanti nel Congresso di Madrid. È così che hanno potuto chiedere continuamente nuove competenze. Il risultato è che oggi lo Stato spagnolo è praticamente scomparso da Barcellona».
Colpa delle circoscrizioni mignon che vogliamo anche noi?
«Anche. Purtroppo, con l’età che ho, ricordo bene che durante la Transizione elaborammo questo modello elettorale per favorire i partiti più grandi senza dirlo. Le alternative erano proprio il proporzionale italiano e il maggioritario inglese. Speravamo di garantirci la stabilità e invece creammo le basi per la rottura nazionale».
L’Italia sembra aver accantonato le spinte separatiste.
«Ma un sistema elettorale alla spagnola potrebbe far nuovamente emergere forze, e dico a caso, soprattutto lombarde o venete o campane. Volete costruire basi di potere centrifughe? Piuttosto di restringere potreste ampliare le circoscrizioni, magari facendole coincidere con le Regioni. Il proporzionale ne uscirebbe confermato».
Perché non optare per il maggioritario, allora?
«Ha vantaggi e svantaggi come qualsiasi altro sistema. Ma anche quello non garantisce la stabilità. Prendiamo la Gran Bretagna del 2010. Vinse David Cameron, ma nonostante il maggioritario, non ebbe la possibilità di governare in solitaria».
Quindi?
«Le democrazie mature, in questo periodo di crisi, hanno un elettorato molto volatile. Puniscono il governo in carica e i partiti vecchi per premiare l’opposizione e i partiti nuovi. Per guadagnare seggi, molto meglio fare una buona politica che cambiare il sistema di contare i voti. Anche perché un sistema elettorale sbagliato rischia di mandare all’aria la convivenza nazionale e non solo un singolo governo».