Corriere della Sera, 10 dicembre 2019
Debosciati che però pagano tasse troppo alte
Mattarella ha ricordato a un gruppo di studenti che l’evasione fiscale è «indecente», dal momento che chi non paga le tasse utilizza a sbafo i servizi finanziati da chi le paga. Già il fatto che la dichiarazione presidenziale abbia furoreggiato sui siti e nei tg la dice lunga sulla rilevanza eccezionale rivestita ultimamente dal buonsenso. Che gli evasori se ne infischino di passare per indecenti è logico. Più bizzarra è l’acquiescenza dei tartassati. In un Paese dove ci si scaglia contro qualsiasi privilegio, l’evasore non è circondato da biasimo sociale. Mai vista una folla scendere in piazza brandendo cartelli contro i renitenti al fisco. Ci sono persone a reddito fisso che chiedono pene esemplari per chi ruba in casa, ma non sembrano minimamente toccate dal furto di risorse a scuole e ospedali.Prima di dedurne che siamo un popolo di debosciati, bisogna riconoscere che le tasse sono troppo alte. Oltre un certo limite vengono vissute come un sopruso anche da chi le paga, spesso solo per l’impossibilità di fare altrimenti. Gli si potrebbe rispondere che sono così alte proprio perché molti non le pagano. Ma il discredito di cui gode lo Stato, alimentato dai comportamenti di amministrazioni pubbliche avide nel pretendere quanto parsimoniose nel restituire, lascia supporre che le tasse non diminuiranno mai in nessun caso. L’evasione è un mostro che si nutre di diffidenza. Se tanti italiani non hanno senso dello Stato è perché lo Stato continua a fare loro senso.