Corriere della Sera, 9 dicembre 2019
Anche la sorella di Tridico fu uccisa dal suo compagno. Intervista al presidente dell’Inps che ha mandato il conto a due sorelline orfane di un femminicidio
Pasquale Tridico, questa storia delle ragazzine Loiola...«Questa storia è paradossale. Non dite mai più che l’Inps è una sanguisuga, non avremmo mai dato esecuzione all’atto».
Però quell’atto è stato emesso proprio dall’Inps – l’istituto che lei presiede – come mai?
«Era un atto dovuto, necessario per evitare la prescrizione».
Non si poteva evitare di emetterlo?
«Se non fosse stato emesso prima della prescrizione il responsabile sarebbe stato chiamato a rispondere di danni erariali. Ma noi di questo caso ce ne stavamo occupando da tempo».
In che modo?
«Era all’attenzione di più uffici della direzione generale con l’Avvocatura della Toscana, in collaborazione con la nostra sede di Massa Carrara».
Ma l’atto delle ragazze aveva anche una data di scadenza per pagare...
«Non so più come dirlo, era un atto dovuto. E non so più come ripeterlo: quelle ragazze non avrebbero mai pagato quella cifra. Io lo so bene che cosa si prova nella loro situazione. Avevano la nostra massima comprensione».
Cosa vuole dire presidente Tridico? Di quale situazione sta parlando?
«Mia sorella è stata uccisa da suo marito».
Quando è successo?
«Quando io ero ancora ragazzo, e quando omicidi così orribili non si chiamavano ancora femminicidi, non esisteva il termine».
Era molto legato a sua sorella?
«Per me mia sorella era ben più di una sorella».
In che senso?
«Io sono l’ultimo di sette fratelli, lei era la primogenita. Per me alla fine era una seconda mamma».
Deve essere stato parecchio dura, presidente...
«Per mia mamma è stato atroce. Io cerco di fare quello che posso».
Cosa vuole dire? Che cosa fa?
«Cerco di combattere il fenomeno e proteggere di conseguenza le vittime».
Qualche esempio?
«Il 25 novembre abbiamo stretto un accordo con Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, la presidente nazionale del Telefono Rosa. Il 25 novembre è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, lo sappiamo».
E che accordo avete fatto?
Il ricordo
Sono l’ultimo di 7 fratelli,
lei era la primogenita
Per me era come
una seconda mamma
«Un accordo che prevede che l’Istituto crei dei percorsi privilegiati per gli orfani di violenza femminicida. Ma non solo».
Che cos’altro avete organizzato?
«L’evento del 25 novembre è stato in realtà il primo di quattro giorni di impegno dell’Inps che si sono conclusi il 28 novembre con un evento dal titolo “Come eri vestita?».
Come mai proprio questa scelta?
«Gli abiti raccontano meglio di altre cose come sono ancora troppi e troppo radicati i pregiudizi sulle donne».
Un impegno importante il suo. Adesso come pensa di risolvere il caso di queste due ragazze?
«Ci incontreremo con il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, ci siamo già sentiti più volte».
Quindi cosa pensate di fare?
«Sono certo che tutto questo clamore aiuterà la politica a trovare presto una soluzione. Ma la soluzione normativa non è certo l’unica strada praticabile».
Quale altra strada ha in mente?
«Ci si può rivolgere all’Avvocatura e chiedere un parere interpretativo, che venga incontro al caso delle ragazze Loiola. Questo è un caso paradossale, l’ho già detto».
Qual è il paradosso? Che cosa intende dire?
«Mi sembra evidente che in questo caso le vittime sono le figlie. Eppure la burocrazia ha finito con il far ricadere su di loro – in quanto eredi – la responsabilità di un padre omicida».
Il parere interpretativo dell’Avvocatura potrebbe essere una base per venire esteso ad altri casi paradossali?
«Certamente. Ma noi qui all’Inps abbiamo pensato anche ad altro».
Cioè?
«La costruzione di un cordone protettivo privilegiato per le vittime, non è un percorso normativo, e nemmeno un parere legale».
E che cosa è?
«Un fondo, lo abbiamo appena attivato per tutelare le donne vittime di violenza. La chiamo così, violenza contro le donne, non mi piace usare la parola femminicidio».
Un fondo? E quanti soldi sono stati stanziati?
«Dodici milioni».
Siete già in grado di utilizzarli?
«No, non sono ancora stati stabiliti i criteri di accesso a questo fondo».
Sono tanti dodici milioni. per il vostro Istituto...
La legge e il fondo
Questo clamore aiuterà la politica a trovare una soluzione normativa. Da noi fondo per le vittime
«Per me non sono mai abbastanza. Ma ce l’abbiamo presente le cifre di queste violenze? Sono numeri che fanno girare la testa».