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 2019  dicembre 09 Lunedì calendario

La Lega cambia nome

Lui non ci sarà perché fa parte della nuova guardia. Ma il 21 dicembre a Milano al congresso della Lega nord per l’Indipendenza della Padania a tenere banco sarà proprio il senatore William de Vecchis, eletto nel collegio di Fiumicino, sul litorale laziale. Folgorato sulla strada di Matteo Salvini, ha sfidato la tradizione nordista per regalare al partito un Alberto da Giussano nuovo di pacca: sotto al comandante della battaglia di Legnano del 1176 non c’è l’effigie della Repubblica di San Marco ma l’SPQR di Roma, un tempo ladrona. Sotto il segno – ovviamente ironico – del nuovo Alberto da Giussano in salsa capitolina, si svolgerà dunque tra due sabati il congresso in cui deputati e senatori, delegati regionali e membri del consiglio federale delle 13 “nazioni” del nord saranno chiamati ad aderire al progetto della nuova Lega per Salvini premier.
Tutto avviene in sordina: gli interessati sono stati convocati con un messaggio scarno a fine novembre, l’attenzione dell’opinione pubblica (e degli stessi leghisti) in quei giorni sarà concentrata sulla sessione di bilancio. Un atto solenne che si compie nel silenzio: la transizione verso il nuovo soggetto politico che ha già eletto 180 parlamentari da ogni parte d’Italia, centro, sud e isole comprese e nel cui statuto non compaiono solo le nazioni padane, ma 22 associazioni regionali, da Nord a Sud; dalla Valle d’Aosta alla Sardegna.
Senza per questo sciogliere il Carroccio che è il soggetto politico debitore verso lo Stato dei contributi percepiti e non dovuti per 49 milioni di euro su cui è stato raggiunto un accordo di rateizzazione con la Procura di Genova. Proprio per questo la Lega dei padri fondatori almeno per ora non dovrà morire. Anche se nulla è più un tabù, nemmeno la possibile cancellazione di ogni riferimento dallo statuto alla figura di Umberto Bossi presidente federale a vita.
Da tempo, non è un mistero, la vecchia classe dirigente è stata rottamata e si è proceduto al rinnovamento della struttura organizzativa territoriale. Persino con i simboli di sempre si è usata la spugna: nel fortino di via Bellerio a Milano da tempo la scritta Padania è stata cancellata, mentre sono sempre meno quanti ricordano il verde, colore simbolo delle valli, sostituito dal blu dei sovranisti salviniani.
All’ultimo consiglio federale della Lega Nord che ha convocato il congresso del 21 è stata decisa anche la modifica dello statuto che vietava la possibilità per i militanti di iscriversi ad altre formazioni o partiti. E così formalizzare ciò che è già nei fatti, la possibilità per i militanti del Carroccio di tenere in tasca anche la tessera della Lega per Salvini premier, senza che nessuno della vecchia guardia vicina a Bossi o a Maroni possa eccepire alcunché. Per ora viene mantenuto anche il doppio binario per le contribuzioni dei parlamentari alle casse del partito (o meglio dei due partiti). Ma a differenza del bilancio del Carroccio (che ha chiuso l’anno con una perdita di circa 16 milioni, causa debito con lo Stato), la nuova creatura salviniana prospera, anche grazie al 2 per mille, che alla Lega per Salvini premier ha fruttato nel 2018 il doppio rispetto alla “vecchia” Lega. La quale oltretutto ha pure alle calcagna la Commissione per la trasparenza dei partiti politici che controlla la regolarità dei resoconti.
Ebbene il tesoriere Giulio Centemero è ancora alle prese con le richieste di chiarimento arrivate dagli uffici della Commissione di Palazzo San Macuto rispetto al resoconto 2017. Richieste che non sono state ancora soddisfatte.
La Commissione da ultimo, il 14 novembre scorso, è infatti tornata alla carica per chiedere “l’esibizione dei verbali relativi ai finanziamenti alla Editoriale Nord e a Media Padania”. Che però Centemero non trova. In entrambi i casi infatti – ha scritto il tesoriere –“il verbale in oggetto non è stato possibile reperirlo” perché forse “oggetto di sequestro da procure che ad oggi hanno in mano tutta la nostra documentazione in originale”. Ha fatto mettere invece da subito agli atti che “non sono state costituite fondazioni o associazioni i cui organi direttivi siano stati anche parzialmente determinati dal partito”. Insomma nessun rapporto tra la Lega e la onlus Più Voci di cui Centemero è presidente (e indagato per finanziamento illecito per le donazioni dell’imprenditore romano Parnasi).
Nel frattempo il partito di Salvini continua la flessione nei sondaggi: secondo l’ultimo, targato Demos-Repubblica, scende per la prima volta da mesi sotto il 30%.