il Giornale, 9 dicembre 2019
Ecco come il 2020 può rendere fino al 6%
Alla luce dei rendimenti da inizio anno di oltre il 20% per i fondi azionari, oltre il 5% per quelli obbligazionari e intorno all’11% per i portafogli bilanciati, le aspettative per l’anno entrante devono essere ridimensionate. Questo non vuol dire rinunciare a rendimenti positivi quanto avere la consapevolezza che, per puntare a guadagni più sostanziosi, è indispensabile assumersi maggiori rischi. Non solo bisogna anche sapere che i guadagni potenziali (intorno al 5%) esporranno a possibili correzioni di doppia ampiezza, ovvero del -10%. Le ipotesi considerate si basano su uno scenario nel quale si raggiunga un accordo nella guerra commerciale tra Usa e Cina e la crescita economica si riprenda gradualmente nel corso del 2020.
MERCATI AZIONARI INTERNAZIONALI
Con i tassi di interesse a zero (o negativi) e con la prospettiva che le banche centrali mantengano un atteggiamento accomodante, le attese sono per ritorni complessivi annui oltre il 5% con Wall Street che potrebbe spingersi fino al 6,5%, la zona euro al 5,8%, l’Asia al 5,5% e i mercati emergenti al 5%. Fanalino di coda la Svizzera accreditata di un +4% che però resta anche un interessante investimento difensivo in quanto a Zurigo sono quotati molti titoli alimentari, farmaceutici e assicurativi che evidenziano tassi di crescita stabili e buoni dividendi.
MERCATI EMERGENTI
L’India, con un’economia in crescita e grazie all’«isolamento» dalle dispute commerciali, potrebbe disporre di una spinta maggiore al rialzo. Lo stesso anche per le economie che hanno subito i cali più vistosi nel 2019. Si stima che le società brasiliane e coreane possano mostrare una crescita dei profitti fino al 15% mentre l’aumento delle corporation americane sarà a singola cifra e lo stesso per quelle europee. In ogni caso, nessuno si aspettati rialzi lineari. È probabile che il 2020 sia caratterizzato da una maggiore volatilità dei prezzi: chi investe nell’azionario deve pertanto essere pronto a tollerare perdite momentanee anche fino a 10 punti percentuali.
SETTORI DI BORSA
I venti favorevoli dovrebbero continuare a sostenere la tecnologia grazie all’innovazione (5G, intelligenza artificiale, digitalizzazione, cyber sicurezza) che trascina la crescita. Le facilitazioni concesse dalla Bce (in particolare il tiering, cioè lo sconto alle banche sui soldi chiesi in prestito alla banca centrale) dovrebbe permettere di accrescere la redditività degli istituti di credito della zona euro che mostrano anche buoni dividendi. I servizi di pubblica utilità (acqua, gas, energia, infrastrutture) pur avendo valutazioni tirate vantano buoni tassi di crescita e dividendi di una certa consistenza.
OBBLIGAZIONI SOCIETARIE
Nello scenario ipotizzato le aspettative sono per un rialzo moderato degli spread differenziale di rendimento rispetto ai titoli di Stato – delle obbligazioni high yield statunitensi e una sostanziale stabilità per quelle europee. Questo dovrebbe comportare un rendimento medio annuo tra il 2,5 e il 3% per i portafogli obbligazionari societari in euro (dove però la parte high yield deve essere maggioritaria) e vicina al 4% per quelli in corporate bond in dollari: performance che potrebbe dimezzarsi se il dollaro dovesse calare rispetto all’euro. Anche in questo caso, gli investitori dovranno accettare una variabilità dei prezzi che potrebbe comportare perdite temporanee fino ai cinque punti percentuali.
I BOND DEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO
Se il dollaro, come sembra, perderà slancio, la pressione sul debito emergente in dollari si ridurrà rendendo questa asset class interessante grazie alle cedole generose e ai fondamentali economici dei Paesi in via di sviluppo. Per chi intenda ridurre un po’ i rischi meglio puntare sul debito emergente in valuta forte (quello espresso in dollari e euro) che rende un po’ meno (tra il 4,5% e il 5%) mentre chi accetta oscillazioni più ampie dei prezzi può arrivare a spuntare il 5,5% con un portafoglio in valuta locale. A livello di singoli Paesi (investimento sconsigliato ai meno esperti), le emissioni in rupie indiane, peso messicano e yuan cinese sono un buon mix di solidità e cedole.
TITOLI DI STATO
Secondo le stime, il rendimento dei titoli di Stato Usa a 10 anni (ora all’1,77%) dovrebbero posizionarsi entro fine 2020 al 2%, causando una perdita in conto capitale di due punti che di fatto azzererebbe il guadagno. Ancora peggio per i Bund tedeschi a 10 anni che da -0,40% dovrebbero andare a zero procurando perdite agli investitori per oltre tre punti percentuali.