la Repubblica, 9 dicembre 2019
La playlist delle sardine
Venerdì a Ravenna è arrivata anche la benedizione dalla sacerdotessa del rock. Dal palco Patti Smith scandisce: «Questa è per le sardine», e poi via con People Have The Power.Dedica quanto mai azzeccata e rinnovata all’inaugurazione de la Scala – per un movimento che cerca di sottrarre la politica alle dinamiche di Palazzo. E quella di Ravenna è solo l’ultima aggiunta alla playlist delle Sardine. Certo, il loro metodo di “lotta” principale è quello di riempire le piazze silenziosamente. Ma poi, sempre, in un certo momento, quel il silenzio viene riempito da canti.All’inizio c’è stata Bella Ciao: loro inno “naturale”. Con tanto di polemiche scatenate della destra. L’accusa? La solita: Sardine comuniste. Guai a fargli notare che Bella Ciao è il canto della Resistenza, dell’antifascismo come valore fondante della Costituzione. Poi c’è l’inno “ufficiale”, a rendere omaggio alla terra di provenienza delle Sardine: l’Emilia di Lucio Dalla, della sua Come è profondo il mare. E basta un’occhiata ai video per verificare quanto quelle parole possano risuonare con forza nelle piazze affollate.Certo, ci si diverte anche. È successo a Rimini quando l’immortale Mi piaccion le sbarbine degli Skiantos è diventata, per la più facile delle assonanze, Mi piaccion le Sardine.Folla in delirio e poi via con Romagna mia, che in vista del voto in Emilia diventa una dichiarazione politica. Poi si ritorna seri. Capitolo De André. Dal figlio Cristiano che consiglia al movimento di scendere in piazza con Storia di un impiegato ai tanti che fischiettano a Le acciughe fanno il pallone. A Genova, poi, figurarsi: Crêuzä de Ma e la Canzone del Maggio su tutto. A Bari, invece, è stato il turno di Giorgio Gaber e di Libertà è partecipazione. E se c’è sempre spazio per l’inno di Mameli, non manca chi segue i consigli di Fabio Fazio che ha dedicato ai ragazzi Alla fiera dell’Est di Branduardi: ovviamente “al mercato una sardina mio padre comprò”.