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 2019  dicembre 09 Lunedì calendario

La Bocconi è la terza migliore business school d’europa. Lo dice il Financial Times

Prosegue la scalata dell’Università Bocconi nelle classifiche internazionali: la Sda, la Scuola di direzione aziendale, guadagna tre posizioni e sale al terzo posto nel ranking del Financial Times delle migliori business school europee. La graduatoria, che rappresenta un punto di riferimento del mondo accademico su qualità e ampiezza dei programmi offerti, assembla le quattro classifiche relative alle linee di prodotti proposti che il quotidiano inglese realizza durante l’anno, pesandole in modo uguale. Il risultato è un ranking dei ranking che premia il presidio sull’intero ciclo della formazione manageriale ed è un riconoscimento alla scuola nella sua globalità. La Sda è preceduta al top solo dalla Hec di Parigi e dalla London Business School.
Con la conquista della terza posizione la Sda nel 2019 ha compiuto un vero salto rispetto al sesto posto in cui si era classificata nel 2017 e 2018, passo in avanti che le ha permesso di superare, fra gli altri, l’istituto francese Insead, e che conferma un percorso intrapreso da tempo. Il risultato consente di raggiungere in anticipo l’obiettivo di entrare nella Top 5 continentale indicato nel piano strategico dell’ateneo al 2020. «Traguardo conquistato per la prima volta da un’istituzione italiana», sottolinea Giuseppe Soda, che guida la Sda Bocconi. E il nuovo campus, inaugurato il 25 novembre e che ospiterà anche la nuova sede della school of management, «rappresenta un’arma in più per consolidare la nostra posizione, se non per superarla. Con una battuta: abbiamo un’astronave, bisogna andare nello spazio».
Le donne
La classifica considera anche la percentuale
di donne presenti,
per Sda è il 39%
Secondo il rettore Gianmario Verona, il Ft riconosce «la completezza dell’offerta formativa di Bocconi e Sda». E, aggiunge Soda, «premia la strategia di lungo periodo a favore della formazione permanente che abbiamo perseguito proponendo esperienze per ogni stadio di sviluppo della carriera». Il ranking delle migliori business school tiene conto infatti dei risultati ottenuti nelle classifiche europee relative a Mba, il master full time in business administration; Emba, l’executive Mba per chi ha almeno una decina di anni di esperienza lavorativa; il Master in management, laurea specialistica biennale pre-esperienza; i corsi di Executive education rivolti alle aziende che possono essere custom, cioè personalizzati (tipologia nella quale Sda è quarta al mondo) oppure open, inseriti in un «catalogo» di offerta formativa. Inoltre nella graduatoria viene considerato anche il parametro relativo alla faculty, in particolare considerando la percentuale di donne presenti, che per la Sda è pari al 39%, e la «quota» internazionale, qui al 38%.
E proprio l’internazionalizzazione di partecipanti ai corsi e al mondo accademico rappresenta uno degli indicatori nei quali l’università è cresciuta molto negli ultimi anni. La Bocconi conta su 15 mila studenti appartenenti a 99 nazionalità, il 60% dei corsi di laurea è in lingua inglese e i corsi sono seguiti in media per il 38% da studenti internazionali. Percentuali che sono più elevate nella Sda school of management, nata nel 1972 per formare la classe dirigente economica italiana, ma che ha da tempo una crescente attrattività sul mercato globale: è internazionale il 76% dei partecipanti ai 17 programmi formativi nella parte master e nelle aule che ospitano i 610 corsi di executive education sono transitati nel 2019 oltre 12 mila manager di 75 Paesi. La provenienza degli studenti, in particolare per quanto riguarda i master, va da Francia e Germania a Cina e India, da Stati Uniti e Canada a Egitto e Sudafrica. «La reputazione internazionale della Bocconi», conclude Soda, «non produce effetti positivi solo sulla comunità dei bocconiani, ma fa molto bene anche all’immagine dell’Italia e di Milano. Riuscendo a competere sul difficile terreno internazionale dell’educazione, la nostra università gioca un ruolo nazionale rappresentando il meglio del capitale umano del Paese nell’economia e nel management».