Corriere della Sera, 9 dicembre 2019
David Datuna, la performance dell’artista che s’è mangiato la banana da 120mila euro di Cattelan
«No, non era una performance concordata. E no, non mi aspetto che Maurizio Cattelan mi risponda. Non serve, perché abbiamo già parlato attraverso l’arte. Da artista ad artista: lui ha posto la sua domanda sulla società fissando una banana al muro della più importante fiera dell’arte contemporanea al mondo, e io ho posto la mia mangiandola. È questo che fa l’arte, s’interroga».
A smontare ogni ipotesi maliziosa intorno al gesto d’artista più chiacchierato della trentesima edizione dell’Art Basel Miami Beach è il suo stesso protagonista, David Datuna, che sabato pomeriggio si è avvicinato allo stand della Galerie Perrotin dove era esposta l’ultima irriverente opera di Cattelan – «Comedian», una banana inchiodata alla parete, bloccata da una striscia di nastro adesivo argentato, venduta in tempo record per 120 mila dollari – e senza alcuna esitazione l’ha staccata, sbucciata e divorata sotto gli occhi allibiti di pubblico e gallerista. Esclamando: «Grazie, è deliziosa! Questi 120 mila dollari sono davvero molto gustosi».
Nessuna polemica con il collega padovano. «La mia è stata un’autentica performance d’artista – garantisce Datuna, nato in Georgia e naturalizzato americano —. Ammiro Cattelan da molti anni e credo sia assolutamente geniale nel modo di lanciare messaggi attraverso l’arte: ironico, dissacrante, sa prendersi gioco degli stereotipi contemporanei e cavalcarli per sganciare le sue divertenti, orticanti provocazioni, e infine osservare le reazioni che scatenano. Io non ho fatto altro che la stessa cosa». Senza premeditazione, assicura. «Ero lì davanti alla sua banana che mi costringeva a riflettere sui modi e le ragioni con cui oggi si dà valore agli oggetti comuni e all’arte – racconta —. L’opera era già stata venduta e ragionavo sul fatto che chi l’ha acquistata non ha certo pagato per portarsi a casa un frutto destinato a deperirsi nell’arco di pochi giorni. Ha comprato piuttosto un’idea. Così ho pensato che sarebbe stato divertente mangiare quell’idea: arte che si nutre di arte. Da qui il titolo della mia performance, “Hungry Artist”». In italiano «Artista affamato».
E italiana è la galleria con cui Datuna stava esponendo contemporaneamente le sue opere in un altro padiglione della fiera, la Ca’ D’Oro di Gloria Porcella, con sede a Roma, Miami e New York. «È stata una sorpresa per tutti – dice la gallerista – io stessa non potevo immaginarlo, l’ho scoperto solo a cose fatte, quando mi hanno girato il video del suo gesto. David d’altronde è un artista che non ha certo bisogno di farsi facile pubblicità: è amatissimo dai collezionisti, è tra i pochi artisti non americani viventi ospitato dalla National Portrait Gallery di Washington, nonché il primo al mondo a incorporare la tecnologia dei Google Glass in un’opera d’arte. Lo dimostrano le quotazioni delle sue opere più recenti presentate all’Art Basel, che vanno dai 25 mila ai 115 mila euro, dunque qualsiasi sospetto di operazione a fini promozionali risulta davvero poco plausibile».
E anche chi lo accusa di vandalismo cade in errore. «L’arte è intoccabile. Io ho potuto mangiare la banana, o meglio il concetto che quella banana esprimeva, solo perché sono un artista anche io – precisa Datuna – e il mio atto ha lo stesso valore dell’opera che lo ha provocato. D’altronde il frutto era destinato a essere sostituito in ogni caso. La mia domanda allora è: che senso ha acquistarlo per rimpiazzarlo continuamente? La risposta sta arrivando dalla gente: addetti ai lavori e non. Grazie ai social ormai ognuno è libero di dire la propria. E semmai anche Cattelan volesse dirmi la sua io non potrei che esserne felice. Ma confido nel suo spirito irriverente e credo che io e lui ci siamo già capiti a distanza. L’arte sa chiarire tutto, senza bisogno di tante parole».