Corriere della Sera, 9 dicembre 2019
Katja Wolf, il sindaco di Eisenach che si rifiuta di dare la mano ai neonazisti
In Turingia si stringono la mano. Ma non tutti sono d’accordo. Una legge del Land orientale tedesco prevede che i nuovi membri dei Consigli comunali vengano ufficialmente insediati dopo l’elezione da una stretta di mano del borgomastro.
Katja Wolf, 43 anni, è dal 2014 prima cittadina di Eisenach, 45 mila abitanti, celebre per aver dato i natali a Johann Sebastian Bach. Eletta nelle liste della Linke, si è sempre rifiutata di farlo con i consiglieri della Npd, il Partito nazional-democratico tedesco, organizzazione di estrema destra ancora più radicale di AfD e di chiara ispirazione neonazista. Ora però la cosa è davanti al Tribunale amministrativo federale. Il capogruppo della Npd al Consiglio comunale di Eisenach, Patrick Wieschke, ha denunciato il borgomastro, chiedendo ai magistrati di obbligarla a stringere la mano a lui e ai tre nuovi consiglieri del suo partito. Nelle elezioni dello scorso maggio, la Npd ha ottenuto il 10,2% dei voti, piazzandosi al sesto posto dietro, nell’ordine, Linke (21,6%), Cdu (20,7%), Spd (11,8), AfD (11,7%) e Verdi (10,3%).
Garante di tutti, ma decido io con chi avere contatti fisici
Wieschke, 38 anni, è un notorio neonazista, condannato diverse volte per aver fatto scoppiare una bomba in un ristorante turco, lesioni personali e incitazione all’odio. Il suo nome è emerso nelle inchieste sulla Nsu, il gruppo terroristico nazista che tra il 2000 e il 2007 ha assassinato nove migranti e una poliziotta, ha commesso 43 tentativi di omicidio, tre attentati e 15 rapine in diversi Länder, fra i quali la Turingia. Eppure, in maggio, 4.600 elettori di Eisenach hanno votato Wieschke per il Consiglio comunale.
Ma Katja Wolf non ci sta. E il suo gran rifiuto diventa un caso da manuale sull’onda estremista di destra che investe l’Est della Germania, l’atteggiamento che i partiti costituzionali devono assumere e i limiti della politica. «Per me esiste un confine – dice Wolf in un’intervista a Der Spiegel —, con certe persone non voglio avere contatti fisici. Stringere la mano ha un alto valore simbolico, trasmette rispetto, è un atto politico. Per questo non l’ho mai stretta né a Wieschke, estremista di destra, razzista, nemico della Costituzione e pregiudicato, né ai consiglieri Npd. Non intendo farlo in futuro e spero che nessun tribunale mi costringa. È una questione di principio, decido io con chi avere contatti fisici, il mio corpo mi appartiene». All’obiezione che la Npd non è fuori legge ed è stata votata democraticamente, Wolf ricorda che la Corte costituzionale ha definito il partito «nemico della Costituzione», ma si è fermata un passo prima della messa al bando, affermando che «non costituisce una minaccia per l’ordine liberal-democratico». E aggiunge: «Rispetto i risultati elettorali, il gruppo Npd ha stessi diritti e doveri delle altre forze politiche e io ne sono il garante. Ma la mano no».
Il consigliere
Wieschke è della Npd: per la Suprema Corte è un partito «nemico della Costituzione»
Forse ancora più interessante è che Wolf faccia una distinzione tra Npd e AfD, implicitamente offrendo, con la mano, una «patente» democratica a quest’ultima: «C’è un confine preciso tra queste due forze, non è giusto metterle sullo stesso piano. La Corte suprema ha definito la Npd nemica della Costituzione». Wolf dice però che esistono «tendenze anticostituzionali» anche in AfD. Il suo capo in Turingia è Björn Höcke, leader dell’ala più estremista.