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 2019  dicembre 07 Sabato calendario

Gianni Agnelli: perché andai volontario in Russia

Milano, giugno 1988.Un amico, bocconiano perbene, mi invita alla Bocconi per un incontro/lectio magistralis nell’aula magna. Due soli oratori, di livello eccelso: Mario Monti e Gianni Agnelli. Era il periodo in cui Mario Monti entrò nel consiglio di amministrazione della Fiat. Un incontro da non perdere.
Dopo un attimo di esitazione l’amico aggiunse: «Senti, ci saranno troppe studentesse perbene, non è che avresti una amica un po’ meno perbene, ma che sappia stare al mondo, sia chiaro, la mettiamo seduta in prima fila di fronte all’Avvocato, tanto per vivacizzare la situazione, l’idea non è solo mia...». Vediamo, dissi. Avevo già in mente un nome. Chiusi la telefonata e digitai un numero. Da un po’ non sentivo Mariù.
Alta, bella, mora, calabrese di nascita e di accento, come la Gregoraci. Che all’epoca aveva 8 anni. Stessi capelli, stessa statura, Mariù, ex indossatrice, di anni ne aveva 40, dimostrati 30. Mariù, abbiamo un invito alla Bocconi, ci vieni? La Bocconi, quella dell’università? Ma io che c’entro? Ci sono i professori là, io ho solo la quinta elementare. Che figura ci faccio? Era un’ ottima conversatrice, nel caso, glielo ricordai.
Mariù, è una specie di conferenza, a parlare saranno solo Mario Monti, il rettore e Gianni Agnelli. Va bene vengo, l’Avvocato l’ho conosciuto in Sardegna. Che uomo affascinante!
Andammo, erano già tutti li, l’avvocato in posizione centrale su una poltrocina sopra la pedana, Mario Monti alla sua destra un poco più in là.
Indicai a Mariù una sedia libera in prima fila, lei prese posto, molte teste si girarono, l’avvocato graì con un accenno di sorriso. Parlò per primo Mario Monti. Il suo discorso volò alto, da trenta e lode, l’applauso dei suoi allievi fu scrosciante. Un discorso da grande professore.
Impassibile, l’avvocato si unì. Toccava a lui. Incrociò la gamba offesa su quella sana. Poi, arrotando le erre esordi a sorpresa, «Quando ero volontario in Russia...». Mariù scatenò l’applauso, tutti si unirono, fu un boato, non un applauso. Puoi avere solo la quinta elementare, ma se hai il senso del tempo e del ritmo, vai lontano. Agnelli parlò da grande imprenditore. Ma non era finita.
Una studentessa gli chiese: ma Avvocato, perché andò volontario in Russia, una guerra ingiusta e sbagliata. Lapidaria la risposta, tra una erre e l’altra: se il mio paese è in guerra, io non mi tiro indietro. Come dire, non ho paura di sporcarmi le mani o la coscienza, di contaminarmi. Combatto, poi si vedrà. Sono un uomo, non un cattedratico.
Di nuovo un boato. Mariù contentissima accavallò le gambe interminabili. L’ avvocato gradì, in tanti avevano imparato la lezione.