La Lettura, 8 dicembre 2019
Storia delle Frecce Tricolori
Pochi conoscono la sua denominazione ufficiale: 313° Gruppo di addestramento acrobatico. La Pattuglia acrobatica nazionale è a tutti nota con un altro nome, le Frecce Tricolori. Il reparto, nato nel 1961 e di base presso l’aeroporto di Rivolto (Udine), solca i cieli di tutto il mondo conquistando migliaia di spettatori e appassionati del volo, continuando una tradizione di abilità acrobatica di gruppo che risale a 90 anni fa.
Nel 1929, l’allora comandante del 1° Stormo da caccia dell’aeroporto di Campoformido (a 15 chilometri da Rivolto), il tenente colonnello Rino Corso Fougier (futuro capo di stato maggiore della Regia Aeronautica durante la Seconda guerra mondiale), volle inserire nella normale attività addestrativa la conoscenza delle tecniche dell’acrobazia aerea. Con l’appoggio di Italo Balbo, ministro dell’Aeronautica, prese così vita, nel 1930, nella base friulana, la prima scuola di volo acrobatico, composta da 5 biplani Fiat Cr20 Asso. Il gruppo acrobatico, denominato la «squadriglia folle», si esibiva, dimostrando le proprie capacità in giro per l’Europa, negli anni in cui la Regia Aeronautica si stava affermando come una delle più avanzate forze aeree dell’epoca, inanellando, tra l’inizio degli anni Venti e la metà degli anni Trenta, una serie di primati mondiali che portarono uomini e macchine alla ribalta internazionale. È l’epoca dei raid, dei record e delle grandi trasvolate oceaniche.
Dal febbraio al maggio 1920 Arturo Ferrarin, con un biplano Ansaldo Sva 9, compie il raid Roma-Tokyo, replicato 5 anni dopo da Francesco De Pinedo, a bordo di un Siai S.16ter, che raggiunge Melbourne in Australia dopo aver toccato Tokyo. Nel 1926 Mario De Bernardi con l’idrovolante Macchi M.39 si aggiudica la prestigiosa Coppa Schneider, la più importante competizione del settore, tenutasi ad Hampton Roads (Usa). Il 1927 è l’anno della Crociera delle due Americhe intrapresa da De Pinedo, replicata nel 1930 e 1933 da quelle che Italo Balbo, che ne è al comando, definisce il «balzo atlantico in massa». Grandi formazioni di idrovolanti attraversano l’oceano per raggiungere il Brasile e il Nord America, ottenendo un enorme successo mediatico. Infine, nel 1934, Francesco Agello conquista il primato assoluto di velocità per idrovolanti su circuito, a bordo del suo Macchi Castoldi Mc.72, alla velocità media di 709 km/h. Primato tutt’ora imbattuto per idrovolanti con motore a pistoni.
Dopo la guerra, in cui saranno le capacità industriali e tecnologiche a condizionare i combattimenti aerei, più che l’abilità acrobatica dei piloti, rinascono, negli anni Cinquanta, all’interno di singoli reparti della nuova Aeronautica militare italiana, le pattuglie acrobatiche che poi confluiranno nel 1961, nelle Frecce Tricolori.