Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  dicembre 08 Domenica calendario

Il tassista che ha preso a pugni il cliente

ROMA – Fabio il pensionato «mite, minuto ed educato» arriva all’aeroporto di Fiumicino dopo un lungo volo intercontinentale, e finisce dritto in ospedale. Giusto il tempo di far la coda per il taxi davanti al terminal “3”, di chiedere la corsa a tassametro – com’è dovuto – per non essere truffato dal solito trucco della “tariffa fissa”, rifilata ai turisti e agli incauti anche quando non è prevista e non conviene; ed ecco Stefano il tassista che lo atterra con un dritto secco al naso, facendolo volare all’indietro. Poi la solita, squallida indifferenza: il tassista parte, i colleghi pure, e l’operatore del taxi service con la pettorina gialla alza le spalle, si volta e si allontana, lasciandolo lì dolente e sanguinante. «Valuteremo se procedere per omissione di soccorso», dicono gli inquirenti. Lui si tampona il sangue con un fazzoletto, e raggiunge da solo gli uffici Polaria: «Ho chiesto al tassista se il costo della corsa era fisso, e mi ha aggredito». La sequenza è di una violenza surreale persino per il suk dei taxi a Fiumicino in cui la stecca, la truffetta e la corsa illegale sono normalità, e i tassisti onesti se ne lamentano almeno quanto i clienti. Ripresa dalle telecamere di sorveglianza, è diventata virale. L’aggressione è del 27 novembre ma si è saputo solo ieri, quando «abbiamo completato le indagini, informato la procura e depositato il verbale», spiega il commissario Fernando Speziali di Polaria. Fabio è stato operato ieri per ridurre la frattura del setto nasale. I «trenta giorni di prognosi» sono diventati 70 e non è finita, poveraccio: preoccupa l’orbita dolente, con la pressione dell’occhio alle stelle. Il tassista è stato identificato e denunciato a piede libero per «lesioni personali gravi: purtroppo nessuno ha chiamato il 113, nessuno ci ha avvisati e così ci hanno negato la possibilità di valutare l’arresto in flagranza», spiega il commissario. La sindaca Raggi e l’assessore Calabrese chiederanno «il ritiro della licenza», la numero 117, per il tassista della coop Nuova Preneste, 60enne come la vittima. Il sindaco di Fiumicino, Montino, gli darà «un Daspo urbano come persona non gradita». E Adr, la società che gestisce lo scalo, valuta «ogni possibile iniziativa legale». Contro le truffe seriali ai turisti diretti nel centro di Roma e menati a zonzo per allungare tragitto e tariffa, in passato fu istituita la tariffa fissa di 48 euro da Fiumicino a qualsiasi meta all’interno delle mura Aureliane. Ma che succede a chi si ferma prima di raggiungerle? Si va a tassametro: per il pensionato Fabio, che abita al Laurentino, periferia sud, la spesa sarebbe stata certamente inferiore. Chi vuole fregare i turisti viaggia comunque a tassametro spento e applica tariffa fissa. Ma Fabio non è un turista, è romano e viaggia spesso. La moglie è sudamericana, tornava dal Sudamerica con scalo a Madrid. Dunque Fabio è in coda. Ha una pila di valigie, il tassista ne prende una e apre il portabagagli. «Vado al Laurentino, mi raccomando il tassametro però, ci provano sempre a fregarmi...». La corsa è povera, la risposta indecente: «Se devi rompere i coglioni puoi pure scendere e prendere un altro taxi. Vai, vai», e giù la valigia tra i piedi, brusco. L’uomo con la pettorina, il taxi service che dovrebbe evitare gli assalti al turista e le liti per accaparrarsi corse ricche e clienti spennabili, non batte ciglio e assegna al tassista un altro cliente. Il pensionato prova a protestare: «Ero offeso, gli ho bussato sul vetro della macchina. Lei non può comportarsi così! Non può rifiutare la corsa, c’è un regolamento...». Stefano il tassista scende, si avvicina e lo stende. «Ho sbagliato, mi ha bozzato la macchina e non ci ho visto più. Era mio diritto rifiutare la corsa, mica sono obbligato», dirà agli agenti. Tesi sbagliata: «Si chiama “onere della prestazione”, è un servizio pubblico e non possiamo scegliere i clienti né rifiutarli», spiega il presidente del “3570” Loreno Bittarelli: «Truffe e situazioni intollerabili avvengono troppo spesso in stazioni e aeroporti. Ci danneggiano tutti, tassisti seri e clienti: perché nessuno lo impedisce?».