la Repubblica, 8 dicembre 2019
Bonaccini riempie le piazze
VANITYX
BOLOGNA – Tornano piene le piazze della sinistra nell’Emilia Romagna al voto per fermare l’onda leghista. Dopo le sardine e «grazie al coraggio che hanno dato al nostro popolo», anche Stefano Bonaccini riesce a riempire il Crescentone. Il governatore dem, in corsa per il bis alle regionali del 26 gennaio contro la leghista Lucia Borgonzoni, porta in Piazza Maggiore oltre 10mila persone. Ci riesce da solo, tenendo a distanza i big del partito, cancellando il simbolo Pd dal palco e dai manifesti – «perché sono candidato di una coalizione in cui tutti i partiti hanno pari dignità» –, ma lasciando che le bandiere dell’intero centrosinistra invadano il Crescentone. «Portate tutte le bandiere che volete» aveva detto nei giorni scorsi. E infatti ci sono tutte. Quelle del Pd, della sinistra “Coraggiosa” di Vasco Errani, dei Verdi, dei giovani europeisti di Volt, persino dei Repubblicani. Pure quelle della sua lista, la lista civica di Bonaccini, con l’immagine stilizzata dell’Emilia Romagna disegnata nel verde che è il colore della Regione e che il presidente usa pure per il logo col suo volto sui gadget della campagna. «Mi avevano sconsigliato di fare questa manifestazione e invece ne è valsa la pena. Questa è una piazza straordinaria» dice il governatore sul palco. Unico politico a parlare alla piazza, dopo i monologhi di Alessandro Bergonzoni, Carlo Lucarelli e Bella Ciao cantata in coro. Il Pd sta dietro i riflettori, mentre il governatore spinge sull’acceleratore e stacca la rivale Lucia Borgonzoni. Questo dicono le tendenze degli ultimi sondaggi sulla delicatissima partita emiliano romagnola, “linea del Piave” anche per il governo. L’effetto- sardine, che colma le piazze di valori e di sinistra, aiuta il governatore. Bonaccini è in vantaggio nelle ultime rilevazioni, al 45,4% contro il 40,6% della leghista Borgonzoni, secondo Izy, che ha testato la partita cinque giorni fa. Ma soprattutto il suo trend risulta in crescita, perché le piazze piene emiliano romagnole creano un’onda positiva a sinistra. Convincono a entrare in campo per fermare la Lega anche astenuti, 5 stelle, elettori di sinistra radicale, e persino qualche moderato di Forza Italia. Tutta gente che in altre circostanze ci avrebbe pensato due volte a votare un candidato dem, e che invece stavolta potrebbe farlo. Non a caso due ieri in piazza c’era anche Mattia Santori e Andrea Gareffa, i due fondatori delle sardine bolognesi. Nessun commento, ma il dialogo con Bonaccini è aperto: «Le sardine non cercano posti ma risposte. Proveremo a dargliele» dice il governatore. La partita resta comunque non semplice. Se Bonaccini avanza nel voto sul presidente, nei voti di lista il centrodestra resta solido, spesso davanti alla sinistra. Un’ombra che preoccupa, e che spinge Bonaccini a invocare dal palco «il voto disgiunto» come ultimo appello al M5S. Un’ombra però che non offusca l’immagine di piazza Maggiore ricolma. Sorride in mezzo alla folla Romano Prodi, che riempì pure lui la piazza ai tempi dell’Ulivo e che ascolta Bonaccini mescolato tra i militanti in lacrime «perché l’Emilia Romagna non può passare alla Lega». Solo alla fine il Professore va ad abbracciare il presidente nel retropalco: «Questo è stato un bell’inizio. Più gente di così non ci stava – dice alla fine l’ex premier – Bello il discorso di Stefano, che ha rivendicato il passato ma ha anche prospettato il futuro. Vorrei davvero che tutta l’Italia fosse come l’Emilia-Romagna. Questa regione funziona. Gli elettori lo capiranno? Io mi auguro di sì». Con Prodi Stefano Bonaccini, 52 anni, governatore uscente e candidato presidente del centrosinistra in Emilia ieri in piazza a Bologna con Romano Prodi, 80 anni. Erano in diecimila in piazza Maggiore