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 2019  dicembre 07 Sabato calendario

Greta sul treno a nafta

Come si dice, «Maledette ferrovie spagnole!» in svedese? Greta Thunberg è finalmente arrivata a Madrid e ha un diavoletto per capello. È giunta di venerdì, in omaggio al suo movimento «Friday for Future» ed è visibilmente nervosa e provata, non dai chilometri percorsi sul lentissimo Trenhotel Lusitania (il leggendario e unico collegamento ferroviario notturno tra Madrid e Lisbona che ha 17 fermate), ma dalle tre settimane su un catamarano sul quale, salpando dalla Virginia, ha attraversato le gelide e agitatissime acque invernali dell’oceano Atlantico. Perché la sedicenne ambientalista svedese, coraggiosa nella sua caparbietà a dire «no» alle comodità inquinanti, non poteva affidarsi a un aereo o a una nave, mostri che divorano avidamente carbon fossile ed emettono veleno. Così ha sfidato l’Atlantico, sbarcando in grande ritardo a Lisbona e non nella Galizia spagnola, com’era previsto.
A turbare, però, il volto di Greta, non sono state le miglia marine, o la lentezza del Lusitania che impiega il doppio del tempo rispetto a un treno moderno. A smontare il suo ammirevole proposito di viaggiare dagli Stati Uniti all’Europa a emissioni quasi zero, è stato il vetusto tratto ferroviario di 625 chilometri, costruito prima della Grande Guerra e mai ammodernato con l’alta velocità. Purtroppo, i quasi 120 chilometri del tratto tra San Vicente de Alcántara e Cáceres sono privi di elettrificazione, così orrore si aggiunge una locomotiva anni Cinquanta che ingoia nafta e sbuffa un quantitativo di CO2 quasi uguale a un viaggio in aereo di 60 minuti. Come si dice: «Ma vaffa» in svedese? Ora, non sappiamo se qualcuno avesse avvertito la testarda ambientalista di questo piccolo peccato da compiere. Inizialmente, infatti, doveva essere un’auto elettrica ad accompagnarla, ma da Lisbona Greta viaggia con un nutrito codazzo di consulenti: Bloomberg stima che il suo movimento attiri 55 miliardi di dollari di investimenti. Così si è affidata al treno, dopo che le avevano offerto persino asini e cavalli, manco fosse figlia di Don Chisciotte che raggiunge Madrid attraverso l’insidiosa e arida Estremadura.
Digerita questa scomoda verità, Greta alla stazione Atocha di Madrid è stata accolta come un capo di Stato, con due cordoni di poliziotti e i paparazzi transennati che urlavano la sua attenzione. Alle 16.30 ha partecipato alla conferenza stampa organizzata dal movimento verde «Juventud por el Clima» nella Casa Encendida, ribadendo il suo manifesto di vita, poi alle 18 si è unita con migliaia di attivisti e le varie piattaforme ambientaliste giunte da tutta Europa per la «Marcha por el Clima». Al corteo è spuntato anche l’attore premo Oscar e attivista Javier Barden.
A Madrid nei prossimi giorni sono previste varie iniziative del popolo di Greta, una sorta di anti Cop25 dell’Onu in svolgimento nella capitale e a cui Greta non è stata invitata. Ma si è presentata lo stesso aggiungendosi a una commissione di adolescenti. Un colpo di scena dopo che da settimane era esclusa la sua presenza al summit. Infatti, dopo la sua violenta invettiva a settembre all’Onu, quando, in lacrime, accusò i capi di Stato averle rubato l’infanzia, la caparbia svedese non ha ricevuto più inviti dalle Nazioni Unite.