La Stampa, 7 dicembre 2019
Tosca in tv dalla A alla Z
Ci siamo: oggi alle 18, inaugurazione della Scala con Tosca, onorata dalla presenza del Presidente della Repubblica. Prima della «Prima», (quasi) tutto quel che c’è da sapere, statistiche comprese, dalla A alla Z.
A come Antoniozzi. Alfonso, baritono, 55 anni, viterbese. È il Sagrestano.
B come Bosi. Carlo, tenore, 60 anni, livornese, il re dei comprimari. È Spoletta.
C come Chailly. Riccardo, direttore d’orchestra, 66 anni, milanese. Per lui, sesta Prima, quinta da direttore musicale del teatro.
D come Diamanti. L’arcidiva Netrebko ha due parure uguali di diamanti Chopard: una falsa per la scena, una vera per la cena.
E come Esibizionismo. Gli spettatori si dividono in tre categorie: quelli che vanno a vedere lo spettacolo, quelli che vanno per farsi vedere e quelli che vanno per vedere quelli che vogliono farsi vedere.
F come Falaschi. Gianluca, costumista, 41 anni, romano. Ha disegnato per la Netrebko una cappa azzurra ispirata al costume della Callas per Un ballo in maschera.
G come Giornalisti. Carla Maria Casanova festeggia la sua 60esima Prima. L’inviato della Neue Zürcher Zeitung non ha voluto l’accredito e ha fatto la coda notturna per il loggione.
H come Hernández. Saioa, soprano, 40 anni, di Madrid. La parte di Tosca passerà a lei per le recite in gennaio.
I come Instagram. Sarà la Prima più social di sempre. Attivissima Netrebko, che ha pure postato le sue foto a zonzo per Milano durante la conferenza stampa di parata cui non ha partecipato perché ufficialmente indisposta. In realtà, maldisposta contro un quotidiano che in un’intervista le ha fatto dire cose che nega di aver detto.
L come Livermore. Davide, regista, 53 anni, torinese. Seconda Prima di seguito (l’anno scorso fu Attila): entra nel club con de Lullo, Strehler e Ronconi, ma in testa resta Margherita Wallmann con tre inaugurazioni di fila, dal ’57 al ’59.
M come Meli. Francesco, tenore, 39 anni, genovese, alla terza Prima. È Mario Cavaradossi.
N come Netrebko. Anna Jur’evna, soprano, 48 anni, russa di Krasnodar, alla quarta Prima. È Floria Tosca.
O come Otto. I brani tagliati dall’autore dopo la prima assoluta di Tosca che Chailly, più pucciniano di Puccini, ha reincollato in partitura.
P come Puccini. Giacomo (1858-1924), popolarissimo ma forse non ancora del tutto capito. In uno slogan: non è l’ultimo operista dell’Ottocento, ma il primo del Novecento. E in tutti i sensi.
Q come Quattro dicembre. La Primina degli «under 30» (con molti imbucati over 60 e oltre) è andata benissimo, compresi gli stucchevoli pezzi di cronaca sui «gggiovani».
R come Rai. Diretta su Rai1 dalle 17.45. Dirette anche in Francia, Germani, Repubblica Ceca, Ungheria, Portogallo, Grecia e nei cinema in Italia, Svizzera, Spagna, Regno Unito, Polonia, Norvegia e Finlandia.
S come Salsi. Luca, baritono, 44 anni, parmense di San Secondo, a pochi chilometri da Busseto e patria della spalla cotta che era il piatto preferito da Verdi. Seconda Prima. È il barone Scarpia.
T come Tortura. Questa volta si vedrà in scena il «cerchio uncinato alle tempia, che a ogni niego ne sprizza sangue senza mercè!» (dal povero Cavaradossi). Il pulp griffato Giacosa & Illica.
U come Unico. Può piacere o (legittimamente) no, ma la Prima della Scala resta un avvenimento unico al mondo.
V come Vitello. Una «tenerezza di vitello» è il piatto forte della cena post Prima alla Società del Giardino, griffata dallo chef tristellato Enrico Bartolini. In Sardou, invece, Scarpia si chiama Vitellio.
Z come Zona rossa. Intorno alla Scala, tutto blindato.