La Stampa, 7 dicembre 2019
Sulla buccia di banana di Cattelan
Una banana fissata al muro con una striscia di adesivo grigio. Prezzo: 120 mila dollari. Buccia compresa, s’intende, sulla quale un artista come Cattelan si è divertito a far scivolare il mondo. Trasformando la falsa bacca della famiglia delle Musaceae in opera-icona della fiera Art Basel di Miami andata a ruba nei suoi tre esemplari.
S’intitola Comedian e, prima che sulla sua scorza comparissero le prime macchioline marroni, è stata super-socializzata con commenti in bilico fra entusiasmo e indignazione. Dopo il wc a 18 carati battezzato America (103 chili d’oro, trafugati nel settembre scorso al Blenheim Palace), la provocazione anzi la cattelanata - il sinonimo si sta candidando al dizionario - nella sua forma più deperibile e insolente raggiunge livelli di disobbedienza logica sinora inesplorati.
Erano quindici anni che l’artista non partecipava a una fiera, a convincerlo è stata la galleria di Emmanuel Perrotin. E il ritorno non poteva che essere col botto: «Amo le banane - spiega l’artista - e da tempo durante i miei viaggi portavo con me questo frutto e lo appendevo nella stanze d’albergo per trovare l’ispirazione». E voilà, dopo aver pensato a mille e una elaborazioni possibili ecco che Cattelan ha pensato di ridurre all’osso la storia, comprando una banana dal fruttivendolo di Miami e valorizzandola nel suo essere, sic et simpliciter, banana e quindi appendendola sulla parete dello stand con lo scotch argentato.
Del resto, l’oggetto in sé racchiude una certa potenza iconica, basti pensare alla banana disegnata da Warhol per il leggendario album Velvet Underground & Nico. Cattelan ha aggiunto solo un pizzico di «carica erotica», parole sue, fissando il frutto al muro con un’angolazione particolare. «Ma che resterà di tanta virile metafora quando la natura farà il suo corso?» si chiedono su Instagram gli amanti del concettuale spinto.
E qui scatta il sillogismo cattelaniano. La banana è vera e marcisce? L’opera d’arte è il suo mercato sono vulnerabili e effimeri quanto un frutto fresco? La banana vera, ma solo quella vera, è un’opera d’arte. D’altronde già nel 1967 Giovanni Anselmo mischiò arte e insalata fresca, infilando nella Scultura che mangia un bel cespo di lattuga fra due blocchi di granito. Insomma, Comedian ha antenati illustri (e senza scomodare la Merda d’artista di Piero Manzoni) me secondo il gallerista che ha venduto il terzo pezzo a 150 mila dollari l’opera affronta temi dalla profondità insondabile tipo «in che modo stabiliamo il valore di un oggetto artistico». Per ora, però, più che riflettere fa discutere. Nessuno, sia chiaro, azzarda a mettere in discussione la genialità dell’artista: «È riuscito a vendere una banana a 130 mila dollari, è il più grande di tutti» cinguetta su Twitter Ariannarte. Aggiungendo, però, (e qui riderebbe di sicuro anche Cattelan): «Più che con Banksy se la gioca con il mio fruttivendolo».