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 2019  dicembre 07 Sabato calendario

La sardina Santori sta con Bonaccini. Intervista

Non c’è bisogno di presentarlo, visto che sta in tivù più di Salvini. Mattia Santori, bolognese, 32 anni, è fra le quattro Sardine originarie e, di fatto, il portavoce del movimento.
Oggi per chi legge sarete in piazza a Bologna con Stefano Bonaccini. Perché?
«Non saremo in piazza come Sardine, sarò in piazza come Mattia. Non abbiamo mai dato indicazione di voto».
E lei perché ci va?
«Perché voglio sapere cosa propone il centrosinistra per la mia regione e perché al momento è l’unica alternativa alla Lega e a Salvini. Ma è una scelta personale».
Perché Bonaccini è meglio di Borgonzoni?
«Perché parla di dati e di fatti e viene da cinque anni di buona amministrazione. Dall’altra parte ci sono solo slogan».
Il 14 le Sardine saranno a Roma. Cosa succederà?
«Due cose: sarà una grande manifestazione di piazza e anche l’incontro dei comitati di tutta Italia».
Quante persone pensate di portare in piazza?
«Diciamo che essere centomila sarebbe un successo».
Chi paga i viaggi?
«Ognuno il suo. Al solito».
In quale piazza sarete?
«Noi volevamo piazza del Popolo, invece ci hanno dato San Giovanni».
Scrive «Repubblica» che lei va troppo in tivù.
«È importante farlo perché se non ci vai ti raccontano comunque e magari non bene. Io vado a dire quello che sono e che penso. Però sì, forse è vero: in tivù andrò di meno. Dobbiamo concentrarci sulle piazze. C’è bisogno di riempire degli spazi vuoti e di dire qualcosa di diverso».
Anche i grillini iniziarono in piazza e finirono, in tutti i sensi, in tivù. Il M5s è un modello o un timore?
«Con il M5s noi c’entriamo nulla. Loro avevano un obiettivo chiaro e una struttura per realizzarlo. Noi viviamo alla giornata».
Torniamo in tivù. Si rivede e, nel caso, si piace?
«Non mi rivedo mai perché non ho tempo. Mi assicurano che vado bene, ma me lo dicono quelli della tivù perché vogliono che ci torni e gli amici perché mi vogliono bene. Quindi non mi fido troppo».
Quanti e quali partiti le hanno chiesto di candidarsi?
«Ufficialmente nessuno. In pratica, molti mi hanno fatto capire che mi vorrebbero. In questo momento, mi sembra più utile riempire le piazze».
Prima o poi dovrà passare dalla piazza al palazzo.
«Io non voglio fare carriera politica. Se proprio non è indispensabile».
Insomma, non lo esclude.
«Mai dire mai».
Salvini lo incontrerebbe?
«Sì. Ma non è esattamente la mia priorità».
Peggio Salvini o Di Maio?
«Salvini».
Di Maio o Conte?
«Peggio Di Maio».
Di questo governo salverebbe qualcuno?
«Sì, altrimenti farei il solito populismo che combattiamo. Di politici capaci ce ne sono».
Conferma di essere un renziano pentito?
«Confermo di essere stato renziano e affascinato dalla sua carica di novità. Poi ha fatto degli errori che hanno minato la sua coerenza e mi hanno deluso».
Beppe Sala potrebbe essere il leader del centrosinistra?
«Io lo conosco poco ma mi dicono che a Milano è molto amato. Quindi sì».
Si può davvero fare politica senza sponsor e senza soldi?
«Sì. La stiamo facendo appunto così».
E senza una struttura?
«Quella c’è. Ci sono degli amici che curano la rassegna stampa o tengono i contatti. Nulla di professionale. È come incontrarsi al bar».
Fra dieci anni dove si vede?
«Oddìo, non so nemmeno dove sarà fra due settimane...».