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 2019  dicembre 06 Venerdì calendario

Biografia di Sfera Ebbasta


Sfera Ebbasta, pseudonimo di Gionata Boschetti, nato a Sesto San Giovanni (alla periferia di Milano) il 7 dicembre 1992 (27 anni). Cantante • «Look esagerato fatto di capelli colorati, occhiali da sole, pellicce, tatuaggi, collane e griffe dalla testa ai piedi» (Fiammetta Rubini, Money.it, 13/9/2019) • Si autodefinisce «Trap king» • «È la voce del nuovo rap, che mescola i canoni classici alle sonorità elettroniche» (Alice Castagneri, La Stampa, 27/9/2016) • «Siamo una novità assoluta, prima di noi non si erano mai sentiti pezzi così» (lui) • «Ipocrisia, falsa modestia, vera umiltà sono concetti del tutto assenti dal suo universo espressivo e comportamentale» (Enzo Gentile, Il Mattino, 22/01/2018) • Tre album pubblicati tra il 2015 e il 2018. Più di 3 milioni 500 mila seguaci su Spotify (a dicembre 2019). Tra le sue canzoni più popolari: BRNBQ, Tesla, Happy Birthday, Mademoiselle, Notti, Figli di papà. Dal 2019 è giudice di X Factor (Sky Uno) • «Negli ultimi anni ha collezionato venti dischi d’oro e dieci di platino (e il numero è in crescita)» (Lorenza Sebastiani, Vanity Fair, 30/3/2018) • «Una scalata rapidissima, costruita grazie al web, al fianco del produttore Charlie Charles, una sorta di re Mida della scena che trasforma in successi tutti i pezzi che tocca. Insieme, ottenuta una certa notorietà, hanno cercato di far emergere altri rapper, di “tirare dentro altra gente” perché, dice Sfera, così “una realtà esiste davvero e non è solo una moda del momento”. Ecco perché questi nuovi talenti sono arrivati al successo più o meno tutti insieme» (Andrea Rossi e Alice Castagneri, La Stampa, 16/12/2018) • «Due settimane fa ero in una scuola di Palermo, davanti a trecento ragazzi. Tutti conoscevano Sfera Ebbasta ed Elettra Lamborghini; nessuno aveva mai sentito nominare Coppi e Bartali» (Aldo Cazzullo, Corriere della Sera, 2/6/2019) • «Non ho mai nascosto il mio utilizzo di droghe leggere, mi piace fumare le canne. Capisco che un ragazzino che mi segue sui social, vedendomi con una canna in mano, possa dire: se fuma lui, che è pieno di soldi e di tipe, allora lo faccio anch’io. Ma un artista dev’essere libero di non dover mentire. I miei fan non sono i miei capi, come non lo è l’opinione pubblica. Non incito nessuno all’utilizzo di droghe, racconto semplicemente la mia vita» (alla Sebastiani).
Premessa «Per capire Sfera Ebbasta bisogna dire qualcosa sulla trap» (Il Post, 23/1/2018) • «Una nouvelle vague che ha travolto il mercato discografico. È un mix di rap ed elettronica caratterizzato da melodie ripetitive e ipnotiche. Trap, letteralmente, significa trappola, ed è un termine coniato nei sobborghi di Atlanta per indicare le “trap house”, appartamenti in cui gli spacciatori vendono droghe. I rapper americani descrivevano questa realtà disagiata e criminale e all’inizio, nei testi, “trap” si riferiva solo a questi luoghi. Poi è diventata la parola per descrivere l’intero sottogenere» (Rossi e Castagneri) • Beat spinto e accelerato, basi elettroniche e sintetiche, suoni cupi, parti cantate processate digitalmente per renderle intonate, espressioni ricorrenti come «skrrrr» • Ostentazione della ricchezza, riscatto sociale, vita notturna, sesso, droga; l’aggressività del rap delle origini sostituita con disimpegno e una spensieratezza un po’ cazzara. Criticatissimo, per questo motivo, dai puristi del rap • «Sfera Ebbasta ha ucciso il rap/ con la sprite e l’autotune/sì lo so che un po’ ti scazza/ perché non l’hai fatto tu» (da Bancomat, 2018) • «I capelli rossi, i tatuaggi, gli anelli, i vestiti firmati, gli occhiali da sole con la montatura bianca, le bandane, sono tutti elementi della trap americana importati anche in quella italiana, che oltre a Sfera Ebbasta e Ghali ha tra i suoi esponenti principali Tedua, la Dark Polo Gang, Izi e Rkomi» (Il Post) • Promozione tramite YouTube e Instagram (dove Sfera, al 2019, ha 3 milioni e 100 mila seguaci) • «Tutti i ragazzini che vedi ai concerti ce li siamo coltivati, li abbiamo educati. Prima il fan del rap era un emarginato, si sentiva un po’ uno sfigato, ora che gli abbiamo portato la trap questi ragazzini sembrano proprio fighi. Abbiamo alzato la tapparella della loro stanzetta buia» (lui).
Titoli di testa «Ho incontrato il diavolo. È sceso da una splendida automobile sportiva azzurra con gli sportelli che si aprono come ali di drago. All’orecchio destro un pendaglio con una croce egiziana, sull’altro un piccolo dollaro, mi sorride. “Ciao, sono Sfera”. L’incontro non è a un crocevia dell’Alabama, siamo al California Grill di Rozzano, pochi chilometri dal centro di Milano: “Abito qui vicino” racconta, “in realtà sono cresciuto a Cinisello, poi quando cominciavo a essere troppo popolare era diventato difficile. Mi sono spostato da queste parti, ho portato mia madre”. Vive con sua madre? “Sì, è la mia prima fan”» (Gino Castaldo, la Repubblica, 19/3/2019).
Vita I suoi si separano quando lui ha due anni, lui resta con la madre, che cambia tantissimi lavori. Pochi soldi, troppe bollette. Una marea di traslochi, una marea di scuole diverse. Suo padre muore quando lui ha tredici anni • «“Suonava la chitarra, mi faceva vedere in continuazione video di concerti. A undici anni mi ha imposto di vedere Woodstock, Jimi Hendrix, Janis Joplin. Era pieno di tatuaggi […] Mi ricordo quando a 11 anni gli ho detto che avevo imparato a fumare, e lui invece di rimproverarmi, mi ha comprato un pacco di sigarette e mi ha detto: fammi vedere se è vero. Si fumava le canne in bagno e non capivo cosa fosse quell’odore. Era un hippie convinto, sempre in viaggio, lavori saltuari. Ma lo ringrazio, perché mi ha trasmesso la sua ribellione e la passione per la musica”» (Sebastiani) • A undici anni scopre Eminem e i Gemelli Diversi • «“A tredici anni uscivo con una compagnia di ragazzi molto diversi da me. Ero l’unico che si metteva jeans larghi, gli altri erano vestiti “strettissimi”. Ero già in fissa con i rapper americani, mi vestivo come 50 Cent. Poi ho conosciuto amici a cui piacevano i graffiti, andavamo a rubare pacchi di bombolette scadenti. Volevo scrivere il mio nome dappertutto”. Cioè? “Ovunque fossi avevo sempre una bomboletta nello zaino o un pennarello in tasca. Scrivevo il mio nome sui muri, sui banchi di scuola, su tutti i fogli che mi passavano per le mani. Sentivo il bisogno di marcare il territorio. A scuola andavo malissimo, in prima media mi hanno bocciato perché non avevo nemmeno una sufficienza. Non avevo voglia di fare un cazzo e i prof sapevano che non avrei fatto un cazzo nemmeno se mi avessero bocciato altre sei volte. Cercavo di non rompere le palle, e questo lo rispettavano. Al tempo non me ne fregava niente di niente. Quando ascoltavo rap, solo in quel momento, qualcosa dentro di me si risvegliava”. Come si è avvicinato alla musica? “In prima superiore un tipo mi ha fatto sentire un rapper che non conoscevo. Ho chiesto chi fosse, e lui mi ha risposto: ‘sono io, bro, ho registrato nella mia cameretta’. E lì ho capito che potevo farlo anch’io. Ho smesso di andare a scuola a 15 anni e mezzo. Facevo l’alberghiero. Non mi sono mai pentito, ma ho dovuto subito cominciare a lavorare. I soldi a casa, per me e mia madre, non bastavano mai”. Che lavoro faceva? “Il portapizze, mi davano 15 euro a serata. Ne spendevo cinque per le sigarette e dieci per il fumo. Per me era abbastanza per essere mediamente felice. Lavoravo due ore a sera. Il resto del giorno non facevo niente, ero sempre in giro. Mi svegliavo alle 11 e alle 11.30 ero già fuori casa. Mi annoiavo spesso, ma nel frattempo scrivevo una cifra di testi su una cifra di basi e non li registravo”. Poi? “Poi ho lavorato come elettricista un anno e mezzo, a 16-17 anni. Arrivavo in ritardo, o me ne andavo via prima del dovuto, perché non avevo voglia. Sentivo di avere una strada più grande, davanti”. Non si può dire che le manchi l’autostima. “È la mia salvezza, mi ha sempre aiutato”» (Sebastiani) • Nel 2011 pubblica da solo su YouTube la sua prima canzone, ma nessuno se lo fila • Dice il suo produttore Charlie Charles: «Contattai Sfera per la prima volta su MySpace. Gli chiesi se voleva collaborare, ma mi rispose con un secco no. Poi dopo un po’ di tempo fu lui a cercarmi» • I due diventano amici, Charlie abita a Settimo Milanese, Gionata a Cinisello Balsamo • «Iniziano a produrre alcuni pezzi e a pubblicarli su YouTube. Tra le proposte vi è anche Panette, canzone che permette a Sfera Ebbasta di entrare in contatto con alcune etichette discografiche e di fare il grande passo. La scelta del nome Sfera Ebbasta deriva dal tag “Sfera” con cui Gionata si firmava sui muri nel suo periodo da writer. L’aggiunta “Ebbasta” è arrivata quando si è iscritto a Facebook, visto che il social obbliga a usare nome e cognome» (Rubini) • «Cosa avresti fatto senza di lui? “Non lo so. I pianeti si sono allineati […] e io e Charlie ci siamo conosciuti. Destino! I pezzi nascono insieme, lui mi cuce i beat addosso. E Charlie è il king, lo stanno copiando tutti”» (Giovanni Robertini, Rolling Stones, 3/2/2018) • Il suo primo disco in studio esce nel 2015. Si chiama XDVR, cioè «per davvero». Lo notano solo nella cerchia degli appassionati della trap • «Venivano a sentirmi solo cinquanta persone. Ricordo quando siamo andati a suonare a Lugano [], c’era pochissima gente, ma a fianco alla consolle aveva preso il tavolo Gué Pequeno, era venuto a sentirci. A fine spettacolo sono andato a salutarlo. E lui mi fa: scegli una tipa e andiamo da me. È sempre stato un passo avanti agli altri» (alla Sebastiani) • Le cose cambiano con Sfera Ebbasta, il suo secondo disco, distribuito dalla Universal. Gionata va in radio, in tivù, fa la sua prima tournée • «Nel 2015 lavoravo ancora a TigellaBella poi la gente cominciava a conoscermi e quando servivo tigelle e gnocco fritto non ero più credibile» (Castaldo) • «Quando e come ha capito che ce la stava facendo? “Quando lo scorso anno [nel 2015, ndr] ho fatto il sold out ai Magazzini Generali di Milano insieme al mio amico Ghali, un altro rapper della nuova generazione: era la discoteca dove non facevano entrare me e gli altri della compagnia. Ora in quegli stessi posti ci tengono il tavolo riservato nel privé con la bottiglia di champagne”» (a Marco Mathieu, la Repubblica, 5/11/2019) • «Un chilo nel baule, ah, per davvero/Cuscino senza piume, ah, per davvero/In giro tutto il giorno si, per davvero/Sotto i palazzoni, mmmh, per davvero/E ho mollato scuola sì, per davvero/E ne fumo cinque all’ora sì, per davvero/Mia mamma non lavora no, per davvero/E farò una rapina, rrrrahh, per davvero/I frà fanno le bustine, mmmh, per davvero/E poi le vendono in cortile, mh, per davvero/Fanculo alla madama, ah, per davvero/Scippiamo una puttana, si, per davvero» (da XDVRRMX, 2015) • «Che cosa è cambiato con il successo? “Le ragazze mi prestano più attenzione, guadagno tanto, sono felice di fare stare bene mia madre, che mi sgrida ormai soltanto per la storia delle droghe, anche se io non prendo pastiglia o robe pesanti. Insomma cerco di limitarmi, anche se nel privato mi sento libero di fare quel che mi pare» • Nel 2017 collabora con Gue Pequeño in Lamborghini, poi fa uscire i singoli Dexter e Tran tran e il disco Rockstar • «Sfera Ebbasta piace a tutti/come il Mc Donald’s/come i soldi le modelle e l’erba buona/come Cristiano Ronaldo e Maradona/come dire che in Italia niente funziona» (da Venti collane) • «Quello che stiamo facendo non è più di nicchia, siamo popolari – anche nel mercato – siamo belli chiari e presenti alla gente. Ormai il rap è il nuovo rock, come attitudine. Il rock, soprattutto in Italia è diventato musica leggera» (a Robertini).
Tatuaggi Su braccia, mani, dita, collo e faccia • Una chitarra elettrica su una mano in ricordo del papà • Una rosa sull’altra • «$€», il suo logo, su una tempia • La scritta «Familia» sul lato della mano sinistra, la scritta «Soldi» sul lato della mano destra.
Tipe «Sono single, adesso sto bene così. A volte mi capita di invitare ragazze ai concerti o ai dopo concerti, magari le vedo lì davanti. In tour mi contengo, ma quando sono a Milano entro in un locale da solo ed esco con due o tre tipe insieme. Come quando al ristorante ordini tanto perché ti piace mangiare un po’ di tutto» • «La sua donna ideale? “Mi dovrei mettere con una di quelle gnocche pazzesche che non stanno sui social, una di quelle che nessuno conosce. Meglio se straniera. Fuori dall’Italia con le donne sono più a mio agio”» (Sebastiani) • Fotografato assieme alla modella Martina Hamdy, ex Grande Fratello Vip, due anni meno di lui, anche lei nata a Sesto San Giovanni.
Droga «“Le droghe sono ovunque, chi non lo riconosce è solo un ipocrita. Per me ora ci sono soltanto le canne, che poi manco considero droga. E la codeina. Ma sono ormai lontano anni luce da tutto il resto: mdma, ketamina, coca…».
Cash «Se la passa bene economicamente? “Sono sulla via per diventare milionario”» (Sebastiani) • Ogni pezzo ascoltato su Spotify vale 0,0074 euro, YouTube paga 2 euro ogni mille visualizzazioni, lo pagano per fare pubblicità occulta su Instagram, ha le royalties sui dischi e lo stipendio di Sky • In più ci sono le serate, come quella di Corinaldo: «I ragazzi della trap si sono gettati in un sistema un tempo riservato alle meteore, quei personaggi - magari usciti da trasmissioni come il Grande Fratello - destinate a un breve successo seguito da un altrettanto rapido tramonto e dunque ansiose di monetizzare l’attimo. Una comparsa in discoteca vale anche 20 mila euro ed è un altro mattone di questo impero economico» (Rubini).
Politica «Io di politica non so un cazzo. Tanto, capirci o non capirci, mi sembra solo che alla fine la prendano tutti nel culo. Serve davvero che m’interessi di politica? Che ti dica che i politici ci rubano i soldi?» (a Robertini).
Corinaldo «L’8 dicembre 2018 e per tutte le settimane successive il nome di Sfera Ebbasta invade i tg, le prime pagine di giornale e siti di cronaca: nella discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo (Ancona) dove il cantante si sarebbe dovuto esibire, un fuggi fuggi generale causato dall’utilizzo di uno spray al peperoncino da parte di un ragazzo sulla folla causa 6 morti e diversi feriti. La sala aveva una capienza inferiore a 500 persone, ma sono stati venduti oltre 1.300 biglietti» • Tutti ragazzini • «Sfera Ebbasta ricorderà per sempre il 7 dicembre 2018, giorno del suo compleanno […] e alcuni che lo adoravano sono morti […]. Chiedo a Sfera Ebbasta: a che ora avresti cominciato a esibirti e a cantare a Corinaldo, se all’1 di notte, ed era diventato l’8 dicembre stavano ancora ballando?» (Mario Loscalo, lettera al Corriere della Sera) • «Mentre i ragazzi lo aspettavano accalcati peggio di sardine in scatola, lui era a Rimini in un’altra discoteca, sempre a 30 euro a biglietto» (Doriana Goracci, lettera al Corriere della Sera) • Due senatori di Forza Italia, Lucio Malan e Massimo Mallegni, presentano un esposto a suo carico alla procura di Pescara per «istigazione all’uso di sostanze stupefacenti» • «C’è odore di rogo […] Si denuncia come scandaloso frutto dell’avidità il fatto che Sfera facesse ciò che è abitudine per le celebrità istantanee come lui (o per ogni neofamoso, dal Grande fratello in giù), ovvero che s’approfittasse di un prefestivo per programmare due apparizioni nella stessa sera, in locali distanti un’ora di macchina. Non si considera che qui non si parla di articolati concerti di pensosi cantautori, ma di sortite estemporanee, lunghe un pugno di minuti, quattro hit e il tempo di far scattare gli instagram utili a rendersi invidiabili per una sera […] i teenager consumano così, ovvero come gli pare, e non si sentono fregati se Sfera dopo mezz’ora monta sul Suv, tutto al più ne ammirano le cromature» (Stefano Pistolini, Il Foglio, 11/12/2018) • Gionata, in segno di partecipazione al lutto, si fa tatuare sei piccole stelle su una tempia, sotto l’attaccatura dei capelli. Scrive su Instagram che gli dispiace, ma lo criticano tutti perché neanche due settimane dopo, a Natale, posta una propria foto in mutande con la scritta «Ti ho portato un pacco, Merry Xmas» e un dito medio alzato («A te e famiglia») e a san Silvestro scrive: «Il 2018 è stato un anno ricco di emozioni per me, ci vediamo ai concerti in giro per l’Italia!» • «A quel punto cominci a pensare che sì, è un ragazzo, ma molti di quelli intorno a lui hanno i capelli bianchi e gestiscono un fenomeno in cima a tutte le classifiche possibili, avrebbero il dovere professionale di salvarlo da una comunicazione suicida, anche a costo di fargli hackerare Instagram» (Selvaggia Lucarelli, Il Fatto Quotidiano, 5/1/2019).
Riscatto Dopo un prolungato silenzio, decide di rispondere alle critiche con Mademoiselle, subito ascoltatissima: «Chiamano la polizia, uh, ehi/ Dicono che è colpa mia, uh, ehi/ Ma nelle tasche non ho nulla, giuro, tenente/ Nullatenente, adesso ho tutto quello che mi serve/ Qua tutti puntano il dito, uh, mademoiselle/ Perché fumo, perché bevo, perché spendo ‘sto cash/E anche chi ti sorrideva adesso non è tuo friend/ Perché vuole ciò che hai, tenerlo tutto per sé/ Non ci penso e faccio, “Oh, oh, oh, oh, oh/ Oh, oh, oh, oh, oh”» • «Ho pensato che la cosa migliore fosse rispondere con quello che so fare meglio, con la musica» • «Perché non ha mai parlato di quella maledetta notte? “Ho preferito stare zitto. Tutto quello che si può dire su media o social è superfluo, inadatto e inopportuno. Ho scelto di portare rispetto e agire privatamente per cercare a mio modo di stare vicino alle famiglie colpite. Quello che è successo va oltre la musica, oltre il mio personaggio, oltre tutto”» (Castaldo) • Lo prendono come giudice a X-Factor, «l’inizio della liturgia di redenzione dell’immagine di Sfera» • «C’è chi da sempre sostiene che questo è il potere della televisione, che sarà stantio e così XX secolo, ma che continua a saper masticare ogni cosa normalizzandola, risputandola digerita e anestetizzata, comunque aggregata al suo patrimonio rappresentativo, dunque consumabile, controllata, parte del meccanismo. […]. Con Sfera l’azzardo era più grosso […] quando si sono aperti i microfoni ed è cominciato lo show, Sfera è rimasto da solo ad affrontare la sua partita, la più difficile» (Linkiesta, 7/10/2019) • Prende la Maionchi sottobraccio, ascolta diligente i provini dei concorrenti, dispensa consigli, sfodera sorrisi: «Chi può ancora definirlo “maledetto”, dopo averlo visto in scena per un paio d’ore di “audizioni”? Chi può bollarlo come “cattivo esempio” di fronte all’interpretazione di una simile operazione-simpatia? Ovvio, c’è molto di prefabbricato nella rinascita di una star. Ma c’è anche la stoffa di uno che dimostra di sapere come si fa a comunicare e come si amministra la flessibilità del proprio personaggio […] ha saputo stare al gioco, ha capito che c’è un tempo per essere selvaggi e dissacranti, e uno in cui tutto si ricompone» (Linkiesta, 7/10/2019).
Giudizi «Il trap, sottogenere nato per confermare il detto che non c’è limite al peggio» (Camillo Langone, Il Foglio, 1/4/2017) • «Dilaga nella musica, nei brani e nei video, il sordido che rende sordi alla bellezza» (Camillo Langone, Il Foglio, 1/2/2018) • «Ha l’ego più pesante delle sue collane» (Robertini) • «Ho letto il testo di una sua canzone e mi sono messo le mani nei capelli: dietro messaggi simili c’è Satana» (don Antonio Mattatelli, esorcista) • «È ogni volta la stessa cosa: dal punk all’hip hop, dall’r&b fino agli svariati sottostili della dance-electro, l’Italia ha bisogno di un paio d’anni per uscire dalla sua retorica di pop sole-cuore-amore, belcanto da esportazione (Bocelli) e Gianni Morandi […] per capire cosa c’è di nuovo. Finché le viene imposto da potenze industriali dell’intrattenimento come Usa e Regno Unito. Allora l’onda arriva anche da noi» (Cristiano Sanna, Tiscali, 11/12/2018) • «Sfera Ebbasta è destinato a rimanere, perché ha una sua cifra anche a livello comunicativo» (Max Pezzali) • «Non mi permetto di giudicare i trapper. Se suscitano emozioni, se hanno successo, ci sarà un motivo. Chiediamoci però che generazione stia venendo su, educata non dai genitori e tanto meno dalla scuola o dalla parrocchia, ma dalla rete: meravigliosa opportunità, che però sta facendo alla convivenza civile più danni di qualsiasi scoperta della storia» (Aldo Cazzullo, Corriere della Sera, 12/12/2018) • «Sei un bravo ragazzo» (Mara Maionchi).
Mamma «Oggi è presa benissimo, non manca un concerto» • Dice che quando esagera con la vita da divo ci pensa lei a rimetterlo in carreggiata.
Fan Il mezzofondista Yemaneberhan Crippa (n. 1996) ascolta le sue canzoni mentre si allena • Il rettore della Bocconi Giammario Verona (chitarrista e batterista per diletto) ha detto di apprezzarlo • El Shaarawy gli ha mandato un video mentre ascoltava Lamborghini sulla sua Lamborghini.
Curiosità Alto 1 metro e 81 • Ha una sorella, Andrea • Il suo produttore è lo stesso di Marracash, Ghali, Gué Pequeño, la Dark Polo Gang, Mahmood, Elettra Lamborghini • Disegna una sua linea di abbigliamento e ha aperto un ristorante a Milano in società con l’attaccante della Spal Andrea Petagna (n. 1995), altro suo fan • «Qual è il social più efficace? “Parlo per me. Twitter ha poco senso. Su Facebook si dorme, io vivo su Instagram e Spotify. Nessun media, nessun giornale, nessuna tv verrebbe vista com’è visto il mio social, è la mia piattaforma più grande, come fosse la mia radio, la mia tv. Un tempo era diverso, se avessi voluto dire a Jim Morrison che spaccava, come avrei fatto?”» (Castaldo) • «Il mio buon senso mi porta sempre a cancellare i video che faccio la sera in discoteca. Ho un format: di notte verso le 4 metto delle stories su Instagram e le tolgo alle 8 del mattino. Così le può vedere e capire solo il popolo della notte e i ragazzini che vanno a scuola evitano di vedere cose un po’ strane» (Robertini) • «Quando non fai le sei del mattino in giro per locali, che combini? Guardi la Tv? “Non ho la Tv, guardo solo roba in streaming. Le mie serie preferite sono Gomorra e Suburra: fanno un racconto reale, che parla dell’Italia. Vorrei vivere in un Paese protagonista a livello mondiale: io nella musica, Gomorra e Suburra nel cinema, Gucci e altri brand fichi nella moda”» (Robertini) • «“Per quello che faccio non sei mai in vacanza e non sei mai al lavoro. Mi dovrei prendere una vacanza dalla vita? Non c’è bisogno”. Si può, dopo Corinaldo? “Quella è una cosa che non passa, e non passerà mai”» (Castaldo).
Titoli di coda «Se tutto dovesse finire? “Aprirei uno shop di tatuaggi. Oppure cercherei un nuovo modo per emergere. Mi farei i capelli verdi e mi trasformerei in un nuovo rapper. Ma non credo finirà”» (Sebastiani).